Iride Peis e la Donna Sarda 2023 ha vinto il premio giunto alla trentaseiesima edizione indetto dal Lions Club di Cagliari.

Cagliari : a Iride Peis il Premio “Donna Sarda 2023”

Iride Peis è la “Donna Sarda 2023”, ha vinto il premio giunto alla trentaseiesima edizione indetto dal Lions Club di Cagliari.

Valente autrice, ha dato voce alle donne che hanno svolto un ruolo significativo nel mondo minerario sardo”, così si legge nella targhetta simbolica consegnata dal sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu. La cerimonia di premiazione del riconoscimento ideato dal Lions Club Cagliari Lioness si è tenuta nella mattina dell’8 marzo 2023, nella Sala Consiliare del Palazzo Civico di via Roma a Cagliari.

Oltre al sindaco di Cagliari e alla signora Iride Peis Concas, hanno partecipato alla premiazione il presidente del Consiglio Comunale, Edoardo Tocco, la presidente del Lions Club Cagliari Lioness, Eralda Roscia Fenu, la vice sindaca di Guspini, paese d’origine della premiata, Francesca Tuveri e il rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola.

La premazione al Palazzo Civico di Cagliari

Iride Peis Concas, che ha dedicato la sua vita professionale al ruolo di maestra elementare, ha dato la sua lettura alla vita in miniera. Da lei ben conosciuta per aver vissuto a Montevecchio con il marito, medico della miniera più grande d’Europa. Sofferenze, difficoltà, privazioni, sono state toccate con mano dall’autrice che ha voluto portare alla ribalta, soprattutto dal punto di vista delle donne, quanto accadeva in miniera.

La cerimonia di premiazione del riconoscimento ideato dal Lions Club Cagliari Lioness, giunto alla 36^ edizione, si è tenuta nella mattina di oggi, 8 marzo 2023, nella Sala Consiliare del Palazzo Civico di via Roma a Cagliari. Oltre al primo cittadino del capoluogo sardo e alla signora Iride Peis Concas, hanno partecipato alla premiazione il Presidente del Consiglio Comunale, Edoardo Tocco, la Presidente del Lions Club Cagliari Lioness, Eralda Roscia Fenu, la vice Sindaca di Guspini, paese d’origine della premiata, Francesca Tuveri e il Rettore dell’Università di Cagliari, Francesco Mola.

Le sue pubblicazioni ispirate al mondo delle miniere

Presenti, oltre ai tanti ospiti in una Sala Consiliare gremita, anche i rappresentanti dell’Amministrazione cittadina, tra i quali in prima fila l’Assessora alle Politiche Sociali di Cagliari, Viviana Lantini, l’Assessora alle Pari Opportunità, Marina Adamo e la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Stefania Loi.

Ha usato estro e poesia per riportare alla luce le storie delle donne di miniera. Con la sua scrittura Iride Peis Concas, 83 anni, di Guspini, ha fatto immaginare quel percorso di diversi chilometri alle prime luci dell’alba intrapreso da mamme e figlie che a piedi nudi raggiungevano il luogo di lavoro. Storie drammatiche di sfruttamento, lavoro massacrante, rischioso, paghe da fame, diritti negati, ma anche di solidarietà, coraggio e forza per lottare per migliori condizioni di lavoro. Una memoria restituita alla collettività attraverso le sue preziose pagine. Dieci anni dopo, il premio “Donna sarda dell’anno” istituito dal Lions club Lioness di Cagliari presieduto da Eralda Roscia, ritorna a Guspini. Dopo l’innovatrice green Daniela Ducato, quest’anno il riconoscimento è stato assegnato a Iride Peis Concas.

Le donne delle miniere

Il 4 maggio 1871 nella miniera di Montevecchio a Guspini, dove venivano estratti minerali di piombo, zinco e argento, morirono undici tra donne e bambine. Oltre cento anni dopo, Iride Peis ha dato un nome e un volto a quelle morti bianche e restituito la memoria a una pagina tragica e dimenticata. Una storia di miniera sepolta negli archivi di Stato di Cagliari che l’allora sovrintendente Roberto Porrà ha portato alla luce e la scrittrice ha fatto rivivere in uno dei suoi saggi del 1992, “Donne e bambine nella miniera di Montevecchio“, per impedire a questa e altre vicende legate a quell’epopea di diventare “polvere sospesa che la storia forse avrebbe dimenticato”.

Maestra elementare, scrittrice, attiva nell’impegno solidale

Ex maestra elementare, scrittrice, attiva nell’impegno solidale e nella valorizzazione del territorio, una vita trascorsa a Montevecchio con il marito, medico della miniera, Iride ha raccolto tante voci di donne. “Lavoravano all’aperto, esposte alle intemperie, le cernitrici. Separavano il minerale utile da quello di scarto, spingevano pesantissimi vagoni dalla bocca della miniera ai piazzali – racconta  – Ammalarsi non era loro concesso e un giorno dopo il parto erano già al lavoro, per non perderlo. Negli archivi di Guspini ho trovato in un documento del 1985 un lungo elenco di lavoratrici anche di 10, 12, 13 anni”.

Ma ci sono altre storie nella penna della scrittice, storie di vita quotidiana, di madri, mogli, lavoratrici, alleanze, solidarietà, intrecci di saperi tra donne di altre regioni d’Italia. “In situazioni di duro lavoro hanno lottato per rivendicare i propri diritti, hanno sfidato regole, infranto tabù, al lavoro e in famiglia, superando i pregiudizi di una società patriarcale – chiarisce – Attraverso il loro esempio, hanno spianato la strada verso l’indipendenza ad altre donne. La loro tenacia assieme al coraggio di alzare la voce contro soprusi e discriminazioni si è fatta memoria del luogo. Come se quel loro faticoso percorso a piedi nudi avesse lasciato una traccia, un segno di continuità tra passato, presente e futuro. Ma anche una capacità di guardare al nuovo, di cercare in questa terra dalle vene d’argento, nuovi filoni di innovazione”. 

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.