Una tradizione interrotta
Il 21 febbraio, come ogni anno, nel ridente paesino di Samassi, famoso per la coltivazione del carciofo, arrivano da tutti gli altri paesi del Medio Campidano i carri per il festeggiamento della prima sfilata di Carnevale dell’anno. I carri sono splendidi, riccamente decorati e l’aria profuma di chiacchiere, zeppole e frati fritti.
Le persone sono gioiose, saltano e ballano a ritmo di musica dietro i carri che sfilano per tutte le strade del paese in una serena atmosfera di festa. Improvvisamente, dalla periferia del paese, vicino al ponte sotto cui scorre il fiume Mannu, irrompono gli allarmi delle sirene dei carabinieri e delle ambulanze.
L’atmosfera cambia, è meno festosa. Molte delle persone che seguono i carri si recano verso il ponte per capire cosa fosse accaduto e prestare, eventualmente, il loro aiuto.
Il salvataggio
La scena che si presenta ai loro occhi è allarmante. Un carabiniere si sta tuffando nelle pericolose, maleodoranti e gelide acque del fiume per soccorrere un adolescente che, in preda ai fumi dell’alcol, era scivolato sul letto del fiume. Dopo circa mezz’ora, il carabiniere riesce a trarre in salvo il ragazzo ma ambedue vengono portati immediatamente in ospedale a causa dell’ipotermia.
Le conseguenze sul carnevale
Il ragazzo esce dall’ospedale dopo una settimana mentre il carabiniere vi rimanere per circa due settimane a causa dello sforzo effettuato per salvare il giovane.
Questa vicenda ha avuto un’ altra disastrosa conseguenza. Infatti, da quell’anno, il Sindaco ha deciso di interrompere l’apertura del carnevale a Samassi, una tradizione consolidata da otre 50 anni, per il timore che in futuro si possano verificare altri fatti come quello raccontato.