A caccia delle onde gravitazionali e dei misteri dell’Universo, direttamente dalla Sardegna
Il futuro laboratorio del telescopio Einstein sarà una straordinaria opportunità per studiare l’universo attraverso le onde gravitazionali.
Questo progetto ci permetterà di viaggiare nel tempo fino a 13 miliardi di anni fa, quasi fino al Big Bang e all’inizio della formazione dell’Universo. Questa età di 13,4 miliardi di anni è calcolata come l’età approssimativa dell’Universo stesso.
L’Einstein Telescope è dedicato al genio di Albert Einstein, il primo a ipotizzare l’esistenza delle onde gravitazionali che furono scoperte nel 2015. Questo strumento “ascolterà” l’universo attraverso queste onde, che rappresentano la voce o l’eco degli eventi astrofisici più estremi nel cosmo. Ma non è tutto: gli scienziati ci ricordano che fino ad oggi abbiamo una conoscenza limitata dell’universo, comprendendo meno del 5% di ciò che esiste. Questa percentuale corrisponde alla materia ordinaria, di cui noi stessi siamo fatti e che possiamo osservare nel cosmo.
Quanto al restante 95%, sappiamo praticamente nulla. Possiamo concludere, sulla base delle osservazioni degli astrofisici, che esiste un’altra forma di materia chiamata materia oscura e un’energia chiamata energia oscura, entrambe di natura sconosciuta. La materia oscura rappresenta circa il 25% del nostro universo, ma la sua natura rimane una delle più grandi questioni ancora irrisolte nella scienza.
L’Einstein Telescope svolgerà un ruolo fondamentale nel cercare di comprendere questo universo oscuro, contribuendo a verificare alcune ipotesi come quella dei buchi neri primordiali o degli assioni, che sono possibili componenti candidati a costituire la materia oscura. La sua opera di ricerca sarà di fondamentale importanza per affrontare queste grandi sfide scientifiche e rispondere a interrogativi ancora aperti.
Un’opportunità economica e non solo
“E’ un programma che permette al nostro paese di confermarsi tra i più importanti al mondo in campo scientifico, come merita” afferma Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio.
E ha ragione: lo studio delle onde gravitazionali, una delle scoperte più importanti e rivoluzionarie nel campo della fisica degli ultimi cento anni, rappresenta una delle maggiori sfide per la scienza, in particolare fisica e cosmologia, per il futuro.
L’Italia, in effetti, è già una nazione che ospita le strutture che hanno permesso la scoperta delle onde gravitazionali, alle quali il telescopio Einstein si rivolge. L’antenna rivelatrice Virgo, situata a Càscina, in provincia di Pisa, ha contribuito alla prima osservazione di un’onda gravitazionale nel 2015, insieme a un altro strumento americano. Da allora, il lavoro e le scoperte nel campo sono proseguiti con successo. Antonio Zoccoli, presidente dell’Infn (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare), lo ricorda con orgoglio.
La decisione sulla sede del telescopio Einstein dovrebbe essere presa entro la metà del 2025. Tra i contendenti ci sono gli olandesi, che hanno promesso un finanziamento di 870 milioni di euro, parte di una somma che oscilla tra 1 e 2 miliardi. l’Italia non ha ancora offerto cifre precise, a parte gli 80 milioni destinati allo studio di fattibilità del progetto e i fondi promessi dalla Regione Sardegna.
Il progetto ha il sostegno politico di Italia, Olanda, Belgio, Polonia e Spagna. Il “Consorzio ET” riunisce circa quaranta istituti di ricerca e università in vari Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Ungheria, Norvegia, Svizzera e Regno Unito. Gli istituti di ricerca italiani coinvolti nell’Einstein Telescope includono l’Infn, che coordina il progetto, l’Inaf e l’Ingv.
La Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, conferma che gli investimenti necessari saranno effettuati. Durante una visita all’Istituto Nazionale di Astrofisica, afferma: “Crediamo in questa importante impresa non solo per il presente, ma soprattutto per il futuro”. Il nostro paese prevede di investire 1,7 miliardi per la realizzazione del telescopio Einstein, suddivisi nel corso dei 9 anni necessari per completare lo strumento.
La località scelta sarà Sos Enattos, nel comune di Lula, a sud di Olbia.