Febbraio 1970: un gruppo di attori dilettanti della periferia di Napoli si trovano in vecchi teatri in cui rappresentano i grandi classici napoletani come Pulcinella. Nel corso del tempo si crea una compagnia stabile che si esibisce al Centro Teatro Spazio. Gli anni passano e il gruppo si riduce, restano solo tre attori. Il gruppo si fa chiamare “I Saraceni” e sono Enzo Decaro, Lello Arena e Massimo Troisi. Al debutto al Teatro Sancarluccio di Napoli debutta un trio comico cambia nome in “La Smorfia“. Come spiegherà poi Troisi il nome è tratto dal libro La smorfia napoletana.
Nel 1978 il debutto televisivo del trio prima sul programma serale “No Stop” poi “La Sberla” e poi ancora con “Luna Park”. Nel 1980 si esibiscono per l’ultima volta insieme nel programma televisivo “Giochiamo al varieté”. Da qui ci fu lo scioglimento del trio dovuto a quanto raccontato da Troisi alle divergenze professionali dei tre che continuarono le carriere separati. Il teatro del trio “La Smorfia” fu rivoluzionario e una speranza per chi partiva dal niente come loro. Hanno iniziato con scenografie ridotte all’osso e abiti semplici ma con idee efficaci.
Nel giro di quasi un decennio, dalle periferie napoletane ai palinsesti Rai, il trio La Smorfia lascerà, anche dopo il suo scioglimento, un segno indelebile nel modo di fare comicità in Italia. Un nuovo tipo di farsa, tradizionale nei modi ma sensibile alle problematicità della società del tempo, alle contraddizioni, spesso buffe, del cittadino comune. Una nuova forma di comicità dirompente che attraverso la farsa tradizionale e dell’arte dell’arrangiarsi tutta campana affronta le criticità che la vita le pone davanti. Nei loro spettacoli ci troviamo anche nel teatro dell’assurdo ma anche la rottura della quarta parete e il meta teatro.
Oggi parliamo del trio “La smorfia” in questo podcast di Riflettori puntati!
Podcast di Piermaria Rasetti
Montaggio di Martina Esposito