Dalle classifiche il dato emerge dal “Welfare Italia Index 2022”; strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali.
Dalle classifiche il dato emerge dal “Welfare Italia Index 2022”; strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali.
Il dato emerge dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2022” – strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa di Unipol Gruppo in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Il dato emerge dalle classifiche del “Welfare Italia Index 2022” – strumento di monitoraggio che prende in considerazione gli ambiti di politiche sociali, sanità, previdenza e formazione e consente di identificare, a livello regionale, i punti di forza e le aree di criticità in cui è necessario intervenire – realizzato da “Welfare, Italia”, Think Tank nato su iniziativa di Unipol Gruppo in collaborazione con The European House – Ambrosetti.
Il Welfare Italia Index
Il Welfare Italia Index è basato su 22 Key Performance Indicator che misurano dimensioni di input, ovvero indicatori di spesa (pubblica e privata) in welfare che raffigurano quante risorse sono allocate in un determinato territorio (ad esempio l’ammontare allocato tramite Fondo Sanitario Nazionale rapportato sul totale della popolazione regionale o l’assegno pensionistico medio mensile degli over 65) e dimensione di output, ovvero indicatori strutturali che rappresentano il contesto socio-economico in cui si inserisce la spesa in welfare (ad esempio il tasso di disoccupazione o la quota di famiglie in povertà).
Con riferimento agli indicatori di spesa, la Sardegna ottiene un punteggio di 74,6 posizionandosi al 3° posto, mentre per gli indicatori strutturali si colloca al 16° posto, con un punteggio pari a 50,9.
Sempre per quanto riguarda gli indicatori di spesa, l’Isola è in 3° posizione per interventi e servizi sociali (256 euro pro capite contro 152 euro della media nazionale), in 4° per beneficiari di sussidio di disoccupazione Naspi (6,9% della popolazione tra i 15 e i 64 anni), e al 5° posto per spesa in reddito e pensione di cittadinanza (19,5 euro pro capite mensili nel 2022, a fronte di una media italiana di 12,7 euro).
Rivelamento alla spesa media regionale
Relativamente alla spesa media regionale per utente fruitore degli asili nido, la Sardegna si posiziona al 18° posto con 5.568 euro per bambino frequentante e al 16° posto per spesa previdenziale media su popolazione over 65 (942 euro contro una media italiana di 1.114 euro). Contestualmente, le risorse pubbliche allocate per consumi finali per istruzione e formazione hanno rappresentato il 4,5% del Pil regionale (7° posizione).
Tra gli indicatori strutturali la Sardegna si distingue per il 10° posto in due diversi parametri: i posti asilo nido autorizzati ogni 100 bambini tra 0 e 2 anni sono 29 (superiori alla media nazionale di 26) e il numero di alloggi popolari a livello regionale ogni 100mila abitanti è 23,2 in confronto alla media nazionale di 30,2. Da evidenziare il cambio di passo sul fenomeno della dispersione scolastica, indicatore strutturale che nel 2021 collocava la Sardegna come ultima in classifica, oggi arriva ad un tasso del 27,2% (media nazionale di 20,8%), riposizionando la regione al 17° posto. Inoltre, in base all’indicatore che misura l’efficacia, l’efficienza e l’appropriatezza dell’offerta sanitaria, la regione si colloca al 19° posto e al 15° posto per lo stato di salute della popolazione.
In termini di mercato del lavoro
In termini di mercato del lavoro, la Sardegna risulta 17° in termini di tasso di disoccupazione della popolazione con più di 15 anni (13,8% contro il 9,6% della media italiana), mentre si classifica 15° per quota di giovani Neet tra i 15 e 34 anni che non studiano né lavorano, con una percentuale del 23,6 (media italiana del 21,8), comunque in calo rispetto al 30% registrato nel 2021. Da segnalare infine l’ultimo posto che la Sardegna consegue nella graduatoria relativa al tasso di partecipazione alle forme pensionistiche complementari: soltanto il 25,6% dei lavoratori sardi ha sottoscritto una forma previdenziale integrativa di secondo o terzo pilastro, dato inferiore a qualsiasi altra regione italiana, oltre 10 punti percentuali in meno della media italiana (37,5%).