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L’Italia non fu un rifugio climatico. Il Belpaese fu un vicolo cieco dove si sono estinti gli antichi popoli preistorici che migrarono verso l’Europa sud-occidentale.
Gli antichi popoli preistorici migrarono nel tentativo di mettersi al riparo dal picco più freddo dell’ultima glaciazione. Le popolazioni di cacciatori-raccoglitori associate alla cultura gravettiana che erano presenti nell’Europa centrale e meridionale, e in particolare in Italia, scomparvero infatti dopo la fase più acuta dell’era glaciale. Le popolazioni furono sostituite nelle stesse aree da nuove popolazioni con un bacino genetico diverso.
Un gruppo di ricerca internazionale a cui ha partecipato la professoressa Elisabetta Starnini dell’Università di Pisa, importantissima in Italia, ha riscritto la storia genetica dei nostri antenati grazie al più grande set di genomi di cacciatori-raccoglitori europei preistorici mai studiato. La ricerca pubblicata sulla rivista Nature è stata condotta da ricercatori dell’Università di Tubinga. Assieme ad essi ha collaborato anche l’Università di Pechino e il Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia. Hanno condotto degli studi anche altri 125 scienziati internazionali.
“Con il collega italiano Vitale Sparacello dell’Università di Cagliari – spiega Starnini – abbiamo fornito il campione AC16, di una delle sepolture epigravettiane della famosa caverna delle Arene Candide in Liguria. Ciò ha contribuito alla ricostruzione delle dinamiche del popolamento del periodo postglaciale e tardoglaciale in Europa”. Il team ha analizzato i genomi di 356 cacciatori-raccoglitori preistorici di popoli vissuti tra 35.000 e 5.000 anni fa. E’ praticamente certo che questi sono gli antenati degli attuali abitanti dell’Eurasia occidentale.
