Se si vuole avere energia completamente green bisogna intervenire subito
Togliere il carbone nell’apparato elettrico italiano sull’energia nel 2035 non è una situazione impossibile. Si può fare, a si inverta subito la situazione. Lo dice una ricerca proposta a Roma, richiesta da Greenpeace Italia, Legambiente e Wwf Italia e creata dal think tank Ecco e Artelys.
Le parole del co-fondatore e direttore di Ecco sulla questione
“La mancanza di un governance sul clima, di meccanismi di monitoraggio e correzione delle politiche, a partire dal processo autorizzativo, ha determinato uno sviluppo ridicolo delle rinnovabili negli ultimi anni. Le perdite di tale ritardo sono cifre a nove zeri“, comunica Matteo Leonardi.
Rispettare gli obblighi
Lo studio mostra quali peculiarità dovrà avere un sistema elettrico italiano sostanzialmente senza carbone nel 2035, con un gradino di medio termine nel 2030. Un obiettivo che consentirà al Belpaese di ottemperare agli obblighi del G7, presi a maggio dello scorso anno, per il comparto elettrico e consolidato in maniere maggiore sotto la recente presidenza giapponese.
I numeri della situazione
Si segnala l’esigenza di un aumento di più di 90 GW di rinnovabili rispetto alla capacità creata nel 2021. Un numero di poco superiore agli 85 GW già preannunciati da Elettricità Futura. Ma anche la necessità di un decisa inversione di marcia rispetto agli odierni livelli di installazione di quest’anno di capacità rinnovabile (circa 8 volte di più).
Gli obiettivi prefissati
Lo scopo è giungere nel 2035 a circa 250 GW di capacità installata rinnovabile (circa 160 nel 2030), per quasi 450 TWh di fabbricazione nazionale (quasi 350TWh nel 2030). La flessibilità avrà un peso importante sui vari livelli temporali (giornaliera, settimanale, stagionale) e avrà bisogno di un mix di tecnologie. Secondo gli studiosi, il contributo del gas fossile nel 2035 “sarà quasi nullo (54 TWh nel 2030)”. Alcuni impianti di produzione termoelettrica saranno ancora utilizzati mediante l’utilizzo di idrogeno e biogas.
Le riflessioni del presidente del Wwf Italia a questo riguardo
“I climatologi sono chiari: abbiamo pochissimi anni per abbattere le emissioni climalteranti ed evitare che il riscaldamento globale raggiunga livelli davvero molto pericolosi e ingestibili“, avverte Luciano Di Tizio. Le fonti rinnovabili, ricorda il massimo esponente dell’organizzazione italiana , soprattutto fotovoltaico ed eolico, assicurano indipendenza, sicurezza energetica, maggiore resilienza agli impatti ormai in atto del cambiamento climatico”.
Le sue ulteriori dichiarazioni
“Nel contempo, dobbiamo accelerare la dismissione delle infrastrutture fossili, dal carbone e al gas. La ricetta c’è, gli ingredienti anche, ora serve la volontà politica: è questo che serve nel prossimo Pniec”, afferma.
No Carbon Capture and Storage!
La situazione della ricerca non considera alcun ricorso al Carbon Capture and Storage (Ccs), tecnologia chiaramente “eccessivamente onerosa e dipendente da sinergie con la filiera di petrolio e gas”, e pone limiti al quantitativo di energia importata, per scongiurare il fatto che il sistema si affidi troppo ad approvvigionamenti energetici provenienti da oltre confine. Ciò implica un livello di investimento in batterie non inferiore alle stime create dai gestori di rete europei e di mettere una soglia alla capacità di produzione elettrica da biomasse, oltre che una sufficiente produzione di idrogeno verde per il comparto industriale.
Le asserzioni del presidente nazionale di Legambiente
“La transizione energetica passa prima di tutto attraverso le rinnovabili, l’efficienza e l’innovazione” -afferma Stefano Ciafani -“sono la strada giusta da percorrere ma il nostro Paese deve accelerare il passo, velocizzando gli iter autorizzativi”.
Le sue ulteriori riflessioni
“L’Italia ha tutte le caratteristiche per diventare un hub strategico delle rinnovabili, e non del gas come invece vuole il Governo Meloni, ma per farlo deve trovare il coraggio -ribadisce Ciafani-di archiviare gli ingenti sussidi alle fonti fossili e deve essere capace di autorizzare in pochi mesi i nuovi impianti a fonti pulite”.
Bisogna fare presto!
Ciafani parla dei nuovi piani nel campo del fotovoltaico ed eolico, chiedendo che si faccia presto nella creazione di importanti impianti, la crescita dell’agri-voltaico, di reti e accumuli, della diffusione delle comunità energetiche e degli impianti di digestione anaerobica, rifacendo le esperienze virtuose e dell’apertura di cantieri che vanno nella giusta direzione della transizione ecologica.
Quello che sarà obbligatorio fare
Affinché l’apparato elettrico senza carbone al 2035 sia possibile ad un costo relativamente contenuto, saranno dunque essenziali varie politiche abilitanti. A cominciare dalla coerenza del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (Pniec) con gli scopi senza il carbone.
Le affermazioni
“L’analisi che presentiamo dimostra come, anche in Italia, la transizione energetica verso una base completamente rinnovabile del sistema elettrico sia ampiamente possibile e con tecnologie già disponibili“, osserva Giuseppe Onufrio. ,
…e le conclusioni del direttore esecutivo di Greenpeace Italia a tal proposito
“Combattere la crisi climatica implica soprattutto un cambio di paradigma energetico: occorre elettrificare progressivamente gli usi dell’energia e produrre idrogeno da rinnovabili ove necessario. Si può fare, si deve fare. Chi continua a negarlo, si attesta su posizioni ideologiche a conservazione del sistema fossile“.