La Traviata Giuseppe Verdi

La Traviata opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave

teatro lirico di cagliari
Dietro le quinte
La Traviata opera in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave
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Un opera, una pietra miliare

La Traviata è un’opera lirica in tre atti di Giuseppe Verdi su libretto di Francesco Maria Piave, tratto dal celeberrimo romanzo “La Dame aux camélias” “La Dama delle camelie” di Alexandre Dumas (figlio).

Quest’opera è una pietra miliare nel teatro lirico universale. Conclude il ciclo Verdiano detto “Romantico”, composto da “Rigoletto”, “Trovatore” e ” Traviata” appunto.    

La Traviata fu composta in parte nella tenuta di Sant’Agata di Villanova D’arda, e in parte nella Villa degli editori Ricordi sul Lago di Como, luoghi di grande bellezza, meditazione ed ispirazione.Giuseppe Verdi scrisse in quei giorni a Francesco Maria Piave sulla trama della Traviata.

«Ti prego dunque di adoperarti affinché questo soggetto sia il più possibile originale e accattivante nei confronti di un pubblico sempre teso a cercare in argomenti inusuali un confine alla propria moralità»

Un fiasco inatteso

Da grande innovatore qual’ era Verdi riuscì a coniugare, un’opera classicissima, raffinata, ed elegante, con un argomento spinoso, come la critica alla bigotta società ottocentesca. Argomento molto sentito dal maestro, vista la relazione non “ortodossa”con Giuseppina Strepponi, poi sposata in gran segreto, dopo anni di indiscrezioni e pettegolezzi, che lo ferirono profondamente. La Traviata vide le scene per la prima volta al Teatro La Fenice il 6 marzo 1853. A causa di interpreti carenti e, probabilmente, per il soggetto considerato scabroso, non si rivelò il  successo che il Maestro si attendeva.

Un successo trionfale

Ripresa il 6 maggio dell’anno successivo al Teatro San Benedetto di Venezia in versione rivista e corretta,  ed interpreti di conclamata bravura, come Maria Spezia Aldighieri, riscosse il meritato successo. Per divenire il grande capolavoro che oggi conosciamo La Traviata fu rimaneggiata, in parte stravolta, spostata nel tempo e nello spazio dalla censura e messa in scena diversissima dall’originale. Ottenne quindi un successo trionfale, ben concertata, elegante, drammatica e sentimentale, conquistò un posto d’onore nei palinsesti dei più importanti teatri del mondo. L’opera è considerata uno dei principali capolavori di Verdi ed una delle più grandi opere mai scritte. Si calcola che oggi sia l’opera più rappresentata al mondo, non passa un giorno in cui in qualche teatro nel mondo non sia rappresentata una Traviata.   

I personaggi

I personaggi principali della Traviata derivano da persone realmente esistite immortalate da Alexandre Dumas (figlio), personaggi che a quei tempi fecero scandalo nella puritana società ottocentesca.

Violetta Valéry, Dama di corte, amante, mantenuta del Barone Douphol, segretamente malata di tisi, si innamora di Alfredo e scappa con lui. Personaggio storico realmente esistito, si tratta di Madame Marie Duplessis, pseudonimo di Alphonsine Rose Plessis, divenuta poi la contessa di Perrégaux  che ispirò La signora delle camelie di Alexandre Dumas (figlio)

Alfredo Germont, protagonista maschile, innamorato di Violetta. ruolo ispirato ad Antoine Alfred Agénor de Gramont, ministro di Napoleone III, amante di Marie Duplessis Contessa di Perregaux. Giorgio Germont, padre di Alfredo figura centrale, antagonista del loro sentimento.

Atto I 

Siamo sempre su Unica Radio questo è “Dietro le quinte” iniziamo il nostro racconto de“La Traviata”: Dopo il celebre Preludio, il primo atto si apre sull’elegante salone parigino di Violetta Valery, dove lei, attende gli invitati. Per una festa in maschera notturna, il coro che saluta la padrona è “Dell’invito trascorsa è già l’ora”  Violetta fa gli onori di casa a Flora Bervoix ed al Viscontino Gastone de Letorières, che la omaggia di un nuovo amico: Alfredo Germont, suo grande ammiratore, che durante la sua recente malattia fu spesso a casa sua per avere notizie.

Libiam ne’ lieti calici”

Dopo aver chiesto spiegazioni ad Alfredo, Violetta rimprovera il suo Barone Douphol, di non aver avuto lo stesso garbo. Gastone propone un brindisi; Alfredo accetta invitato da Violetta, quindi si uniscono tutti gli invitati, per il più celebre brindisi della storia del melodramma, “Libiam ne’ lieti calici”. Qui non si può evitare di sottolineare, le commosse parole di un Verdi, lusingato e imbarazzato nel notare che il brindisi de “la Traviata” ha superato, in celebrità “ Si colmi il calice” dal suo Macbeth.  

Un dì, felice, eterea

 La musica che proviene dall’altra stanza, interrompe il brindisi,  Violetta invita gli ospiti a tavola, ha però, un mancamento. Sedendosi, invita tutti ad avviarsi e promette di raggiungerli subito. Alfredo, si è trattenuto ad aspettare, egli la esorta ad aver cura della sua salute e poi le confessa il suo amore. Violetta chiede da quanto tempo egli l’ami, d’altronde sono stati appena presentati. Alfredo risponde da un anno,”Un dì, felice, eterea”. Incapace di provare amore, Violetta propone una semplice amicizia, mentre Alfredo si allontana, gli porge una camelia, fiore delicatissimo, invitandolo a riportarglielo quando sarà appassito cioè il giorno seguente. Alfredo si allontana felice. Gli ospiti si congedano da Violetta, ringraziandola per la bella serata. Rimasta sola, Violetta canta una delle più celebri arie del teatro Verdiano “Follie delirio vano” e “Sempre libera”. Sorpresa e scossa dalle parole di Alfredo, decide di vivere questa storia d’amore.

Atto II quadro I

Da tre mesi Violetta ed Alfredo convivono ormai nella casa di campagna dei Germont; il giovane è felice canta la celebre cavatina (De’ miei bollenti spiriti), Annina, la domestica di lei, torna ansimante, era a Parigi per vendere i beni di Violetta, e far fronte alle spese della casa. Servono mille Luigi, Alfredo promette di risolvere il problema “O mio rimorso, o infamia”. Giunge Violetta, il suo cameriere, Giuseppe, le porge un invito ad una festa di carnevale al palazzo di Flora Bervoix, subito dopo annuncia la visita di un Gentiluomo. Credendolo il suo avvocato lo riceve subito. È invece Giorgio Germont, il padre di Alfredo, che l’accusa duramente di voler sfruttare Alfredo, Violetta quindi gli mostra gli atti di vendita dei suoi beni ceduti per vivere insieme a lui. Il saggio ed elegante signore comprende il sentimento che la lega al figlio.

“Pura siccome un angelo”

Ma è costretto a chiederle un sacrificio per salvare il futuro dei suoi due figli. Germont ha anche una figlia: “Pura siccome un angelo) è la cavatina che sottolinea questi momenti una tra le più celebri del teatro Verdiano. Alfredo, sta mettendo in pericolo il matrimonio della sorella, insieme alla reputazione della famiglia con questa fuga d’amore. Violetta propone di allontanarsi da Alfredo; ma Germont le chiede di abbandonarlo per sempre. Violetta, tisica, in rotta con parenti ed amici, rifiuta. Germont con la cavatina meravigliosa (Un dì quando le veneri ) anche questa famosissima, le fa notare che il tempo cancella la bellezza e l’amore, Alfredo si stancherà di lei, che non potrà trarre nessun conforto, non essendo la loro unione benedetta dal cielo. Violetta accetta quindi di lasciare Alfredo.

Amami Alfredo”

Violetta è sola e scrive dapprima al barone Douphol, poi ad Alfredo per annunciargli di volerlo lasciare. Entra Alfredo agitato per la presenza del padre. Propone a Violetta di conoscerlo, ma lei, dopo essersi fatta giurare l’amore di Alfredo “Amami Alfredo”, fugge. Alfredo si insospettisce della sua fuga, riceve la lettera (dal cocchio in partenza) che lei poco prima stava scrivendo. “Alfredo, al giungervi di questo foglio.” è quanto legge e quanto basta per fargli capire che lei lo ha lasciato. Trova l’invito di Flora sullo scrittoio, e capisce che Violetta è alla festa, e infuriato, decide di recarvisi, nonostante il divieto di suo padre.

Quadro II “Parigini date il passo al trionfo del Bue Grasso”

Al palazzo di Flora Bervoix si festeggia il carnevale: le zingarelle ed i matador allietano la serata. Alfredo arriva per cercare Violetta, ma lei giunge in compagnia del barone. Alfredo, giocando, insulta in modo indiretto Violetta, scatenando l’ira del barone, che lo sfida ad una partita di carte. Il barone perde ed Alfredo incassa una grande somma. Violetta parlare ad Alfredo, lo supplica di andare via e, mentendogli, dice di essere innamorata del Barone. Alfredo, sdegnato, raduna gli invitati (Or testimon vi chiamo che qui pagata io l’ho), e getta una forte somma di denaro ai piedi di Violetta, che offesa sviene in braccio a Flora.Il recitativo corale che segue conclude il secondo atto. Tutti inveiscono contro Alfredo, compreso il padre “ Disprezzo degno se stesso rende chi pur nell’ira la donna offende” Alfredo ha rimorso per il gesto di disprezzo fatto, Violetta rinnova la promessa di amore eterno.    

Atto III “Addio del passato “

L’atto terzo è anticipato da un preludio intenso e molto elegante, che anticipa i temi drammatici che saranno centrali nella partitura seguente. La scena si svolge un anno dopo, infatti ancora una volta impazza il “Bue grasso” il carnevale di Parigi. Nella sua camera da letto Violetta, soffre, il dottor Grenvil rivela ad Annina che Violetta è in fin di vita (La tisi non le accorda che poche ore). Violetta, rilegge una lettera nella quale, Giorgio Germont, la informava di aver rivelato la verità ad Alfredo che, sta tornando da lei.

Parigi, o cara

Violetta sa che è troppo tardi e tristemente canta la celeberrima romanza “Addio, del passato bei sogni ridenti”. Annina porta una buona notizia: è arrivato Alfredo, i due si abbracciano, e sognano di lasciare Parigi (Parigi, o cara). Anche Giorgio Germont è con lui, e manifesta il suo rimorso. Violetta prega Alfredo di sposarsi con una giovane che lo ami, “ Se una pudica vergine” ,ma di non dimenticarla. Violetta sembra riacquistare le forze, si alza dal letto, ma subito cade morta in braccio al suo amato.

Un grande cast.

Un grande cast per questa edizione de La Traviata; ecco i personaggi e gli interpreti: 

Violetta Valéry       Gilda Fiume,    Nina Muho                                                   Alfredo Germont   Riccardo Della Sciucca, Paolo Lardizzone
Giorgio Germont   Leon Kim  Jorge Martinez                                                  Flora Bervoix Marina Ogii  Gastone Mauro Secci                                             Barone Douphol Nicola Ebau        Marchese d’Obigny Angelo Nardinocchi 

Maestro concertatore e direttore Beatrice Venezi Maestro del coro Giovanni Andreoli 

Coreografia Valentina Escobar Scene Josef Svoboda  Costumi Giancarlo Colis

 regia Henning Brockhaus Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari 

Allestimento dell’Associazione Sferisterio di Macerata e Fondazione Pergolesi-Spontini di Jesi Teatro Lirico di Cagliari via Sant’Alenixedda.

About Daniele Aquilotti

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