La foresta amazzonica, definita come il “polmone del pianeta“, non sta funzionando correttamente a causa dei cambiamenti climatici. Uno studio ha rivelato che la foresta ora emette più CO2 di quanto riesca ad assorbire, precisamente un miliardo e mezzo di tonnellate all’anno. Nel mentre, la vegetazione riesce a sottrarne solo mezzo miliardo di tonnellate.
Questo saldo negativo di un miliardo di tonnellate equivale alle emissioni annuali totali del Giappone. I ricercatori sottolineano che questi dati sottolineano la necessità urgente di ridurre l’impatto dell’anidride carbonica sulla Terra.
Lo studio ha confermato ciò che già si sospettava da tempo. La maggior parte delle emissioni è causata dagli incendi dolosi. Molti dei quali sono appositamente provocati per liberare spazio per l’agricoltura intensiva, come la produzione di carne bovina e soia. Tuttavia, anche senza gli incendi, l’aumento delle temperature e la siccità, favoriti dalla deforestazione, sarebbero comunque sufficienti a trasformare l’Amazzonia sud-orientale, che un tempo era un pozzo inesauribile di ossigeno e aveva assorbito circa un quarto di tutte le emissioni di combustibili fossili dal 1960, in una fonte di CO2.
Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato criticato a lungo per aver promosso una deforestazione sfrenata, che negli ultimi 12 anni ha raggiunto livelli record. Gli incendi nell’Amazzonia hanno causato danni significativi nel mese di giugno, i peggiori dal 2007.
Secondo un documento del Parlamento europeo che cita dati del sistema di monitoraggio dell’Istituto nazionale brasiliano per la ricerca spaziale, la deforestazione nell’Amazzonia legale, che comprende nove stati federali nella regione amazzonica, è stata di 11.594 chilometri quadrati tra agosto 2021 e luglio 2022. Questa area corrisponde approssimativamente alla dimensione del Montenegro. Il tasso di deforestazione registrato rappresenta una diminuzione dell’11% rispetto ai livelli del 2021.