Opera in tre atti di Arturo Colaiutti rivisto da Ettore Moschino, musica di Francesco Cilea
L’opera debuttò il 15 aprile 1907 alla Scala di Milano, diretta da Arturo Toscanini, nel ruolo di Gloria Solomija Krušel’nyc’ka, Pasquale Amato nel ruolo di Folco (fratello di Gloria) e Giovanni Zenatello nel ruolo di Lionetto (amante di Gloria). Malgrado il cast stellare, la prima fù un disastro, venne ritirata dopo due repliche, fu ripresa a Roma ed a Genova (1908) ed a Napoli (1909) dove l’accoglienza fu più favorevole, ma l’opera non conquistò mai un posto di rilievo nel repertorio dei teatri d’opera italiani.
Cilea rivedette la partitura di Gloria nei 20 anni successivi le prime rappresentazioni, e quando Pietro Ostali, prese il controllo della EDITRICE SONZOGNO (editore di Cilea), decise di promuovere la seconda versione dell’opera, con un libretto riveduto da Ettore Moschino, con tagli abbastanza ampi fatti sulla scena del confronto tra Folco e Lionetto nel secondo atto; il nome di Folco venne cambiato in Bardo.
L’opera basata sulla commedia francese ”La Haine” di Victorien Sardou, tragico racconto di due amanti coinvolti nel conflitto tra Guelfi e ghibellini nella Siena del XIV secolo, è una variazione sul tema di Romeo e Giulietta. La versione rivista il 20 aprile 1932 al San Carlo di Napoli, fu ben accolta dal pubblico.
Ebbe anche una sontuosa messa in scena a Roma (1938), e poi Dortmund (1939) Bologna (1940) Gloria infine cadde nel dimenticatoio ancora una volta. Nel 1969 l’opera venne trasmessa alla radio nella sua interezza per la prima volta a cura dell’Orchestra Sinfonica nazionale della RAI di Torino. Nel 1997 venne eseguita al Festival di San Gimignano con gli edifici medievali della città come scene.
Atto Primo
Siena: età medievale (sec XIV), I Guelfi che in quel momento sono al governo, permettono ai Ghibellini esuli di entrare in città, per l’inaugurazione della nuova fontana cittadina, a patto che siano disarmati e lascino la città al tramonto.
Un coro di giovani canta un’ode alla fontana esaltando i pregiati materiali (O!puri marmi).
Lionetto De Ricci ghibellino esule, e Gloria Figlia del nobile Guelfo Aquilante de Bardi, innamorati da giovanissimi si ritrovano davanti alla fontana, Gloria canta “ Amore amor Muta fontana” Bardo de Bardi fratello di Gloria desidera conoscere il nome del giovanotto, Lionetto racconta la storia della sua famiglia ”Storia ho di sangue” Aquilante capisce che egli è il figlio del nobile ghibellino che fu condannato a morte per aver ceduto Montalcino ai ghibellini.
Giunto il tramonto Lionetto si rifiuta di abbandonare Siena senza Gloria al suo fianco come sua sposa.
Nelle tumultuose proteste dei ghibellini con in testa Aquilante e Bardo, il mantello di Leonetto cade rivelando la sua identità, egli è il condottiero ghibellino detto IL Fortebrando. I suoi uomini, che avevano nascosto le spade, accorrono in aiuto del loro capitano, e fuggono da Siena portando anche Gloria.
Atto Secondo
Lungo le mura di Siena, i Ghibellini assediano la città.
Gloria è controllata da una donna senese, che la spinge a sposare Lionetto, in modo da riappacificare le due fazioni e salvare la città.”Prigioniera d’amor” Gloria e combattuta tra la fedeltà al padre e l’amore per Lionetto”O mia cuna fiorita”.
Bardo entra nelle stanze di Gloria e la rimprovera di aver tradito Siena e causato la morte di suo padre, Gloria dice al fratello che sposerà Lionetto per salvare Siena, Bardo le chiede di ucciderlo, lei terrorizzata rifiuta di pugnalarlo ma promette di avvelenarlo, Bardo conta le lodi della sorella “O mia dolce sorella”.
Gloria prega la Madonna “Vergine Santa”. Lionetto torna dalla battaglia, e confessa a Gloria di aver posto fine all’assedio per amor suo “Pur dolente son io”, Gloria cerca di bere il veleno destinato a Lionetto, ma lui la ferma gettando il bicchiere, e lei le dichiara il suo amore.
Atto Terzo
Nella cappella de Bardi si svolgono le nozze tra Gloria e Lionetto, il Vescovo e il coro cantano un Magnificat. dopo la cerimonia Lionetto abbraccia Bardo come segno di pace, ma Bardo lo accoltella uccidendolo, Bardo cerca di fuggire con Gloria, ma lei sconvolta non vuole seguirlo. In lontananza i suoni della battaglia si fanno piu’ forti, Bardo e i suoi uomini vi accorrono.
Gloria e Lionetto ora soli si danno un triste addio “Gloria, ove sei?” Lionetto muore, Gloria quindi afferra il pugnale e lo rivolge verso se stessa, cadendo sul corpo del suo amato.