“Così la danza diventa metafora del combattere”. Sold out a Sassari per Déjà Donné ed Estemporada. Nel pomeriggio Virginia Spallarossa ha presentato una masterclass nella scuola ElleDance di Luciana Temussi
Le compagnie Déjà Donné di Milano e Danza Estemporada di Sassari sabato sera hanno dato il meglio di sé al secondo appuntamento di Primavera a Teatro, portando la Sala Estemporada di via Venezia a un soldout per due intensi lavori presentati in prima nazionale.
A dare il via alla serata è stato il performer James Uchenna Lavery nell’interpretazione di “Mandibola”, una composizione ispirata al pugilato in cui la danza diviene metafora del combattimento. Lavery ha messo in evidenza le sue doti di danzatore plastico, mostrando una grande versatilità in questa assoluta novità nel panorama delle sperimentazioni della compagnia diretta da Virginia Spallarossa. Nell’opera si legge tutto il patos dovuto a una grande sofferenza fisica, al portarsi sempre al limite.
«Sono contenta di aver portato questo lavoro a Sassari, dove mi sento ormai di casa – ha affermato la coreografa Spallarossa –. Alla rassegna sarda ho voluto concedere la prima di un progetto creato appositamente per James, artista dalle doti atletiche molto pronunciate. Mi piaceva uscire dalla mia zona di comfort e trovare quella forza istintiva del corpo che esprime resistenza, sofferenza, plasticità dinamica, aspetti fondamentali del pugilato ma anche del danzatore».
La dimensione percepita sta in bilico costante tra potenza e debolezza, mettendo in luce nella tensione il massimo desiderio di sopravvivenza. Un desiderio in qualche modo assimilabile a quello della “generazione Z”, la generazione dei giovani che non interagiscono più con il mondo reale, magistralmente interpretata da Livia Lepri in “Genzee”.
Nello spettacolo di Estemporada, da questo disagio giovanile emerge a sorpresa tanta positività, che la coreografa sassarese ha saputo cogliere nel dietro le quinte di un fenomeno che colpisce tanti giovani, i quali avrebbero voglia di gridare al mondo le loro potenzialità dal chiuso di una stanza.
La generazione Z
«Questi ragazzi della “generazione z” partono da un’idea di solitudine che è in parte ereditata dal triennio pandemico e post pandemico, all’interno di un limite che è sostanzialmente psicologico – ha affermato Lepri –, sono bombardati mediaticamente da sofferenze, da input che li isolano, e cercano di uscirne attraverso una reazione che è sempre legata ai feedback ricevuti».
Quindi ecco comparire lo stereotipo del videoclip, del glitterato, di quell’idea di superficialità alla quale i giovani si aggrappano. Però in realtà attraverso quel tipo di feedback creano valore, niente resta sterile. Una fertilità che difficilmente riesce a essere compresa e portata a galla.
Lo stesso giorno Virginia Spallarossa ha proposto una masterclass negli spazi della scuola ElleDance di Luciana Temussi, mentre nel dopo spettacolo “L’aperitivo con l’artista” è stato ancora una volta occasione per avvicinare il pubblico ai protagonisti dell’evento tersicoreo.
Primavera a Teatro è organizzata da Estemporada sotto la direzione artistica di Livia Lepri, con il patrocinio e il sostegno del Mic, della Regione Autonoma della Sardegna e della Fondazione di Sardegna.