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Ragazze a Cagliari al World Radio Day 2023 la Giornata Mondiale della Radio celebra la pace in un momento di grave crisi mondiale.

A Cagliari il World Radio Day celebra la pace

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A Cagliari il World Radio Day celebra la pace
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Ospitata alla MEM di Cagliari il World Radio Day, la Giornata Mondiale della Radio istituita dall’UNESCO. Il tema: “Radio e pace”.

Ospitata alla MEM, Mediateca del Mediterraneo a Cagliari la Giornata Mondiale della Radio è istituita dall’UNESCO che quest’anno ha scelto il tema “Radio e pace”. La radio come pilastro di prevenzione di conflitti e costruzione della pace che l’UNESCO ha istituito come World Radio Day.

Quest’anno a Cagliari, come in tutte le città nel mondo, in seguito alle vicende internazionali, il tema si concentra sul ruolo che la radio può avere per prevenire conflitti ed essere promotrice di pace attraverso il dialogo, immediatezza nella trasmissione delle notizie, accessibilità, interattività con l’ascoltatore e la capacità di trasmettere informazioni con un tono emotivo più intenso rispetto ad altri mezzi di comunicazione.

Grazie all’utilizzo della voce umana e della musica, garantiscono ancora oggi alla radio una permanenza assidua e fondamentale nella vita delle persone. La guerra non è soltanto un conflitto armato, ma anche un conflitto sulla narrativa raccontata dai media. Questa narrativa può acuire la tensione o mantenere condizioni di pace. Ad esempio, è importante la responsabilità dei media nei toni del dibattito politico intorno alle elezioni.

L’iniziativa del World Radio Day 2023 a Cagliari

L’iniziativa del World Radio Day 2023 è stata sposata dall’Assessorato alla Cultura e Spettacolo del Comune di Cagliari che ha ospitato le radio del territorio della Città Metropolitana di Cagliari pronte a trasmettere in diretta dalla MEM.

Una giornata aperta al pubblico con tutti gli interessati che hanno potuto incontrare dal vivo i protagonisti delle radio locali, universitarie e comunitarie, che si sono avvicendate nella corte interna della MEM: con dirette radio, interviste e l’esibizione delle tecniche di mixaggio musicale dei DJ. “E’ la prima volta che il Comune di Cagliari – commenta l’assessora alla Cultura e Spettacolo Maria Dolores Picciau – organizza un evento che coinvolge e riunisce le radio cittadine ed è importante rivendicare il loro ruolo nell’informazione, nell’educazione e nella valorizzazione delle culture locali”.

Una poesia per la pace

Questo lunedì si è lasciata la parola sulla guerra e sulla pace alle ragazze e ai ragazzi della scuole e dell’Università dell’area metropolitana di Cagliari. E siamo grati perché attraverso le loro parole e la loro voce hanno ricordato la barbarie della guerra e la soluzione della pace attraverso le poesie di Rodari, di Brecht, di Quasimodo, di Calvino.

Si è dovuto un po’ riassumerle, ma tutte erano toccanti in egual modo. Speriamo che le loro parole siano indulgenti con il compito gravoso che hanno i leader del mondo. Ma spero anche che gli adulti che parlano spesso con grave leggerezza e per categorie assolute delle guerre, delle scelte di Putin o delle mosse di Biden si facciano toccare da queste giovani voci e vedano coi loro occhi sinceri, ma anche acuti. E chissà che i potenti del mondo non raccolgano un’eco di questi pensieri di timore e di speranza.

L’amore dei sardi per la radio

Dall’informazione, allo sport, all’intrattenimento nell’isola gode di ottima salute la radio di cui si è celebrata la Giornata Mondiale alla MEM di Cagliari. I sardi l’ascoltano, è sono 1.200.000 ogni settimana a informarsi dalla radio. Cagliari festeggia il World Radio Day istituito dall’Unesco e che quest’anno ha scelto la pace come tema conduttore della giornata. Unica Radio era in diretta, in questa giornata particolare, come radio universitaria insieme alle altre 33 radio italiane. Immediata, efficace, in grado di riunire informazione e intrattenimento oggi come un secolo fa. Forse è questo il segreto della longevità di una tecnologia ultracentenaria che continua ad accompagnare le giornate di 6 sardi su 10 secondo le rilevazioni RadioTer. Diciamo che la radio è il primo social in assoluto perché si condivide in maniera immediata tutto quello che succede sulle frequenze FM su Internet con dirette, interviste, sport, DJ set.

Insieme alle radio locali per tutta la giornata le ospita la Mediateca del Mediterraneo per un evento organizzato dall’assessorato alla cultura del comune di Cagliari. Proprio in tanti anni ha lavorato in radio l’assessora Maria Dolores Picciau che continua assolutamente ad ascoltarla. Il segreto è proprio questo che rende ancora così giovane la radio il fatto che è lo strumento di comunicazione che più di tutti gli altri è in grado di sollecitare l’immaginazione di chi l’ascolta.

La radio non muore mai

Video killed the radio star” cantavano nel 1979 i The Buggles, quando dal piccolo schermo iniziavano a comparire i primi videoclip, che si pensava avrebbero presto spazzato via la musica ascoltata nelle radio. Ma così non è stato e la radio ha continuato a colonizzare l’etere nelle sue innumerevoli declinazioni. Sempre più presente nella nostra quotidianità la radio ha avuto nel 2011 il riconoscimento ufficiale dall’Unesco con l’istituzione del World Radio Day. Un evento mondiale che si celebra il 13 febbraio, giorno in cui nel 1946 avvenne la prima trasmissione dall’ONU.

Giunto alla sua terza edizione italiana, il World Radio Day, si celebra per la prima volta live, nella suggestiva location della MEM, Mediateca del Mediterraneo, di Cagliari. Una giornata aperta al pubblico che offre la possibilità di incontrare i più grandi protagonisti delle radio sarde.

Il tema scelto dall’Unesco, come già detto, per questa edizione è: Radio e Pace. La guerra non è infatti soltanto un conflitto armato, ma anche un conflitto sulla narrativa raccontata dai media.  La radio è considerata da sempre un mezzo di comunicazione cruciale nella promozione della pace e della comprensione tra le nazioni e le culture.

La radio una permanenza assidua e fondamentale

Immediatezza nella trasmissione delle notizie, accessibilità, interattività con l’ascoltatore e la capacità di trasmettere informazioni con un tono emotivo più intenso rispetto ad altri mezzi di comunicazione, grazie all’utilizzo della voce umana e della musica, garantiscono ancora oggi alla radio una permanenza assidua e fondamentale nella vita delle persone.

La radio è un mezzo di comunicazione che esiste da oltre un secolo e che, nonostante il digitale, il web e gli smartphone, continua ad avere un’importanza fondamentale per milioni di persone in tutto il mondo. Poi perché, a differenza di tante altre ricorrenze più o meno rilevanti, questa è stata proclamata nel 2011 dall’Unesco e adottata nel 2012 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E ancora, perché il tema di quest’anno è la pace, e mai come ora di pace c’è bisogno.

La rivoluzione del Dab (Digital Audio Broadcast)

Dopo decenni di valvole e di transistor, oggi la radio è digitale, e il Dab (Digital Audio Broadcast) è uno standard di trasmissione sempre più diffuso, sia a casa che in mobilità. La radio, in tutte le sue forme, sta conoscendo non solo una stagione di successo ma anche di grande innovazione: soprattutto grazie al web, che l’ha liberata dalla sua dimensione fisica. Il mezzo più comune per ascoltare la radio è infatti lo smartphone, con ogni radio che ha la propria app o che può essere ascoltata attraverso applicazioni che raccolgono i segnali delle emittenti in tutto il mondo. Ma anche uno smart speaker è una radio, come un display intelligente, una tv, uno smartwatch e tanti altri gadget.

Col digitale la radio ha perso la sua dimensione locale, ed è diventata globale: il web ha permesso la nascita di milioni di nuove stazioni che sfruttano software per trasmettere senza antenne e segnali. Qualcosa di simile era successo a metà degli anni Settanta con l’avvento delle stazioni FM, ma stavolta la portata della rivoluzione è ancora più radicale, visto che per aprire una stazione bastano un computer e una connessione internet; tutti possono essere deejay o diffondere notizie, e ascoltare un’emittente qualsiasi, non è molto più difficile che metterne su una propria.

Se cambia radicalmente la tecnologia, però, rimane intatta l’influenza di un secolo di vita della radio tradizionale, con le sue forme e i suoi format.

La radio è la piattaforma più democratica

Secondo l’ONU la radio è la piattaforma per antonomasia dove si dialoga democraticamente ed è il mezzo di comunicazione più diffuso al mondo. Come si legge sul sito delle Nazioni Unite, “Radio e Pace”, è il tema di quest’anno. Nel contesto delle guerre in corso in diverse parti del mondo, questa edizione mira a mostrare il lavoro della radio per continuare a portare informazione e intrattenimento alle popolazioni, anche in situazioni difficili.

La Giornata mondiale della radio 2023 si concentra anche sul servizio del diritto dei cittadini ad essere informati e alla libertà di espressione, senza compromettere i principi giornalistici o infiammare il dibattito pubblico e responsabilizzare i potenti. Il successo della radio è dovuto al suo continuo evolversi nel corso degli anni, rimanendo sempre al passo con i tempi, riuscendo prima a resistere all’avvento della televisione e oggi a quello delle nuove piattaforme, mantenendo sempre la sua identità.

Questa narrativa può acuire la tensione o mantenere condizioni di pace, ad esempio, è importante la responsabilità dei media nei toni del dibattito politico intorno alle elezioni. La radio ha un ruolo importante nel moderare le tensioni e prevenire che il clima si esasperi, portando le persone a un atteggiamento più sereno e costruttivo. Il suo compito è informare i cittadini con imparzialità, offrendo dialogo tra le diverse parti. Come recita la Costituzione dell’UNESCO: “Dato che le guerre nascono dalle menti degli uomini, è nelle menti degli uomini che deve essere costruita la difesa della Pace”. Il World Radio Day ricorda la grande importanza della Radio come pilastro della prevenzione di conflitti e la costruzione della Pace.

Tanti auguri e lunga vita alla Radio! Viva il World Radio Day, che sia Pace!

Ascoltate l’intervista

 

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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