L’Italia è un Paese con una biodiversità spiccata, se confrontata con la situazione europea. Questo è dovuto ad una serie di fattori, uno dei quali è la posizione geografica. Il WWF di recente ha lanciato un allarme perché questa ricchezza è in pericolo.
I dati affermano con chiarezza che il 68% degli ecosistemi italiani è in pericolo, mentre il 35% è in situazione critica. La totalità degli ecosistemi è a rischio nell’ecoregione padana. Come è a rischio per il 92% in quella adriatica e l’82% in quella tirrenica. Il report di riferimento è intitolato: ‘Biodiversità Fragile, maneggiare con cura: Status, tendenze, minacce e soluzioni per un futuro nature-positive’. E’ stato presentato a Caserta in occasione del Forum dei volontari dell’associazione.
Leggere i dati porta a profonde riflessioni sullo stato di conservazione della natura. Su 43 habitat forestali italiani, ben 5 hanno uno stato di conservazione “criticamente minacciato” e 12 sono“in pericolo”. E non finisce qui. L’80% dei laghi è in stato ecologico definito “non buono”. Per quanto riguarda la fauna, il 30% delle specie animali vertebrati è a rischio estinzione. Lo è anche il 25% degli animali dei nostri mari.
Negli ultimi trent’anni è aumentato del 96% il numero di specie aliene, chiamate così perché si trovano ad abitare e colonizzare un territorio diverso dal loro naturale. Da ricordare è che in Italia, poi, sono 21.500 i km2 di suolo cementificato e oltre 1150 i km2 consumati in 10 anni. Uno spazio pari alla superficie di una grande città come Roma.