Il progetto case Italia-Cina conta tre centri in Emilia-Romagna: il primo è stato fondato a Savignano sul Rubicone nel 2003, gli altri due si trovano a Rimini e a Ravenna.
I centri sono doposcuola per minori cinesi in cui si svolgono attività di aiuto con i compiti, di insegnamento delle lingue italiano e cinese e attività ludiche, sportive e culturali. Lo scopo è di facilitare l’integrazione di bambini catapultati in una realtà sconosciuta e, contemporaneamente, riconnetterli alle loro radici culturali.
La storia di Chen, un ragazzino cinese che frequenta le medie, inizia proprio in uno di questi centri. Chen è un ragazzo freddo, distaccato, che tende a isolarsi. Frequenta il Centro per imparare il cinese (l’italiano lo parla alla perfezione e non ha bisogno di aiuto scolastico). Non è interessato alle attività ludiche e non permette ai volontari di avvicinarsi emotivamente. Per quasi un anno i volontari del centro tentano di rompere il ghiaccio che Chen riveste come un’armatura. I suoi problemi, oltre che emotivi, sono anche scolastici: rischia infatti la bocciatura a causa delle numerose assenze.
I volontari tentano diversi approcci, costruendo una rete di supporto che coinvolge la famiglia, la scuola, la pediatra e la neuropsichiatra del ragazzo. I risultati sono lenti a mostrarsi, ma alla fine arrivano: Chen inizia ad aprirsi, a mostrarsi vulnerabile, e dopo un lungo percorso di crescita trova un nuovo scopo e una nuova motivazione all’interno del Centro.