Lo studio del progetto “THE LAST LAMENTATION” dell’artista e performer Valentina Medda
Oggi al Faro di Sant’Elia a Cagliari va in scena il primo studio performativo del progetto The Last Lamentation di Valentina Medda.
Sguardo puntato verso il mare per assistere a una rivisitazione contemporanea del lamento funebre, qui dedicato al Mediterraneo. Una performance dall’alto impatto emotivo.
Alle 20 al Faro di Sant’Elia (Cagliari), uno dei luoghi più belli ed emblematici della città, alla luce suggestiva del tramonto e di fronte all’immensità del mare. Si svolge il primo studio performativo aperto al pubblico di The Last Lamentation (Studio1). Il progetto dell’artista Valentina Medda realizzato grazie al sostegno di Italian Council (XI edizione, 2022), programma di promozione internazionale dell’arte italiana della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il Festival Respiro
Questo primo studio performativo sarà presentato all’interno della programmazione di Respiro. Il Festival nomade di arti performative e pratiche sensibili, in collaborazione con ZEIT e nell’ambito della coproduzione della rete europea larga scala Stronger Peripheries, di cui i produttori sono Sardegna Teatro, Bunker (Lubljana) e L’Arboreto. L’evento vede il coinvolgimento di 13 performers, professioniste e non, vestite a lutto e di spalle al pubblico, impegnate in un lento rituale vocalistico di grande forza ipnotica: “una sorta di preghiera preverbale”, afferma Medda, “la scomposizione e destrutturazione di un pianto i cui suoni si stratificano” . Modulato dalle musiche composte da Claudia Ciceroni con Alessandro Olla, qui in un intervento live in collaborazione con l’Universitat Politècnica de València.
La performance
Nella performance l’artista indaga la tradizione del pianto rituale funebre nel Mediterraneo collocandola al centro della sua riflessione artistica. The Last Lamentation è una rivisitazione in chiave contemporanea di questa antica tradizione, una pratica ancora in uso in alcuni paesi del Mediterraneo. Si richiama con grande forza al presente, alle questioni più urgenti dell’attualità, come quella della tragedia dei migranti e al ruolo della donna nella società. “Fin dall’inizio del progetto è stato per noi importante includere delle voci migranti”, dichiara l’artista, a sottolineare la profonda valenza politica di questo lavoro. Eccezionalmente fruibile in un luogo altrettanto simbolico, come il Faro Sant’Elia, di fatto inserito in una base militare, con l’imponente radar che incombe sul paesaggio.
Il progetto
Il progetto giunge a questa prima rappresentazione dopo una lunga fase di ricerca. Nei mesi scorsi, insieme alla curatrice Maria Paola Zedda. L’artista ha cercato alcune donne come performers attraverso una call pubblica rivolta a chiunque senza limiti di età né di provenienza. A partire da un workshop, nel corso del quale è stato possibile costruire . In collaborazione con la vocal trainer e compositrice Claudia Ciceroni, una partitura fisica e vocalica, è stato coinvolto Filippo Grandulli, stilista dalla visibilità internazionale, per disegnare i vestiti delle donne da affidare alla cooperativa La Matrioska impegnata nella formazione sartoriale per donne migranti.
Le prossime tappe
La prossima tappa del progetto sarà la presentazione in autunno del video della performance al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, che acquisirà il lavoro nelle proprie collezioni.
Il progetto è realizzato da un partenariato internazionale che lega ZEIT (capofila), Museo MAN di Nuoro, Teatro di Sardegna, Arts Centre 404 / VierNulVier (Ghent, BE), Flux Factory (NYC). In collaborazione con la Fondazione Sardegna Film Commission, e sostenuta da ARS – Arte Condivisa in Sardegna per la Fondazione di Sardegna.
La biografia della performer
Valentina Medda è un’artista interdisciplinare sarda che vive a Bologna. La sua pratica artistica si snoda tra immagine, performance e interventi site-specific. Indagando la relazione tra pubblico e privato, corpo e architettura, città e appartenenza sociale. Il suo lavoro è stato esposto e gira in contesti artistici e performativi nazionali e internazionali da Bologna, Milano, Cagliari a Parigi, New York, Beirut, Bruxelles e Amsterdam.
Alcuni dei lavori della performer
È stata artista in residenza presso VOORUIT di Gent, BAR di Beirut, Cité des Arts, Parigi, Flux Factory, NY, Les bains connective, Bruxelles, MaisonVentidue, Bologna. Nel 2019 è stata invitata al Grand Tour d’Italie, progetto di networking internazionale della Direzione Generale Contemporanea del Ministero della Cultura. Ha ricevuto il Fondo Cimetta per la mobilità artistica, Movin up della Regione Emilia Romagna, IAP Mentorship della NYFA – New York Foundation for Arts e Tina Art PRIZE. Il suo progetto Cities by Night Across Borders, è stato selezionato tra i 19 vincitori del programma europeo “Perform Europe”.