Dal 14 luglio al 12 novembre, la mostra di uno dei più grandi artisti che hanno avuto poca fortuna e risonanza
Henri Matisse, uno dei più grandi artisti del Novecento, è ancora trascurato nella sua produzione scultorea. Sebbene la pittura fosse il suo mezzo espressivo principale, Matisse ha condotto contemporaneamente una riflessione sulla scultura e sull’incisione, diventando uno degli artisti più completi del secolo scorso.
La mostra, inaugurata presso il Museo MAN in Italia dedica finalmente un’attenzione speciale alla scultura di Henri Matisse. Il progetto espositivo, curato da Chiara Gatti, rilegge e adatta il concetto originale della mostra “Matisse Métamorphoses” presentata nel 2019 presso la Kunsthaus di Zurigo e il Museo Matisse di Nizza, adattandolo agli spazi del museo sardo.
Questa mostra rappresenta un’opportunità per ripensare Matisse e riconsiderare il ruolo della sua opera nel panorama artistico della prima metà del XX secolo, alla luce di una ricerca estetica più ampia che trova nella scultura un veicolo per nuove e rivoluzionarie soluzioni formali. L’opera scultorea di Matisse rivela una vita parallela rispetto a quella del colorista, una doppia anima votata alla materia, al volume e allo spazio, che merita di essere messa in relazione con quella di altri grandi scultori del XX secolo, eredi della lezione di Auguste Rodin e divenuti geni dell’avanguardia, come Brancusi, Giacometti, Boccioni e Wotruba.
Tra la scultura e il dipinto
Attraverso circa 30 sculture, disegni, incisioni, fotografie d’epoca e pellicole originali, la mostra esplora il percorso creativo di Matisse e la sua trasformazione della figura attraverso variazioni seriali. Sequenze di bronzi datate dagli anni Dieci agli anni Trenta sono presentate insieme ai soggetti che si sviluppano in diverse fasi, e sono accostate alle fonti di ispirazione dell’artista, tra cui fotografie di nudi e modelle in posa. Inoltre, una selezione di pochi dipinti svela la doppia anima della sua ricerca parallela, pittorica e scultorea, concentrandosi sui temi dominanti del nudo, della danza e dell’odalisca.
La figura umana è stata il tema principe della tensione artistica di Matisse verso la sintesi. Dall’indagine sul corpo, la postura, il gesto e la fisionomia, Matisse ha sviluppato un percorso di riduzione geometrica dell’immagine che ha portato a un’astrazione ai limiti del radicale. Lo spazio circostante condiziona un sistema di relazioni sottili tra la sostanza fisica e il vuoto abitato, tra i gesti e le linee dinamiche che disegnano nell’aria.
La mostra, inoltre, evidenzia come il processo di metamorfosi artistica sia presente non solo nella scultura, ma anche nella pittura di Matisse. Mentre la critica ha ampiamente studiato tale processo nella sua pittura, la mostra mette in evidenza come i confini tra le tecniche siano fluidi, considerando la scultura e la grafica come strumenti di indagine strettamente connessi alla pittura stessa. Opere come l'”Odalisca” del Museo Novecento di Milano trovano corrispondenze e relazioni sottili con disegni e bronzi coevi, e l’intera sequenza viene presentata nella mostra.