Complice la curva demografica da tempo in calo storico nel nostro Paese, sembrano purtroppo aver imboccato una lenta quanto inesorabile erosione i numeri delle imprenditorie giovanili nel nostro Paese.
A certificarlo è uno studio sulla dinamica dell’imprenditoria giovanile del nostro paese, condotto da InfoCamere, a partire dai dati del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio degli ultimi dieci anni. L’andamento dei flussi del decennio, evidenzia la chiara tendenza al calo delle imprese giovanili registrate, passate dal rappresentare l’11,1% del totale (alla fine del 2012) all’attuale 8,9% (fine 2021). La riduzione del perimetro delle imprese giovanili corrisponde quindi alla “scomparsa” (perchè raggiunti limiti di età e quindi per travaso nelle classi di imprese “over” 35 o per vera e propria uscita dal mercato) di circa 137mila imprese sulle 675mila che dieci anni fa risultavano registrate negli archivi delle Camere di Commercio, per una riduzione totale del 20,3% dello stock di questo tipo di imprese.
A fronte di questo emerge il contributo determinante che le imprese giovanili hanno sempre continuato ad assicurare al bilancio annuale tra aperture/chiusure di imprese. Lungo tutto il decennio esaminato, la componente delle imprese giovanili ha sempre fatto registrare saldi positivi, al contrario di quanto accaduto alla componente non giovanile il cui saldo è rimasto – pur se con performance alterne – sempre in campo negativo.
Occorre, dunque, stimolare lo spirito imprenditoriale dei giovani, e soprattutto di coloro che non provengono da famiglie di imprenditori, e rafforzare la fiducia dei giovani nelle proprie capacità imprenditoriali. La Dott.ssa Anna Maria Somma, consulente di finanza agevolata, ci illustra una delle opportunità ad oggi più conosciute: Resto al Sud.