Ritorno a Seoul di Davy Chou arriva al cinema dall’11 maggio con I Wonder Pictures in collaborazione con MUBI. Presentato in selezione ufficiale nella sezione Un Certain Regard del 75° Festival di Cannes e in anteprima italiana al Torino Film Festival, è il secondo film del regista franco-cambogiano dopo “Diamond” del 2016.
Ritorno a Seoul
Freddie, 25 anni, impulsiva e testarda. Torna in Corea del Sud per la prima volta. Da quando, appena nata, è stata adottata da una coppia francese. Qui, inizia a cercare i genitori che l’hanno abbandonata. Tra incontri, nuove amicizie e l’ombra di una madre biologica che non vuole farsi rintracciare, la ragazza si trova immersa in una cultura molto diversa dalla sua e intraprende un viaggio nel viaggio che la porterà in direzioni del tutto inaspettate. Per scoprire che forse questa è la vita: incontrare l’inaspettato, cavalcarlo, essere tutte le persone che avresti potuto essere.
Freddie Benoit cammina a testa alta per le strade piovose di Seoul, sembra trafiggere spavaldamente gli occhi dei passanti con il suo sguardo freddo, quando in realtà si sta guardando dentro, sta fissando il vuoto che lentamente la inghiottisce. Nemmeno lei ha idea di come sia possibile tentare di colmare questo vuoto. Viene da chiedersi se l’effettivo ricongiungimento con i genitori biologici e con le sue radici perdute sia abbastanza. Forse, semplicemente ci sono persone piene e persone vuote, e Freddie fa parte delle seconde.
Il regista Davy Chou, classe 1983, trae ispirazione dalla sua storia personale. Nato in Francia da genitori cambogiani torna in Cambogia, per la prima volta, proprio a 25 anni e, come la protagonista del suo film (Ji-Min Park), condivide il rapporto complesso con la sua terra natale. La storia si svolge nell’arco di otto anni, seguendo la crescita di Freddie. Durante le varie fasi che la contraddistinguono, la musica diventa il denominatore linguistico che unifica e supera gli ostacoli attraverso un ritmo comune che va oltre il francese, il coreano, l’inglese e che avvicina le diverse anime del film. La ricerca dell’identità e la scoperta delle proprie radici sono il fulcro attorno a cui ruota tutta la ricerca del regista.