Sieropositivo all’Hiv e affetto da leucemia mieloide acuta, ha ricevuto un trapianto di staminali del midollo osseo per trattare la leucemia.
Un paziente sieropositivo è guarito dall’Hiv dopo aver effettuato un trapianto di cellule staminali del midollo osseo praticato per curare la leucemia. Quello riportato sulla rivista Nature Medicine da esperti della Università di Dusseldorf, è il terzo caso al mondo dopo quello che si è verificato sul “paziente di Londra” e sul “paziente di Berlino”.
L’ultimo caso, confermato proprio in questi giorni, riguarda un uomo tedesco di 53 anni sieropositivo e affetto da leucemia mieloide acuta che, per motivi di privacy, hanno soprannominato “il paziente di Dusseldorf”. Come racconta l’equipe di medici dell’Università di Dusseldorf che lo ha seguito, sebbene i dettagli del trattamento a cui hanno sottoposto il paziente, ossia il trapianto di cellule staminali del midollo osseo, vengono annunciati per la prima volta nel 2019, solo ora hanno potuto confermare che ancora oggi non presenta alcuna traccia rilevabile del virus nonostante le terapie antiretrovirali 4 anni fa e il trapianto eseguito ben 9 anni fa. “È davvero una cura e non solo una remissione a lungo termine”, ha commentato Bjorn-Erik Ole Jensen, primo autore dello studio pubblicato su Nature Medicine. “Questo esempio ovviamente positivo fa sperare, ma c’è ancora molto lavoro da fare”.
“Il paziente di Dusseldorf”
Dopo due anni dalla diagnosi di leucemia mieloide acuta, avvenuta nel 2011, “il paziente di Dusseldorf” si è sottoposto ad un trapianto di cellule staminali ematopoietiche (HSCT), procedura utilizzata per curare anche alcuni tipi di cancro. Dopo il trapianto il paziente ha registrato una remissione sia della leucemia sia dell’Hiv. Il team di medici sospende La terapia antiretrovirale nel 2018, per determinare se l’Hiv persistesse nel paziente ma dopo 4 anni senza farmaci non c’è traccia del virus. Gli autori non hanno osservato una ricomparsa dell’Aids né un potenziamento della risposta immunitaria contro l’Hiv che avrebbe potuto suggerire la presenza di un serbatoio virale persistente nascosto. Questo caso, il terzo al mondo, apre nuove speranze per i malati di Aids sebbene il trapianto di staminali del midollo rimanga una procedura ad alto rischio al momento utilizzata solo per alcune persone affette sia da Hiv-1 che da tumori ematologici.
L’obiettivo principale, quindi, è quello di trattare alcuni tipi di tumore, come la leucemia, ma questa tecnica è risultata efficace anche per la cura dell’Hiv in questi pazienti. Inoltre, ricordiamo che i malati avevano ricevuto dai donatori anche la stessa mutazione genetica che resiste all’infezione dell’Hiv (di cui solo l’1% della popolazione è provvista), capace di eliminare una proteina (Ccr5), che il virus usa normalmente per entrare nelle cellule del sangue. “Penso che possiamo ottenere molte informazioni da quest’ultimo paziente e da questi casi simili per la cura dell’Hiv”, ha aggiunto Jensen.