Sostenibilità e benessere al centro della strategia dell’Ue per raggiungere la neutralità climatica

Sostenibilità e benessere al centro della strategia dell’Ue

L’impegno della Ue nella realizzazione ad una sostenibile neutralità climatica passa attraverso la Commissione Europea presentando la relazione di previsione strategica 2023, nella quale analizza le modalità per porre “la sostenibilità e il benessere della persona al centro dell’autonomia strategica aperta dell’Europa” e propone dieci interventi concreti a tal fine.

Un nuovo modello economico

Tra le sfide che attendono l’Unione nel percorso di transizione verso la sostenibilità impossibile non parlare della necessità di un nuovo modello economico, incentrato sul benessere della persona e sulla natura, dissociando la crescita economica dall’uso delle risorse e passando a una produzione e un consumo più sostenibili. Una percentuale che può toccare il 75 % delle imprese della zona euro dipende fortemente dalle risorse naturali. Le tre componenti economica, sociale e ambientale della sostenibilità sono connesse indissolubilmente, inoltre cresce la domanda di competenze adeguate a un futuro sostenibile. Per la competitività dell’UE sarà fondamentale la disponibilità di lavoratori dotati di competenze tecniche e trasversali adeguate: attualmente l’85 % delle imprese dell’Unione manca di personale con le competenze necessarie per accompagnare la duplice transizione verde e digitale.

Dieci ambiti d’intervento

La relazione odierna indica dieci punti in cui occorre una risposta politica dell’UE affinché la transizione verso la sostenibilità e la neutralità climatica rimanga incentrata sul benessere della persona e della società. 

  1. Nuovo contratto sociale europeo, con rinnovate politiche di protezione sociale e un’attenzione particolare alla disponibilità di servizi sociali di alta qualità.
  2. Approfondimento del mercato unico per promuovere un’economia resiliente a zero emissioni nette, con particolare attenzione all’autonomia strategica aperta e alla sicurezza economica.
  3. Aumento dell’offerta dell’UE sulla scena mondiale per rafforzare la cooperazione con i partner fondamentali.
  4. Sostegno all’evoluzione di produzione e consumo verso la sostenibilità, orientando la regolamentazione e promuovendo stili di vita equilibrati.
  5. Evoluzione in una “Europa degli investimenti” mediante interventi pubblici per incentivare i flussi finanziari verso le transizioni.
  6. Adeguamento dei bilanci pubblici alla sostenibilità grazie all’efficienza dell’imposizione e della spesa pubblica.
  7. Ulteriore spostamento degli indicatori politici ed economici verso il benessere sostenibile e inclusivo, anche adeguando il PIL relativamente a diversi fattori.
  8. Possibilità per tutti gli europei di contribuire alla transizione tramite una maggiore partecipazione al mercato del lavoro e l’enfasi sulle competenze future.
  9. Rafforzamento della democrazia imperniando la formazione delle politiche sull’equità generazionale così da rafforzare il sostegno alle transizioni.
  10. Integrazione della protezione civile con la “prevenzione civile” tramite il potenziamento dello strumentario dell’UE in materia di preparazione e risposta.

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