Tenere puliti palmi, dorsi e dita con acqua e sapone o con gel idroalcolico è un potente mezzo di prevenzione contro le infezioni
Il 5 maggio si celebra la Giornata mondiale per l’igiene delle mani. «Accelerate action together. Save lives, clean your hands» (Accelerare l’azione insieme. Salviamo vite, laviamo le mani) è lo slogan dell’Organizzazione mondiale della sanità per l’edizione del 2023. La data della ricorrenza ha un significato ben preciso: il quinto giorno del quinto mese dell’anno come cinque sono le dita della mano.
L’igiene delle mani fatta regolarmente e con le giuste mosse dovrebbe diventare un’abitudine come allacciarsi le cinture di sicurezza in auto. Perché lavandocele come si deve, limitiamo la trasmissione di germi a oggetti e persone prevenendo infezioni talora anche mortali. Da sola questa semplice pratica può ridurre, tanto per capire, fino al 50 per cento delle malattie infettive (soprattutto infezioni urinarie, respiratorie, ferite chirurgiche, batteriemie e sepsi) che si contraggono durante l’assistenza sanitaria (in ospedale, ambulatorio, Rsa o a domicilio).
Lavaggio delle mani
Lavarsi le mani è una procedura a basso costo, tanto facile quanto fondamentale per tutelare la salute. «La pandemia di Covid ha insegnato alla gente e agli operatori sanitari l’efficacia del lavarsi le mani. Ma da misura urgente per contenere il contagio, oggi deve tradursi in una regola quotidiana di convivenza civile. Non bisogna abbassare la guardia, perché non esiste soltanto il Covid ma tanti altri virus e batteri da cui difendersi» commenta Angelo Pan. L’igiene delle mani è uno strumento di prevenzione contro le infezioni trasmissibili per contatto diretto con un malato, o indiretto con oggetti e superfici contaminate, e per via aerea, tramite colpi di tosse e starnuti (le mani possono infettarsi con le goccioline respiratorie emesse).
Non basta passare le mani sotto l’acqua del rubinetto. «Bisogna usare ogni volta il sapone, che ha un’azione antibatterica, e applicarlo in modo uniforme su tutta la superficie delle mani, strofinando il dorso, i palmi e tra le dita. Risciacquarle e asciugarle sempre. «Se restano umide si facilita la ricrescita rapida dell’eventuale residuo di germi transitori e la mano torna a essere “sporca”» spiega Pan. La procedura richiede almeno 40 secondi. Sotto questa durata l’effetto battericida del sapone diminuisce. «È adeguato cambiare l’asciugamano ogni due giorni — indica l’esperto —. Se la salvietta viene usata poco e ha il tempo di asciugarsi anche una volta la settimana. Alle persone malate si raccomanda un telo personale e un cambio al dì.