Preoccupante studio sui giovani di una nota organizzazione padovana
Secondo l’immagine proposta dallo studio sostenuto da Fondazione Foresta Onlus di Padova nelle scuole superiori su più di quattromila studenti dei ragazzi uno su tre con genitori anziani ha bisogno di aiuto psicologico . Il piano si chiama “Prevenzione andrologica permanente nelle scuole” e i risultati sono preoccupanti : “Aumenta l’uso di ansiolitici, chi ha i genitori separati tende alla promiscuità sessuale”.
Gli alunni coinvolti
L’ indagine è stata fatta grazie a un insieme di domande fatto avere a 4.383 studenti tra i 18 e i 20 anni (1.781 maschi e 2.592 donne, età media 18,4 anni) presenti nelle scuole superiori del zona di Padova, all’interno del programma “Prevenzione andrologica permanente nelle Scuole”.
…e i risultati del progetto
Gli elementi raccolti – si vede in una nota – hanno messo in luce una crescita del disagio tra i ragazzi che si mostra con un maggior senso di solitudine, con l’aumento di atteggiamenti a rischio come fumo e droghe e un insieme di notizie non accurate nell’ambito della sessualità.
Differenze tra l’inizio del piano e oggi
Il dato principale che si evince dai quesiti – dettaglia la nota – è che con il trascorrere del tempo la costituzione familiare è cambiata. Rispetto a circa 20 anni fa, quando il piano è iniziato, i genitori sono più anziani di quattro anni. La madre ha in media 50.7 di età quando il ragazzo ha 18 anni l’età del padre è 54 anni. In pratica, il ragazzo vive in una famiglia dove c’è stato un balzo generazionale.
Differente modo di vivere tra genitori e figli
I familiari di questi ragazzi oggi diciottenni – afferma la nota – hanno vissuto in una situazione sociale e familiare molto differente da quello in cui si sviluppano i loro pargoli.
Maggior necessità di sostegno psicologico
Un giovane su cinque è figlio di individui separati o divorziati, questo significa che fin dall’inizio dell’adolescenza questi ragazzi trascorrono la loro vita in maniera ansiogena, che provoca l’utilizzo di farmaci di tipo ansiolitico e antidepressivo, ma in particolar modo nella richiesta di un aiuto in campo psicologico che, particolarmente elevata nella rappresentazione globale (31%), aumenta al 40% nei giovani di genitori separati o divorziati. In questa situazione mono-genitoriale, si vede una rilevante crescita di episodi del disagio giovanile: maggiore malcontento verso l’esistenza (27%) e maggiori eventi di autolesionismo (23%).
Maggiori problematiche sessuali
Anche le pratiche di stampo sessuale paiono subire situazioni dei contraccolpi dovuti alla situazione familiare. Nei ragazzi con genitori separati o divorziati accadono spesso relazioni non protette e partner multipli (19% e 14% rispettivamente), le patologie sessualmente trasmesse (2,2%) e l’uso della pillola del giorno dopo nelle giovani ragazze (39%), ma anche un primo rapporto sessuale maggiormente anticipato (i maschi a 16,1 anni con famiglie sposate e a 14,8 in quelle divorziate).
Le affermazioni del massimo esponente della Fondazione Foresta
“Da quindici anni portiamo avanti un progetto che si sviluppa nelle scuole, parlando a migliaia di studenti – sottolinea Carlo Foresta, già docente di Endocrinologia all’Università di Padova e abbiamo raccolto molto materiale per mettere a confronto i cambiamenti nei comportamenti e nello stile di vita dei ragazzi. Già nel 2018 avevamo colto un momento di disagio giovanile molto importante, che emerge da determinati comportamenti come la dispersione scolastica, l’isolamento di tipo sociale, la dipendenza dal cyber sex, i disturbi alimentari. E fin da allora ci eravamo mossi per cercare di capire e soprattutto scoprire come aiutare”.
Le sue ulteriori considerazioni
“Questo è un dato importante – afferma Foresta – perché un conto è avere un genitore di 40 anni e un altro è averne uno di 50 o anche più. Come fondamentale è che il 18% di questi ragazzi sia figlio unico vista l’importanza della socializzazione all’interno di un nucleo familiare”.
Le sue riflessioni finali
“La fotografia che emerge dall’analisi dei questionari che descrivono le sensazioni, le paure, le abitudini dei giovani deve far riflettere sulle realtà che sono alla base di queste reazioni – dice Foresta – Meglio ancora: sono gli adulti a dover riflettere sulle conseguenze che possono svilupparsi nei giovani da quelle che sono state le scelte di vita che la nostra generazione ha imposto ai figli negli ultimi anni. I risultati della ricerca mostrano, una volta ancora, quanto sia importante aprire un dialogo con i ragazzi su temi che il mondo degli adulti continua a trattare come tabù”.