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“Il colibrì”: questioni di adattamento

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"Il colibrì": questioni di adattamento
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Quando si adatta un libro per il cinema le complicazioni sono molte ed è facile rimanere insoddisfatti del risultato.  Il caso de “Il colibrì”.

Per avere successo gli adattamenti  dovrebbero mantenere l’essenza dell’opera su cui sono basati, ma ciò non è sempre facile a causa delle profonde differenze tra la letteratura e il grande schermo.

In questo Cine-Time parliamo del film “Il Colibrì” (2022), diretto dalla regista Francesca Archibugi e tratto dall’omonimo romanzo di Sandro Veronesi. 

Scopriamo insieme se è questo il caso di dire: “era meglio il libro”.

Podcast di Noemi Giacci
Montaggio di Amanda Guida


Credits base:
“Jonny Easton – Purpose” is under a Creative Commons (CC BY-NC-SA 3.0) license
Music promoted by BreakingCopyright: https://bit.ly/b-purpose

Sinossi del film “Il colibrì”

Il Colibrì” è un film drammatico del 2022, diretto da Francesca Archibugi e ambientato in Italia e Francia. Il film è basato sul romanzo omonimo di Sandro Veronesi, vincitore del Premio Strega 2020. La storia si svolge su un arco temporale ampio, dagli anni ’70 fino a un futuro prossimo indefinito.

Il protagonista, Marco Carrera (interpretato da Pierfrancesco Favino), è un uomo che vive una vita di momenti sospesi e coincidenze fatali. La sua esistenza è segnata da grandi amori e dolori profondi. Tutto inizia quando Marco, da giovane, incontra Luisa Lattes, una ragazza affascinante, ma il destino li separa. Marco sposa Marina e insieme hanno una figlia, Adele, ma la sua anima resta legata a Luisa.

La trama segue Marco mentre attraversa momenti difficili e inaspettati cambiamenti nella sua vita. Ritornerà a Firenze, suo luogo d’origine, dove affronterà le sfide della vita con l’aiuto di Daniele Carradori, uno psicoanalista. Carradori guiderà Marco nell’affrontare i cambiamenti e le perdite, spingendolo a lottare per la felicità.

Il film è noto per la sua struttura narrativa avventurosa, che cerca di catturare l’esperienza umana con episodi che emergono in modo apparentemente casuale, ma sono connessi da fili invisibili. La regista, Francesca Archibugi, ha lavorato per rendere il film fedele al romanzo, creando un’atmosfera atemporale e permettendo agli attori di esprimere il passare del tempo attraverso le loro performance.

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