Almeno il 40% delle tecnologie a emissioni zero necessarie alla transizione dovrà essere prodotta entro il 2030. L’energia resta un tema centrale in Europa.
Il ‘Net-Zero Industry Act’ è la proposta di regolamento adottata dalla Commissione europea come perno centrale del Piano industriale per il Green Deal. Esso consiste in un quadro normativo semplificato per lo sviluppo di tecnologia pulita ‘Made in Europe’, in risposta all’Inflation Reduction Act’ degli Usa.
L’atto normativo fissa un obiettivo tra tutti. Entro il 2030 la capacità dell’Unione europea di produrre tecnologia net-zero dovrà soddisfare almeno il 40% del fabbisogno annuo di tecnologia necessaria per raggiungere gli obiettivi del piano per l’indipendenza energetica ‘RePowerEu’ e del Green Deal.
Fissa inoltre degli obiettivi settoriali per lo sviluppo delle capacità e l’accelerazione delle procedure di approvazione per progetti strategici in tema di energia.
In senso contrario, però, si muovono decisioni politiche di alcuni stati membri. Il regolamento che prevede lo stop alla vendita di auto con motori endotermici dal 2035, ad esempio, era stato concordato con il Parlamento europeo e approvato in linea di principio. Alle posizioni “frenanti” di Polonia e Bulgaria, si è recentemente allineata anche l’Italia che aveva finora dato il suo assenso. Resta invece in sospeso il voto della Germania.
La premier Giorgia Meloni precisa che sia “giusto puntare a zero emissioni diCo2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico”.
“Ricordo che la proposta è stata fatta sulla base della neutralità tecnologica e nell’obiettivo di raggiungere l’obiettivo del Net Zero. Siamo in contatto con i Paesi membri sulle nuove preoccupazione emerse per valutare quale sia la strada migliore da percorrere ora”. Lo ha spiegato la portavoce della Commissione, Dana Spinant.