Non così vicino: la recensione del film con Tom Hanks

Cosa significa guarire il cuore? C’è lo spiega Tom Hanks nel nuovo film Non così vicino

La campagna marketing per l’ultima pellicola di Tom Hanks ha il sapore di una commedia senza pretese, di quelle che non lasceranno il segno. Ma Non Così vicino, avrebbe meritato molto di più. Molti si troveranno davanti a una pellicola che, inaspettatamente regala quella soddisfazione che ci accompagna all’uscita della sala, che non sempre ci resta addosso alla fine del film, invitandoci a ripensare a quanto ci hanno trasmesso i personaggi in circa due ore.

Non Così Vicino, attraverso Tom Hanks, nelle vesti atipiche di un uomo burbero, schivo e distaccato, ci accompagna, poco volentieri, lungo l’arco narrativo di un uomo recentemente vedovo che non ha più nulla da offrire al prossimo e nessuna ragione per andare avanti. Pertanto l’unico obbiettivo di Otto, questo il nome del protagonista, è quello di lasciare questo mondo, con serenità e soprattutto autonomamente, senza aspettare l’intervento della provvidenza.

Ovviamente i piani di Otto, vengono contrastati dall’arrivo di una famiglia pittoresca, espansiva ed esuberante, in qualità di nuovi dirimpettai, di fronte alla casa di Otto, la fortezza della solitudine del nostro protagonista. I nuovi vicini sono il perfetto contraltare per un uomo che non riesce a scrollarsi di dosso il proprio passato, ricco di ricordi significativi, rimorsi, rimpianti e di non detti.

Guarire il cuore, dicevamo. Il cuore di Otto è alla ricerca di una nuova collocazione. Pace e serenità, che solo un percorso individuale e introspettivo possono offrire. In qualche modo, anche se in età non esattamente giovanile, Otto dovrà affrontare quel che si dice “viaggio dell’eroe”. Che la destinazione di questa avventura sia proprio quella che cerca Otto con tutte le sue forze? 

La to do list di Otto è qualcosa che accomuna lo spettatore e il nostro protagonista. L’elenco degli affari da concludere, ma soprattutto degli imprevisti che intercettano i nostri desideri e la nostra volontà, prima di raggiungere l’obiettivo finale. Chissà che poi non si aggiungano anche dei ripensamenti.

Una struttura semplice ma ispirata e interpreti all’altezza della profondità inaspettata del racconto ma anche della delicatezza ricercata nel proporlo. Un piccolo gioiello passato quasi inosservato ma che merita assolutamente di essere recuperato.   

About Salvatore Uccheddu

Classe 1989. Appassionato cinefilo a 360°, degustatore di birre e di pizze. Amante dei bei film, ma anche di quelli brutti, davvero brutti. Si è cimentato come regista in lavori discutibile fattura. Irriducibile cacciatore di interviste agli addetti ai lavori della settima arte.