Geppi Cucciari a Cagliari è “Perfetta” La pièce vola verso l’ennesimo sold out
“Perfetta” è l’ultimo monologo teatrale scritto da Mattia Torre. Uno dei drammaturghi più influenti e attivi nella scena televisiva e teatrale italiana recentemente scomparso. Racconta un mese della vita di una donna, scandito dalle quattro fasi del ciclo femminile.
Come perfetta in questa interpretazione e nella gestione di una carriera sempre più in ascesa è Geppi Cucciari. Assoluta protagonista di una pièce che torna a Cagliari il prossimo 18 maggio al Teatro Massimo. Sotto le insegne del Cedac e si avvia già al tutto esaurito, ieri erano restati solo due biglietti. Insomma, un altro successo per l’attrice, conduttrice e scrittrice sarda.
Applausi Una conferma che giunge nei giorni in cui il programma televisivo di Cucciari, “Splendida Cornice” (il giovedì su Rai3), tanto fa parlare di sé in termini di sarditudine dopo il siparietto tra Geppi e Frank Matano sul perché in Sardegna è meglio non dire cavallo. Detto ciò, questo nuovo risultato va inanellato nelle precedenti recite che portarono l’attrice nell’Isola facendole ogni volta registrare il sold out. Non solo, ma l’opera teatrale (costumi di Antonio Marras, musiche di Paolo Fresu) andò in onda lo scorso inverno sempre su Rai3.
Lo spettacolo In “Perfetta” l’artista originaria di Macomer (e con natali a Cagliari) è per la prima volta alle prese con toni che non prediligono unicamente la comicità, ma si avventurano con profondità in sfumature anche più malinconiche e drammatiche. Sul palco Geppi Cucciari interpreta una venditrice d’automobili, moglie e madre, che conduce una vita regolare. In questa trovano posto il lavoro, la famiglia, gli impegni e moltissime responsabilità.
Il racconto analizza i martedì di quattro settimane differenti, giornate identiche nei ritmi ma diverse nella percezione: a causa delle variazioni delle quattro fasi del ciclo, cambiano gli stati d’animo, le reazioni, le emozioni e gli umori della protagonista. “Perfetta” cerca di trattare con umiltà, ma anche frontalità, un tabù di cui gli uomini sanno pochissimo e di cui persino molte donne non sono così consapevoli. Un monologo nel quale trovano spazio sferzate di comicità e satira di costume, ma anche riflessioni più amare e più profonde.