Un grande ritorno quello della grande pianista Angela Hewitt che si esibirà al Teatro Verdi
Angela Hewitt, una delle più importanti interpreti del nostro tempo. Grande attesa al teatro Verdi di Sassari per il nuovo appuntamento della stagione concertistica “I Grandi Interpreti della Musica”. Che sta portando sullo storico palco cittadino il concertismo internazionale. Il programma, organizzato dalla Cooperativa Teatro e/o Musica, con il sostegno del Ministero, della Regione e della Fondazione di Sardegna. Propone il prossimo venerdì 5 maggio alle 20,30 un grande ritorno quello dell’acclamata pianista canadese Angela Hewitt.
Angela Hewitt
L’artista si è già esibita sul palco de “I grandi interpreti della musica” nel 2015 e torna, a grande richiesta, visto il successo ottenuto, con un affascinante recital solistico che propone musiche di Scarlatti: Sonata Kk 1 in re minore, Sonata Kk 446 in fa maggiore, Sonata Kk 531 in mi maggiore, Sonata Kk 420 in do maggiore, Bach: Suite Inglese n. 6 in re minore e Brahms: Sonata in fa minore op. 5. Hewitt è una delle pianiste classiche più famose al mondo la sua tecnica raffinata, la sua ricca gamma di espressioni musicali e le sue acclamate registrazioni e performance, in particolare delle opere di Bach, l’hanno resa una delle più importanti interpreti del nostro tempo. Si esibisce con le principali orchestre in Europa, Nord e Sud America, Australia e Asia. La sua intensa attività artistica non le impedisce di dedicarsi con passione alla promozione degli artisti emergenti.
Il periodo Barocco è quello in cui Hewitt esprime l’eccellenza, danzando la musica con grazia e profondità, naturalezza e perfezione, gestendo più voci sovrapposte con semplicità disarmante, creando un’ampia scala di piano e pianissimo. Purcell, Couperin, Rameau, Bach: è tutto un turbine di gighe, allemande, minuetti e gavotte. E se il periodo storico insinuerebbe l’opportunità di utilizzare una tastiera antica invece che un pianoforte moderno, il suono perfettamente filologico che la pianista riesce a creare fuga qualsiasi dubbio sulla scelta di uno strumento che, al contrario dei precedenti, esalta una ricchezza timbrica inimmaginabile al tempo.