Viaggio nell’Italia del Novecento tra monologhi e canzoni d’autore con “Parole (In)cantate / concerto per un’attrice al microfono”
Un raffinato recital che spazia fra testi (tra gli altri) di Dario Fo, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Pier Paolo Pasolini e Ercole Patti e musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli e Gino Negri, per rievocare la vivace temperie culturale del Belpaese attraverso un intrigante repertorio di brani firmati da intellettuali, poeti e scrittori e affermati compositori tra passaggi virtuosistici e indimenticabili melodie.
Un affresco del Belpaese fra teatro, musica e poesia con “Parole (In)cantate / concerto per un’attrice al microfono”, una produzione de La Fabbrica Illuminata con la direzione artistica di Marco Parodi, che vede protagonista Elena Pau (voce) sulle note del pianoforte di Alessandro Nidi (suoi anche gli arrangiamenti), in cartellone DOMANI (sabato 25 febbraio) alle 21 al Padiglione Tamuli delle ex Caserme Mura di Macomer sotto le insegne della Stagione 2022-2023 de La Grande Prosa organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna.
Una preziosa antologia di monologhi, racconti e canzoni d’autore, con testi di intellettuali, scrittori e poeti come (tra gli altri) Dario Fo, Dacia Maraini, Alberto Moravia, Goffredo Parise, Pier Paolo Pasolini e Ercole Patti e musiche di Fiorenzo Carpi, Gino Marinuzzi, Gian Franco Maselli e Gino Negri per riscoprire in un intrigante gioco di rimandi e citazioni la vivace temperie cultural e dell’Italia del Novecento.
Di cosa si tratta
“Parole (In)cantate” è un raffinato recital costruito su misura per un’attrice e cantante come Elena Pau, che si cimenta con ardue partiture e brani “impegnati”, talvolta ironici e provocatori, ma anche intimistici e struggenti, attingendo a un vasto repertorio che spazia dalle canzoni scritte per Laura Betti come “Mi butto!”, firmata da Alberto Moravia e Gino Marinuzzi e il “Valzer della toppa” di Pier Paolo Pasolini e Piero Umiliani, e l’irresistibile “Piero” di Ercole Patti e Piero Umiliani, accanto a “Quella cosa in Lombardia” di Franco Fortini con musica di Fiorenzo Carpi, “La prima volta” di Dario Fo e Fiorenzo Carpi, fino alla “Canzone Arrabbiata” di Nino Rota, inserita (anche) nella colonna sonora del “Film d’amore e d’anarchia” di Lina Wertmüller.
Sulla falsariga di ““Giro a vuoto – Gli stornelli intellettuali per Laura Betti”, fortunato spettacolo dedicato all’attrice e cantante emiliana (da cui è stato tratto l’omonimo album), “Parole (In)cantate” propone un ideale viaggio nell’Italia del secondo dopoguerra, per affrontare temi come l’amore, i miti e i riti della borghesia e la condizione delle classi più disagiate, la rabbia e la ribellione dei giovani, le ingiustizie sociali e lo spirito rivoluzionario, con sapienti intrecci di parole e note.
Una fotografia (in musica) del Belpaese con tutte le sue dissonanze e contraddizioni, a partire dagli Anni Cinquanta e Sessanta, tra il boom economico e le lotte operaie: le tentazioni di una signora annoiata e le cronache di poveri amanti, le ambizioni degli “arrampicatori” e la coscienza femminista, sapide note di costume e riflessioni sul presente, tra passato e futuro, in un alternarsi di frammenti teatrali, letture, “recitativi” e suggestive melodie.
I protagonisti
Sotto i riflettori Elena Pau, artista versatile, attrice e cantante, nata a Sassari, cresciuta a Nuoro e cagliaritana di adozione, all’attivo un’intensa carriera teatrale fra recitals e spettacoli, cofondatrice de La Fabbrica Illuminata insieme al regista Marco Parodi, che porta avanti da tempo un percorso di ricerca sulla canzone d’autore e sul teatro-canzone e il pianista e compositore Alessandro Nidi, autore di musiche di scena per diverse compagnie e teatri italiani, che ha collaborato con Maddalena Crippa, Moni Ovadia, Adriana Asti e Laura Marinoni, per un avvincente racconto in musica incentrato sulle passioni umane, i desideri e le intermittenze del cuore ma anche (sottotraccia) le delicate e scottanti questioni politiche e sociali.
Insomma, “Parole (In)cantate” che svelano le illusioni e il disincanto, l’entusiasmo e l’amarezza, gli ideali traditi, i fallimenti, le piccole e grandi tragedie del quotidiano; che danno voce agli ultimi e ai diseredati, alle belle di notte e ai reduci di una “guerra civile”, variando di volta in volta il registro e lo stile, tra ballads metropolitane e echi di canti popolari.