All’istituto “A. Meucci” la testimonianza di Natascia Curreli, per anni vittima di bullismo. L’avvocato Gino Emanuele Melis: “Si tratta di un cancro sociale”.
Insieme il bullismo e il cyberbullismo si possono combattere. Lo hanno detto agli studenti dell’istituto “Antonio Meucci” di Cagliari l’avvocato Gino Emanuele Melis, il professor Gian Luigi Pittau e Natascia Curreli, 26 anni, originaria di Sedilo, per anni bersagliata dai bulli a scuola, sbeffeggiata e derisa per il suo peso. Ma Natascia ha trovato la forza di reagire e di andare nelle scuole a raccontare la sua terribile esperienza di vita. Gli studenti delle classi prime e seconde (sezioni A e B) e della quarta A dell’istituto “Antonio Meucci” di Cagliari hanno ascoltato con estrema attenzione. Racconta Natascia Curreli:
“Per anni ho ricevuto insulti pesanti. C’era chi mi chiamava scrofa, chi balena: gli anni passati alle scuole medie sono stati terribili e le offese si basavano sul mio aspetto fisico dovuto a problemi ormonali. Ma alle superiori le cose non sono cambiate e quando ho iniziato a studiare alla ragioneria di Macomer la situazione è peggiorata e a un certo punto a queste parole si sono aggiunti altri gesti come la gomma da masticare messa nei capelli. Un giorno mi è stato lanciato un ramo sul volto alla fermata sull’autobus causandomi una ferita. Dopo anni di silenzio, ho raccontato tutto alla mia famiglia e quando ho parlato sono stata meglio. Ancora oggi ricevo delle offese ma ho trovato la forza di raccontare quello che mi è successo. Non bisogna mai vergognarsi di chiedere aiuto, da poco ho incontrato una ragazza che mi bullizzava e mi ha chiesto scusa”.
Il pericolo del bullismo
Gli insulti possono fare più male degli schiaffi e lo ha ricordato l’avvocato Gino Emanuele Melis, medaglia d’oro al campionato mondiale di karate che si è svolto a Malta:
“Il bullismo, non esiste come reato ma sono le condotte ripetute di cui si compone a essere perseguibili penalmente. A scuola con gli studenti facciamo prevenzione perché il bullismo è un cancro sociale e devono essere aiutati sia le vittime che i bulli. In tribunale ho difeso anche ragazzi accusati di danneggiamenti che hanno capito l’errore e hanno rimediato al fatto o ancora un ragazzo minacciato di morte da un gruppo di “bulli”.
Bullismo e cyberbullismo sono le minacce più temute dagli adolescenti italiani, subito dopo violenze sessuali e droghe e si sono accentuati in questi ultimi due anni di pandemia. Lo rimarca il docente Gian Luigi Pittau, uno dei referenti del cyberbullismo del liceo artistico e musicale “Foiso Fois”:
“Ormai si è abbassata tantissimo l’età di utilizzo del telefonino che è diventato il regalo della prima comunione e sono sempre di più i bambini lasciati soli di fronte allo smartphone in balia dei pericoli della rete. Inoltre per i maschi nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni il bullismo sale al secondo posto dopo le droghe. La violenza tra pari – online e non – è dunque una realtà quotidiana per la Generazione Z, secondo i risultati dell’Osservatorio Indifesa su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting di Terre des Hommes e ScuolaZoo diffusi in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola e del Safer Internet Day. Ben il 60% degli oltre 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia coinvolti dall’indagine ha affermato di aver assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo”.