Sensibilizzare gli studenti e aumentare la consapevolezza sulla necessità di garantire scorte di sangue disponibile per coloro che ne hanno bisogno. Con questo spirito il progetto “A scuola con l’Avis” approda nelle scuole. Un’iniziativa sul tema della donazione del sangue, degli emocomponenti e delle cellule staminali ematopoietiche. Prosegue negli istituti superiori di Sassari la campagna di sensibilizzazione portata avanti dall’Avis comunale e provinciale, dal centro trasfusionale dell’Aou di Sassari e dall’Admo.
La nostra isola è la regione del Mediterraneo con la più alta incidenza di portatori sani e malati di talassemia. Chi è affetto da questa patologia ha necessità di fare delle trasfusioni periodiche, mediamente ogni quindici giorni.
La necessità di sangue
L’auditorium di via Donizetti era gremito di studenti che hanno aderito con particolare partecipazione alla manifestazione. Dopo i saluti della dirigente scolastica Ivana Camboni, ha preso la parola Piera Pinna, volontaria dell’Avis e affetta da talassemia. Ha garantito che nessuno dei talassemici, fino a pochi anni fa, poteva avere la speranza di un futuro. Lei viene trasfusa ogni dieci giorni grazie a chi dona il proprio sangue regolarmente.
La donazione di sangue è un impegno che dovrebbe durare nel tempo perché ci sono persone che hanno bisogno di donazioni periodiche. In Sardegna c’è una carenza cronica di sangue e può essere necessario anche a persone con patologie oncologiche o ematologiche, pazienti che devono subire interventi chirurgici, che hanno emorragie digestive o politraumi. Il 48 % del sangue donato nella nostra isola è destinato ai talassemici. Annualmente si ha bisogno di 110 mila trasfusioni ma solo 80 mila vengono donate in Sardegna, le altre 30 mila unità provengono da altre regioni. In Sardegna c’è un fabbisogno di 110 mila unità di sangue ma si riesce a raccogliere solamente 80 mila sacche. C’è quindi un deficit di 30 mila unità e questi occorre richiederli ad altre regioni che hanno delle eccedenze.