Genetica alimentazione e fortuna il segreto della longevita

Genetica, alimentazione e fortuna: il segreto della longevità.

Genetica, abitudini e stili di vita per aumentare la longevità e vivere più a lungo e in salute.

Secondo Nicola Ferrara, già presidente della Società italiana di geriatria e gerontologia (Sigg) e docente all’università Federico II di Napoli, il Dna pesa al 35%, poi ci sono l’alimentazione e la fortuna. Inoltre, il numero stimato di ultracentenari (100 anni di età e più) raggiunge nel 2022 il suo più alto livello storico, sfiorando la soglia delle 22mila unità, oltre 2mila in più rispetto all’anno precedente.

Il ruolo della genetica

La genetica è la branca della biologia che studia i geni, l’ereditarietà e la variabilità genetica negli organismi viventi. Il campo di studio della genetica si focalizza sulla comprensione dei meccanismi alla base di questi fenomeni. In una visione moderna, l’informazione genetica degli organismi è contenuta all’interno della struttura chimica delle molecole di DNA. I geni contengono l’informazione per produrre molecole di RNA e proteine che permettono lo sviluppo e la regolazione dei caratteri cui sono correlati. Sebbene la genetica giochi un ruolo importante nel determinare l’aspetto ed il comportamento dell’individuo, è la sua interazione con l’ambiente a determinare l’aspetto complessivo.

Alimentazione e fortuna

La comunità dei centenari in Italia è quella che in proporzione è cresciuta di più e continuerà a farlo anche nei prossimi anni. Ci sono vari elementi che contribuiscono alla longevità: la genetica, come detto, ha una valore che si stima arrivi al 35%, poi ci sono l’alimentazione, lo stile di vita e decisamente anche molta fortuna nel non ammalarsi o nel rispondere bene alle patologie. Sono le donne a superare meglio i 100 anni, con un rapporto di 4 a 1 con gli uomini. Tranne in alcune comunità come l’Ogliastra in Sardegna, dove il rapporto è 1 a 1. Inoltre, ci sono alcune comunità nel mondo, conosciute come “zone blu”, in cui molte persone vivono a lungo e vivono bene. Queste zone condividono la posizione isolata, in cui è si è preservato uno stile di vita lento, così come un’alimentazione moderata, con alimenti genuini, il contatto con la natura incontaminata.

Se mettiamo in fila le comunità che hanno un gran numero di over 100 – risponde il geriatra – emerge che spesso vivono in ambienti non stressanti, hanno una dieta che privilegia i vegetali rispetto alle proteine animali e sono circondati da legami sociali molto stabili. C’è un filone di studi su queste comunità che cerca dei marcatori o degli elementi che selezionano queste persone. E l’Italia è uno dei Paesi leader in questo senso. Tuttavia, bisogna capire che quando la comunità dei centenari aumenterà il nostro Servizio sanitario nazionale dovrà affrontare il tema socio-sanitario di come aiutarli e assisterli.

About Samuel Pes

Appassionato di storia e di geopolitica, di lettura e di cinema. Il più grande desiderio? Diventare giornalista freelance.

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