Spettacolo teatrale di Valentina Esposito produzione Fort Apache Cinema Teatro per la CeDAC Sardegna.
“Destinazione non umana” di Valentina Esposito -regia e drammaturgia con produzione Fort Apache Cinema Teatro – è uno spettacolo teatrale che narra il dolore e l’assenza, il senso di predestinazione e la paura della fine. Racconta la sorte di sette cavalli da corsa, che condividono l’attesa prima della macellazione. Lo spettacolo è inserito nel programma del Terzo Occhio/rassegna multidisciplinare delle nuove creatività per La Grande Prosa firmata CeDAC Sardegna.
Spettacolo teatrale come Favola senza morale
Gli attori interpretano i protagonisti di un racconto corale e struggente, metafora della precarietà dell’esistenza. Lo spettacolo teatrale «“Destinazione non umana” è una favola senza morale, amara e disumana quanto può esserlo una fiaba». Come sottolinea l’autrice e regista Valentina Esposito è «costruita sulle solitudini alle quali ci costringe il tempo che viviamo e sul pensiero della morte, sul vuoto lasciato da chi se n’è andato, sul dolore, la rabbia, la paura. Sullo sforzo bestiale di vivere contro e nonostante la certezza della morte».
La fragilità umana e precarietà dell’esistenza
Rappresenta una riflessione sulla fragilità della natura umana e sulla precarietà dell’esistenza, sui capricci del fato e sulla certezza di una predestinazione. Ci sono certo , a fronte delle responsabilità individuali e delle scelte personali dettate dal libero arbitrio
Gli attori prestano corpo e voce alle singolari “bestie umane” di un racconto incentrato su “sette cavalli” riuniti in una sorta di stalla-prigione in attesa della fine. Una storia immaginifica e crudele in cui la sorte di queste creature diventa metafora della tragicità della condizione umana. In questa convivono animali più docili e utili, condannati a diventare carne da macello e gli esemplari più preziosi capaci di distinguersi e trionfare nella corsa ma il cui premio/punizione sarà comunque la morte.
Uno spettacolo teatrale tra Agonia e Desiderio d’amore
Lo spettacolo teatrale, scritto e diretto da Valentina Esposito, autrice anche delle scenografie, rappresenta il consumarsi di un’agonia, dove la vecchiaia dei cavalli si contrappone simbolicamente allo splendore della giovinezza. L’ambientazione è una sorta di paesaggio interiore dove appaiono anche figure femminili, tre cavalle-fattrici accanto a una bambina. Questa è la personificazione della purezza in quel luogo segnato dalla sofferenza e dalla rassegnazione davanti all’impossibilità di fuga. Dove convivono timori per il futuro e anche da un profondo desiderio d’amore.
Vite diverse ma lo stesso destino
“Destinazione non umana” trasporta gli spettatori al centro di una visione un pò sinistra. Effettua una ricostruzione della vita reale servendosi della prospettiva del cavallo: il più nobile e sensibile degli animali, icona di libertà viene asservito alle logiche del consumismo. «Il destino di ogni bestia è scritto prima di nascere… Ci sono i cavalli a consumo umano, quelli destinati sin da subito alla macellazione, alla produzione di alimenti, allo squarto, allo sgozzo, al dissanguamento, alla carne; corpi docili, addomesticati, addestrati a procedere lentamente verso la morte» – rivela uno dei protagonisti –. «Poi ci sono quelli a destinazione non umana, quelli che nascono per le corse, le scommesse, il soldi, il doping, la droga, le medaglie, il plauso del pubblico, la scena. Sempre a rischio di cadere e di essere abbattuti».
Nello sguardo ferito di quegli esseri imprigionati è possibile riconoscere il dolore, antico di secoli, impresso nel destino dell’intera umanità, a cui filosofi e teologi cercano da sempre di dare una risposta.
Martedì 21 marzo alle 20,30 al Teatro del Segno www.teatrodelsegno.com
Per saperne di più: www.cedacsardegna.it