In riferimento alla recente revisione della Nota Aifa 96 ‘Prevenzione e trattamento della carenza di vitamina D’
La Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro (Siommms), “coerentemente con quanto indicato dalle recenti raccomandazioni pubblicate” dalla stessa Siommms, “condivide il giudizio sulla inappropriatezza di uno screening esteso alla popolazione generale – informa in una nota – ritenendo che la determinazione dei livelli di 25(OH)D, vitamina D, dovrebbe essere eseguita solo in presenza di fattori di rischio per carenza e quando risulti utile per la gestione clinica dei pazienti”.
La società scientifica “apprezza il riconoscimento dell’opportunità di una supplementazione in persone con grave carenza di vitamina D, anche se asintomatiche – spiega ancora la Siommms – e il recepimento da parte dell’Agenzia italiana del farmaco dell’opportunità di innalzare la soglia minima desiderabile dei livelli sierici di 25(OH)D da 20 ng/ml (o 50 nmol/L) a 30 ng/ml (o 75 nmol/L) nei pazienti affetti da osteoporosi o altre osteopatie accertate, riconoscendo che la correzione del deficit rimane uno dei capisaldi della terapia per l’osteoporosi, mentre la supplementazione con vitamina D di soggetti sani e senza carenza di vitamina D appare comprensibilmente inutile, come già ben noto e dimostrato dai risultati tutt’altro che sorprendenti di recenti studi clinici”.