Il ricercatore Dominique Genty dal 1992 si addentra nelle gallerie sotterranee nel sud-ovest della Francia per decifrare l’evoluzione del clima. Il paleoclimatologo del Perigord studia i depositi minerali secondari. Questo perché la grotta contiene informazioni importanti. Succede perché l’ossigeno e il carbonio producono delle concrezioni nelle grotte che aiutano gli esperti a capire quale clima ci fosse nel passato.
In questo compito, Genty è coadiuvato da Ludovic Devaux, ex sommozzatore della Marina francese ora assistente ingegnere. Il ricercatore esplora le grotte europee e nordafricane per raccogliere stalagmiti, che servono da archivi climatici.
Nelle stanze del laboratorio di Bordeaux, servendosi di trapano odontoiatrico, lo scienziato campiona la polvere di calcite sulle stalagmiti raccolte e la inserisce in uno spettrometro di massa per misurare la presenza di isotopi di carbonio e decifrare in questo modo il cosiddetto segnale climatico.
Il ricercatore valuta l’attuale riscaldamento causato dall’attività umana con l’ausilio di sensori sotterranei, che ha installato nel 1993 per misurare diversi parametri. Per esempio, a 35 metri sotto terra, in un ambiente ultra stabile, il duo di scienziati aggiorna le temperature registrate con un computer portatile. Proprio facendo queste rilevazioni ha registrato un aumento delle temperature significativo in poco tempo. E questo è un problema da non sottovalutare.