Un seminario sui valori che sottendono la celebrazione de Sa die de sa Sardigna
Questo giovedì 20 aprile, presso la Salone del Palazzo Regio a Cagliari, si è svolto il seminario rivolto a tutti i cittadini, ed in particolare ai giovani studenti delle scuole medie superiori, sui valori che sottendono la celebrazione del Sa die de sa Sardigna la Giornata del popolo sardo ai 30 anni della sua istituzione.
Aspetti Storici
Sa die de sa Sardigna è la festa del popolo sardo che ricorda i cosiddetti “Vespri Sardi”, l’insurrezione popolare del 28 aprile 1794.
Negli anni ottanta del Settecento, i Sardi in tutta l’isola avevano iniziato a manifestare motti di ribellione nei confronti del Regno Sabaudo per ragioni di ordine politico, economico e sociale. La Sardegna era oggetto di sfrenato sfruttamento. I Sardi chiedevano di vedere riconosciuti una parte degli impieghi civili e militari ed una maggiore autonomia rispetto alle decisioni della classe dirigente locale. Ad alimentare ulteriormente il malcontento fu la mancanza di gratitudine da parte dei Savoia per la resistenza opposta dai Sardi nei confronti dei Francesi che nel 1793 tentarono di impadronirsi dell’ isola.
I Sardi si aspettavano una ricompensa dal governo sabaudo per la fedeltà dimostrata alla Corona. Il governo sabaudo, al contrario rispose con l’ordine di arresto dei due capi del partito patriottico,gli avvocati cagliaritani Vincenzo Cabras ed Efisio Pintor. Questa atto fu la scintilla che fece esplodere la contestazione il 28 aprile del 1794. La popolazione inferocita decise di allontanare dalla città il viceré Balbiano e tutti i Piemontesi, che nel mese di maggio di quell’anno, furono imbarcati con la forza e rispediti nella loro regione. Incoraggiati dalle vicende cagliaritane, gli abitanti di Alghero e Sassari fecero altrettanto.
Questa vicenda rappresenta l’avvio del popolo sardo nella modernità del popolo sardo che, dopo secoli di dominazioni, in quanto unito nella lotta riuscì a scacciare il popolo che lo opprimeva.
” I Vespri Sardi – commenta – Michele Pais, Presidente del Consiglio Regionale, sono un momento storico fondamentale nel lungo percorso verso la nostra autonomia come regione sarda”
Ma perché nel 1993 si è sentita l’esigenza di dover riportare alla memoria questo evento storico con una legge regionale?
Sa die de sa Sardigna affonda le sue radici in motivi di natura essenzialmente sociologica e nasce con l’intento di riportare alla memoria un evento storico che aiuti i sardi a sentirsi fratelli.
“I Sardi sono, per ragioni storiche, spesso disuniti – commenta Salvatore Cubeddu, sociologo e Presidente per il Comitato Sa die de sa Sardigna – e la Giornata del Popolo sardo vuole essere un momento di riflessione ed insieme un invito a sentirsi un popolo, una nazione al fine di potersi difendere da molteplici forme di subalternità e dipendenza”.
L’ideale della fratellanza
La rivoluzione francese che segna l’inizio dell’età contemporanea si è basata sui grandi ideali della libertà, uguaglianza e fraternità. Il mondo occidentale si è concentrato, in modo particolare, sullo sviluppo del valore della libertà mentre, prima l’anarchismo, successivamente il socialismo il comunismo hanno cercato di rendere concreto il concetto di uguaglianza. E la fraternità?
La fraternità è stato l’ideale su cui si è basato il concetto di nazione, termine che deriva dal latino nasci cioè nascere”.
Ma Stato o Nazione?
E’ necessario sottolineare che spesso il termine nazione è usato come sinonimo della parola stato. In realtà, sono parole che fanno riferimento a due concetti molto diversi. Infatti, la parola Stato è legata al concetto di territorio entro cui una istituzione giuridica esercita la propria potestà.
Invece, ” la parola nazione – dice Carlo Pala, Professore di Scienze Politologiche alla Facoltà di Nuoro – è relativa al concetto di etnia, un popolo con una determinata lingua, tradizioni religiose, culturali e credenze che costituiscono la sua carta di identità”.
“La storia e le scienze sociali – continua Carlo Pala – ci raccontano che una etnia consapevole delle proprie caratteristiche, e che li differenziano dalle altre, cerca inevitabilmente il proprio spazio nella storia e nel mondo ed è a quel punto che il concetto di etnia viene sostituito da quello di nazione”.
Nell’ 800′ in Europa la creazione degli Stati moderni è avvenuto attraverso la delimitazione di confini territoriali che però inglobavano nazioni diverse. Queste etnie con un proprio manifesto (nazioni),hanno cercato di avere ed entro certi limiti, hanno ottenuto un proprio riconoscimento a livello giuridico nell’ambito dello Stato.
Con riferimento all’Italia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige/Südtirol e Valle d’Aosta/Vallé d’Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale.
Il concetto di Stato, dunque, non coincide con quello di nazione ma sono realtà che possono convivere.
La Federazione delle Associazioni dei Sardi In Italia, un esempio di fratellanza
Riprendendo sulla fratellanza, Bastianino Mossa, Presidente della FASI, dice.” Il sardo tende spesso ad affrontare i problemi da solo e questo è controproducente. La Federazione conta circa 30.000 iscritti suddivisi in 10 regioni. L’unione tra noi ci ha permesso di ottenere con la compagnia aerea Italia per le tratte Linate – Olba e Linate- Alghero il prezzo di regime di continuità territoriale per gli ascendente e discendenti sardi (coniuge, nipoti),”