Flags

Flags la rete che libera il mare

Con Flags i pescatori liberano dai rifiuti i mari dell’isola. In sei mesi di attività prelevate dai fondali oltre due tonnellate di spazzatura

L’iniziativa guidata dall’Università di Cagliari sta coinvolgendo dodici cooperative e venti imbarcazioni collegate ai quattro Flag della Sardegna. I pescatori diventano protagonisti attivi e in qualche modo ambasciatori di un mare pulito e di un pescato sostenibile. Con il progetto “FLAGS – la rete che libera il mare” le imbarcazioni di piccolo e grande cabotaggio hanno raccolto in sei mesi oltre due tonnellate di spazzatura dai fondali intorno all’isola.

Hanno dato così avvio a un’attività che potrebbe essere messa a sistema accanto all’esercizio della pesca. I quattro flag sono quello Orientale, Nord, Sud Occidentale e Pescando. E grazie ad un finanziamento erogato da Argea per la Misura 1.40 del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP).

Gli esiti del progetto sono stati presentati nel corso di una conferenza stampa coordinata da Alessandro Cau, ricercatore e responsabile del progetto per conto dell’ateneo cagliaritano. FLAGS è un gioco di parole tra la sigla dei quattro Gruppi d’azione locale attinenti a pesca e acquacoltura e l’acronimo di “Fishing Litter and Abandoned Gears in Sardinia”.

L’attività sperimentale si è concentrata sulle plastiche e sugli attrezzi da pesca dispersi e abbandonati. In questo progetto sono state coinvolte imbarcazioni di diverso genere e stazza. Le imbarcazioni sono dotate di contenitori e attrezzature per la raccolta e lo stoccaggio a bordo. Ogni natante ha fornito un contributo a seconda del conferimento minimo: venti chili per il piccolo cabotaggio, cinquanta per il piccolo strascico e cento per i grandi strascichi.

Il budget all’inizio ha previsto il coinvolgimento di quattro soggetti per ognuno dei Flag ma la volontà di adesione è stata sorprendente. I soggetti sono diventati dodici cooperative in rappresentanza di venti imbarcazioni. Dalla piccola pesca artigianale e pescaturismo fino ai pescherecci in acciaio da trentacinque metri per la pesca d’altura.

Legge Salvamare

Dal novembre 2022 le imbarcazioni sono riuscite a rimuovere dal mare oltre due tonnellate di spazzatura. Nello specifico sono stati raccolti 1700 oggetti provenienti da ogni zona del Mediterraneo, per una massa complessiva di 2400 chili di rifiuti. Da un punto di vista della massa i rifiuti più incisivi si sono rivelati gli attrezzi da pesca abbandonati. Stiamo parlando in buona misura delle reti perdute sul fondo e che ora possono essere recuperate più agevolmente attraverso l’azione delle reti in attività.

Fino all’approvazione della Legge Salvamare del maggio 2022, i pescatori che rimuovevano la spazzatura in mare venivano sanzionati, in quanto era considerata rifiuto speciale. Il cambio di rotta ha permesso un intervento diretto della categoria. E che consente una notevole riduzione dei costi di smaltimento.

I pescatori hanno svolto un monitoraggio sistematico zona per zona e fornito dati utili alla produzione di strumenti normativi adeguati. Grazie Legge Salvamare questo servizio potrà trovare continuità in maniera sistematica e permanente nel normale corso delle attività di pesca.

About Ilaria Murgia

Ciao sono Ilaria, una studentessa di giurisprudenza, appassionata di storia e archeologia ma anche di calcio, formula 1 e motogp.

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