Lo stress è spesso correlato ad una condizione negativa di stanchezza e si manifesta come pile scariche o, al contrario, come eccesso di nervosismo per la tensione accumulata.
Spesso i giovani usano questa parola per descrivere uno stato d’animo negativo, ma non sempre è così. Lo stress è spesso correlato ad una condizione negativa di stanchezza, esaurimento nervoso; si manifesta come pile scariche o, al contrario, come eccesso di nervosismo per la tensione accumulata. Ma è solo una parte di questo concetto, che in realtà vive anche di una enunciazione positiva, poco nota ma classificabile come “eustress”.
In questo podcast dell’orientatrice Asnor Giada Stella, proviamo ad esplorare l’esigenza di cambiare il paradigma generalmente accettato, attingendo alla Psicologia Positiva di Seligman per sottolineare una rivoluzione concettuale. Una rivoluzione che ha modificato e continua a modificare sia la cultura che le pratiche adottate dai professionisti del settore psicologico. Professionisti che promuovono e rinforzano la salute ed il benessere umano.
Nella transizione concettuale del vecchio paradigma in quello più aggiornato, anche l’eustress trova una sua collocazione logica importante quanto lo stress negativo, con molteplici conseguenze sulle strategie pratiche da adottare al fine di ridurre i danni dello stress negativo e promuovere quello positivo per incrementare il nostro benessere e la nostra salute psicofisica.
Come riconoscerli, allora? Ce lo spiega my personaltrainer.
Lo stress positivo si definisce eustress. E’ lo stress che ci aiuta a trovare una motivazione, a migliorare la nostra produttività e a raggiungere i nostri obiettivi. È probabile che una persona che si sente sicura delle proprie capacità sperimenti uno stress positivo. Se invece percepisce una situazione di minaccia e di angoscia, allora proverà uno stress negativo, il distress, accompagnato da sintomi psicofisici come insonnia o mal di testa.
L’eustress è faticoso ed esigente con il soggetto e con l’ambiente, è più positivo perché ci si vede sempre capaci di fare tutto e si prevede la possibilità di raggiungere la meta. Ma, bisogna monitorare anche l’eustress, perchè come ogni cosa, quando è in eccesso è inappropriata. Non bisogna esagerare.
Con il distress viene fuori la versione più negativa di noi stessi. Fin dall’inizio mettiamo in discussione la possibilità di riuscire a portare a termine un obiettivo e le nostre capacità, e così emerge il “non lo faccio e così evito i problemi”.