Un tassello importante nelle definizione del quanto e del come un essere umano possa invecchiare
Il microbiota intestinale è un ecosistema ad altissima densità composto da miliardi di microrganismi prevalentemente (anche se non esclusivamente) ospitati nel nostro intestino. Di fatto agisce su molteplici aspetti della fisiologia umana con particolare riferimento al regolare funzionamento del sistema immunitario. Inoltre è centrale per le corrette dinamiche del metabolismo energetico (soprattutto grassi e carboidrati). Il microbiota intestinale sembra rappresentare un tassello importante nelle definizione del ‘quanto’ e del ‘come’ un essere umano possa invecchiare.
E’ possibile individuare la presenza nel nostro organismo di batteri in grado di garantirci un invecchiamento di successo? E, se si, con quali strumenti è possibile identificarli? Ciò che attualmente emerge da studi sempre più precisi, è che esiste una sorta di ‘zoccolo duro del nostro microbiota. Questo è costituito da alcune specie batteriche che vivono in vicendevole equilibrio con l’organismo ospitante e al quale forniscono un importante contributo in termini di salute. Nel concreto produce acidi grassi a corta catena’ (Sfca) , fondamentale per l’equilibrio metabolico.
Oggi, lo sviluppo e la messa a punto di nuovi metodi d’analisi del microbiota intestinale fondati sulla identificazione del suo specifico patrimonio genetico grazie a tecniche di diagnostica molecolare, ne hanno permesso una caratterizzazione dettagliata e completa e, conseguentemente, un’eventuale correzione pianificata attraverso opportune strategie integrative.
Microbiota, cosa cambia col passare degli anni?
Ma se esiste ed è documentata la presenza di componenti batteriche ‘di supporto all’età che avanza, perché le modalità dell’invecchiamento possono variare così tanto da soggetto a soggetto? Purtroppo l’abbondanza delle specie batteriche ‘benefiche’, nel grande contesto della cosiddetta ‘flora intestinale’, tende a ridursi quantitativamente e qualitativamente con il progredire dell’età. Ciò che rende possibile la crescita contestuale di specie opportuniste che, approfittando di eventuali spazi lasciati liberi da altri abitanti dell’intestino, occupano impropriamente postazioni strategiche generando condizione progressive di squilibrio, a loro volta in grado di favorire l’insorgenza di stati infiammatori.