A causa dei cambiamenti climatici in Italia piove sempre meno. Negli ultimi 30 anni persi 50 miliardi di metri cubi d’acqua legati alle piogge. La siccità sta colpendo duramente tutte le regioni.
Nel periodo 1991–2020, la media della pioggia annualmente caduta sull’Italia ha sfiorato i 255 miliardi di metri cubi, cioè circa il 18% in meno della soglia indicata nel 1970. La crisi climatica sta colpendo duramente l’Italia. La siccità è sempre più presente al Nord e i rovesci sono più frequenti al Centro Sud.
Uno dei fenomeni più grandi legati alla siccità è il riscaldamento globale. A certificarlo sono i nuovi dati pubblicati dall’Osservatorio ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi di bonifica e di irrigazione) sulle Risorse Idriche, che evidenziano un crollo degli eventi meteorici in Italia negli ultimi decenni.
E’ importane ricordare ,ad esempio, la secca del Po dell’anno scorso, che ha fatto riaffiorare dal fondale resti di animali preistorici, barche e mezzi affondati durante la Seconda Guerra Mondiale. In base ai dati dell’ARPA, nella regione Lombardia nel 2022 mancavano oltre 2 miliardi di metri cubi d’acqua nei bacini considerati “grandi serbatoi”, come Lario, Sebino e Verbano.
Fino a 3 anni fa la classifica delle regioni più piovose vedeva in testa il Friuli-Venezia Giulia, seguito da Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta, Veneto, Piemonte, Lombardia e Liguria. Queste aree oggi sono colpite dalla siccità. Sono bastati 1000 giorni per cambiare radicalmente la condizione idrica del nostro Paese. Oggi i territori del Nord Italia sono colpiti maggiormente.
La Sardegna, ad esempio, è la regione più assetata del paese. Ha saputo adattarsi, dotandosi di importanti invasi e di schemi idrici per spostare l’acqua fra territori. Secondo l’ANBI, nei prossimi mesi non potranno che vedere uno sforzo collettivo per gestire una situazione di evidente siccità al Nord, in territori di fondamentale importanza per il made in Italy agroalimentare.