Michelangelo, scoperto un disegno con abbozzo per Cappella Sistina.
L’attribuzione è sostenuta da Paul Joannides, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge e una delle massime autorità mondiali su Michelangelo, che illustra la sua scoperta in un saggio pubblicato sulla rivista scientifica “Burlington Magazine”. Un disegno del primo decennio del XVI secolo di un uomo nudo, visto di spalle, è stato identificato come uno studio di Michelangelo per un riquadro del suo monumentale capolavoro: l’affresco del soffitto della Cappella Sistina in Vaticano. Paul Joannides sostiene l’attribuzione, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge e una delle massime autorità mondiali su Michelangelo. Egli illustra la sua scoperta in un saggio pubblicato sulla rivista scientifica “Burlington”. Joannides collega il disegno a gesso rosso è a una delle figure che lottano contro i serpenti nella scena dell’Adorazione del serpente di bronzo.
Scrive nel saggio: “L’avevo archiviata mentalmente come ‘interessante’. È stato quindi intrigante poter studiare il disegno originale e concludere che si tratta effettivamente di Michelangelo”.
Il disegno reca marchi e iscrizioni di collezionisti del XIX secolo. In basso a sinistra sono riportate le iniziali scritte a mano “JCR”, relative a Sir John Charles Robinson, un importante conoscitore di disegni di Michelangelo, mentre il foglio di supporto reca il timbro di Chambers Hall, un collezionista che ha donato molti disegni ai musei del Regno Unito.
L’attribuzione è sostenuta da Paul Joannides, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge e una delle massime autorità mondiali su Michelangelo, che illustra la sua scoperta in un saggio pubblicato sulla rivista scientifica “Burlington Magazine”. Un disegno del primo decennio del XVI secolo di un uomo nudo, visto di spalle, è stato identificato come uno studio di Michelangelo per un riquadro del suo monumentale capolavoro: l’affresco del soffitto della Cappella Sistina in Vaticano. Paul Joannides sostiene l’attribuzione, professore emerito di storia dell’arte all’Università di Cambridge e una delle massime autorità mondiali su Michelangelo. Egli illustra la sua scoperta in un saggio pubblicato sulla rivista scientifica “Burlington”. Joannides collega il disegno a gesso rosso è a una delle figure che lottano contro i serpenti nella scena dell’Adorazione del serpente di bronzo.
Scrive nel saggio: “L’avevo archiviata mentalmente come ‘interessante’. È stato quindi intrigante poter studiare il disegno originale e concludere che si tratta effettivamente di Michelangelo”.
Il disegno reca marchi e iscrizioni di collezionisti del XIX secolo. In basso a sinistra sono riportate le iniziali scritte a mano “JCR”, relative a Sir John Charles Robinson, un importante conoscitore di disegni di Michelangelo, mentre il foglio di supporto reca il timbro di Chambers Hall, un collezionista che ha donato molti disegni ai musei del Regno Unito.
Michelangelo, un genio assoluto
La figura maschile nel disegno appena scoperto è mostrata da un’altra angolazione rispetto alla versione finale dipinta. Guardando il disegno, si potrebbe pensare che la figura sia stata pensata per essere vista in orizzontale. Non è così – spiega Joannides – È destinata a essere vista con il disegno ruotato di 90 gradi in senso orario. Mettendo le due immagini una accanto all’altra ed ecco la figura. Una volta esaminato, è stato evidente che il disegno è preparatorio per questa figura”Nel saggio sul Burlington Magazine”, lo storico dell’arte dell’Università di Cambridge riconosce che, nonostante la suprema conoscenza di Michelangelo dell’anatomia maschile, questo disegno presenta alcuni punti deboli, tra cui una posa quasi impossibile, una coscia sinistra troppo lunga e una rappresentazione “a blocchi” delle vertebre. Notando che Michelangelo rappresenta le ossa della schiena in modo simile altrove, Joannides ricorda che preoccupazione di Michelangelo era l’espressione dinamica, non la fedeltà anatomica.
Secondo il professore Joannides si tratterebbe di uno dei pochi disegni sviluppati per il soffitto della Cappella Sistina che si sono conservati. Giorgio Vasari, il maestro del Rinascimento italiano meglio conosciuto per il suo libro del 1550 “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”, scrisse che Michelangelo poco prima di morire, bruciò un gran numero di suoi disegni, schizzi e cartoni. Lo fece per evitare che qualcuno vedesse le fatiche che sopportava o i modi in cui metteva alla prova il suo genio, per paura che potesse sembrare meno che perfetto.
Secondo il professore Joannides si tratterebbe di uno dei pochi disegni sviluppati per il soffitto della Cappella Sistina che si sono conservati. Giorgio Vasari, il maestro del Rinascimento italiano meglio conosciuto per il suo libro del 1550 “Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti”, scrisse che Michelangelo poco prima di morire, bruciò un gran numero di suoi disegni, schizzi e cartoni. Lo fece per evitare che qualcuno vedesse le fatiche che sopportava o i modi in cui metteva alla prova il suo genio, per paura che potesse sembrare meno che perfetto.