acqua di rubinetto

L’acqua dal rubinetto ancora poco usata in Italia

Gli italiani ritengono di essere sostenibili ma usano poco l’acqua del rubinetto

Solo meno del 30% della popolazione consuma di fatto con regolarità acqua del rubinetto benché il 96,3% degli italiani sostiene di scegliere per il sostenibile. Tra i giovani emerge una scelta più coerente: il 60% degli under 30 beve normalmente dai rubinetti pubblici e domestici. Dal Libro Bianco 2023 presentato durante la quarta edizione ‘Valore Acqua per l’Italia’ emergono questi dati ed osservazioni. Questa è un’iniziativa dell’Osservatorio istituito dalla Community Valore Acqua per l’Italia creata nel 2019 da The European House – Ambrosetti che rende sistematicamente lo spaccato della filiera dell’acqua in Italia con tutti i soggetti che vi operano, dai gestori della rete agli erogatori del servizio, dal settore agricolo a quello industriale, dai provider di tecnologia alle istituzioni preposte.

Italia primo grande paese europeo per qualità dell’acqua del rubinetto

La conoscenza e percezione degli italiani riguardo all’acqua di rubinetto, sia pubblica che privata, si discosta decisamente dai dati concreti. LItalia è il primo tra i grandi Paesi europei per qualità dell’acqua: l’85% di essa proviene da fonti sotterranee, che ne garantiscono la maggiore purezza, mentre in Germania è il 69%, in Francia il 67% per diminuire in Spagna e Regno Unito con il 32% fino al 23% della Svezia.

In Italia poca fiducia nella qualità della acqua del rubinetto

In Italia la fiducia sulla qualità dell’acqua di rubinetto si differenzia in base al territorio. Nel Nord-est c’è maggior fiducia e l‘87,4% degli intervistati la ritiene di livello alto o medio, mentre al Sud e nelle Isole la fiducia scende sino al 72,8% delle persone coinvolte nell’inchiesta. Nel Nord-Italia non piace sopratutto il sapore mentre nel Centro e al Sud ci si sente meno sicuri della qualità e si ha meno fiducia nell’igiene delle autoclavi.

Gli italiani ignorano i consumi e sottostimano i costi dell’acqua

Il 72% delle persone sottostima il consumo giornaliero d’acqua che è calcolato in 220 litri per persona, ma al contempo 9 italiani su 10 sovrastimano i costi indicati in bolletta: l’88,4% non conosce il costo per metro cubo dell’acqua in Italia, ritenendolo il più delle volte troppo alto. L’Italia è, in realtà, uno dei paesi europei con la tariffa idrica più vantaggiosa con 2,10 €/m3: sono più economiche solo la Bulgaria, Romania e Grecia, mentre in Danimarca i costi superano i 9 Euro al m3 e nella vicina Francia il costo è quasi il doppio di quello in Italia.

Scarsa conoscenza dei bonus e strumenti di risparmio dell’acqua

Il paradosso è che gli italiani percepiscono come troppo evelate le proprie spese legate all’acqua ma ben il 55% non conosce ed utilizza il bonus idrico o le tariffe agevolate in vigore. Vi è anche scarsa conoscenza ed utilizzo degli strumenti di monitoraggio dei consumi. In Italia va considerato anche l’aspetto tecnologico e strutturale per la gestione dell’acqua domestica. Il parco contatori installato, che conta 20 milioni di pezzi e i contatori hanno un’età media di circa 25 anni. Si rileva una certa difficoltà nell’installazione di nuovi strumenti tecnologici per il monitoraggio e la gestione dei consumi.

Erronea percezione dell’emergenza climatica e scarsezza dell’acqua

Un ultimo dato emerge sulla percezione degli italiani in merito all’emergenza climatica. L’anno 2022 è stato drammatico dal punto di vista della scarsezza dell’acqua e della vera siccità. Nonostante questi dati meno del 70% delle persone intervistate vede lo scorso anno come quello più caldo della nostra storia. Inoltre gli italiani percepiscono l’emergenza climatica solo come il terzo problema, con il 37,4% delle risposte, mentre al secondo posto si posiziona la sanità, con il 39,9% degli intervistati ed al primissimo posto tra le emergenze che affliggono l’Italia stanno l’occupazione e l’economia, con 62,2%. Riguardo alla correlazione emergenza siccità e impatto sull’agricoltura, ben i 2/3 del campione intervistato ne sottostima il valore.

About Lucia Argiolas

Mi sono formata con l'attività di programmazione cinematografica, durante i miei studi universitari in Filosofia a Cagliari. Passata poi alla regia e produzione di documentari, ho realizzato delle opere in Sardegna per poi partire per affrontare nuovi studi nei Paesi Bassi. Mi sono dedicata al management culturale per anni in Olanda, dando vita ad una associazione culturale e ad una impresa specializzata in promozione territoriale. Dopo aver passato quasi vent'anni ad Amsterdam, ho deciso di rientrare a Cagliari.

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