I rifiuti della plastica monouso rappresenta una delle minaccie più pressanti a livello mondiale
Dal report “Plastic Waste Makers Index” della Fondazione australiana “Minderoo”, emerge che la produzione di plastica monouso è aumentata di 6 milioni di tonnellate all’anno tra il 2019 e il 2021 nonostante l’inasprimento delle normative mondiali.
L’uso smodato della plastica ed una mancata politica nello smaltimento hanno causato l’immissione in natura di enormi quantità di rifiuti, tra cui le microplastiche, che impiegheranno secoli per decomporsi.
La plastica monouso è perciò emersa come una delle minacce ambientali più pressanti nel mondo.
Come ha risposto l’Italia a questa urgenza globale?
Dall’inizio del 2022 sono entrate in vigore in Italia le nuove regole che hanno la finalità di ridurre in modo graduale l’utilizzo della plastica e l’inquinamento. Queste vietano l’utilizzo di alcuni prodotti usa e getta di uso comune.
Diverse saranno le scadenze delle singole azioni previste dalla normativa.
A partire dal gennaio 2022 l’Italia vieta l’immissione sul mercato di determinati prodotti in plastica monouso. Si tratta di posate, piatti, cannucce, contenitori e tazze in polistirene espanso e dei prodotti in plastica oxodegradabile.
La plastica oxodegradabile è quella che contiene additivi la cui frammentazione causa inquinamento di acqua e suolo. Questa è stata nel corso del tempo affiancata da nuove tipologie di plastica: quella biodegradabile e compostabile.
Il “biodegradabile” è il materiale in grado di essere scomposto in acqua, gas naturali o biomassa da microrganismi, luce solare e altri agenti fisici naturali. Per poter essere definito tale, un prodotto biodegradabile, deve decomporsi del 90% entro 6 mesi.
A partire dal 3 luglio 2024 entra in vigore il divieto di immissione sul mercato di bottiglie in plastica monouso con tappi che non restino attaccati ai contenitori per la durata dell’uso.
Per quanto riguarda le bottiglie di plastica sono stati stabiliti obiettivi che riguardano sia la raccolta differenziata che l’utilizzo di quantità crescenti di materiale riciclato per la loro produzione.
Entro il 2025 conterranno almeno il 25% di PET riciclato e dal 2030 almeno il 30%.
Informazioni per il consumatore
Riguardo a questo aspetto, la normativa prevede anche nuovi requisiti di etichettatura. Lo scopo è quello di: informare i consumatori sulle plastiche contenute nei prodotti in vendita, illustrare le pratiche corrette e non per lo smaltimento dei contenitori ed etichette, far conoscere i danni che possono essere causati all’ambiente disperdendo in modo scorretto i rifiuti plastici. Il Ministero definisce le sanzioni per chi viola le regole.
L’auspicio per il futuro è che la plastica monouso sia sempre meno prodotta, commercializzata ed utilizzata sino alla sua totale sostituzione.