Importante sito che parla dell’incredibile vicende nuragiche della Sardegna
Steso in un corridoio, i piedi disposti verso l’uscio. Lo scheletro di Sisaia venne rinvenuto nel buio di una grotta della valle di Lanaitho. Sisaia è esistito intorno al 1800 a.C. Era una persona di alto rango. Di lei conosciamo il viso. L’omaggio al suo loculo è una circostanza obbligata del NurArcheo Park. Bosco Seleni, che si trova a 1000 metri di altezza. Vertigine di arbusti, nuraghi, tombe dei giganti. Da ieri qualcosa in più. Un parco a tema unico nel suo tipo ideato dalla cooperativa “La Nuova Luna” assieme a Comune di Lanusei e Fondazione di Sardegna.
L’imbarcazione
Un relitto affiora tra il suolo e i lecci. Non una visione per marinai di foresta ma un imbarcazione ispirata al rottame di Uluburun, rinvenuto nel 1982 al largo del litorale turco, il più arcaico del mar Mediterraneo. Aveva a bordo un carico importante, antico di 3000 anni. Una storia di millenni, da esibire e di cui essere orgogliosi, da trasmettere ai bimbi.
Le persone che hanno cooperato
È questo l’obiettivo del parco a cui hanno collaborato Nicola Dessì, Francesco Carta, ai cui disegni sono ispirate le strutture, Antonello Angheleddu, ideatore della mascotte, la facoltà di Paleontologia dell’Università di Cagliari. Tra gli importanti collaboratori il Politecnico di Milano e l’Università di Chicago.
Camminare tra storia e arbusti e quiete
Camminando tra i miraggi dell’Isola, dall’epoca preistorica ai Giganti di Mont’e Prama. Le aree di questo museo non possiedono mura ma arbusti. La capanna delle riunioni conduce al silenzio, come in attesa che il capo possa prendere la parola. Il cammino tra alberi e silenzi conduce all’epoca tardo nuragica. La riproduzione della Rotonda con un catino di Sedda de Sos Carros di Oliena è un elemento di assoluto pregio. I pannelli sono in tre idiomi, prima di tutto sardo, la lingua delle viscere. Una moderna colonna fa ripensare al conflitto del Delta del Nilo, come descritta in un mitico bassorilievo. La foto più importante è quella dei soldati di shardana.
La matrona della dimora
Lei è Seleni. Il suo viso cartoon è l’emblema del parco, l’importante immagine di bronzo, ad immortale gloria, si trova al museo archeologico di Cagliari. All’ombra di un’altera digitale in pieno fiore l’esatta riproduzione della stele di Nora. Segni fenici, l’ombra di un suono misterioso diventato epica. Un triennio di lavoro, metodi di costruzione arcaici ma ligi degli standard attuali. Modelli di nuraghe, di pozzi, di un tempio a megaron smontabile. «E dentro il pozzo c’è l’acqua», osserva uno shardana di otto anni.
L’incipit
Il sindaco Davide Burchi ha tagliato (l’antico) nastro insieme all’assessore regionale al Turismo Marco Porcu.
Le affermazioni del primo cittadino del Comune di Lanusei
«Il parco valorizza la nostra cultura e la rende fruibile a tutte le fasce d’età. Grazie alla coop La Nuova Luna, a cui va il merito di averci regalato un unicum. Un ottimo esempio di come pubblico e privato possano fondersi alla perfezione».
…e quelle dell’Assessore del turismo
«La presenza di così tanti rappresentanti dei paesi vicini ci dice come tutte le attrattive aiutino il territorio. Questo è un bosco meraviglioso con un’installazione che illumina la civiltà nuragica. Attrattori di questi tipo sono la chiave per valorizzare le zone interne».
Le parole dell’ideatore dell’iniziativa
«Questo parco vuole portare avanti il concetto di Sardegna come terra di inclusione -afferma Salvatore Acampora-e non di dominazione, attraverso dati, lingua, la cultura. Il vascello chiude il percorso e dice quanto sia stata forte la relazione della Sardegna con il Mediterraneo»