La XV edizione del NurArcheoFestival torna a Tortolì e Arbatax. Le ospiti d’eccezione sono Anna Bonaiuto e Iaia Forte
Ancora due serate piene per il NurArcheoFestival, con due stelle del firmamento del teatro e del cinema italiani. Fra domani, mercoledì 26, e giovedì 27 luglio approdano al Santuario nuragico di S’Arcu ‘e is Forros di Villagrande Strisaili due attrici di spessore come Anna Bonaiuto e Iaia Forte, anche direttrice artistica del festival insieme a Rita Atzeri, sotto le insegne del Crogiuolo.
26 luglio
L’AMICA GENIALE
Bonaiuto leggerà domani (il 26), alle 20, L’AMICA GENIALE di Elena Ferrante, il caso letterario che ha travolto milioni di lettori in tutto il mondo. L’intensità espressiva della Bonaiuto pennella le avventure di Elena e Lila, le giovani protagoniste, cresciute in un rione della periferia di Napoli, prende per mano i lettori e li conduce nel mondo dell’autrice (che ancora si è svelata), in un racconto quasi ossessivo di storie di donne, plasmate, distorte e talvolta distrutte dalla realtà che le circonda, più spesso ancora dagli uomini.
Ferrante scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale. Il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni dipingono un rapporto autentico e tormentato.
Sullo sfondo, tra una folla di personaggi minori, scorre la storia del nostro Paese dagli anni ’50 a oggi. La lettura di Anna Bonaiuto sarà divisa in quattro momenti, uno per volume, a partire dall’incipit e brani dell’infanzia, dal primo, e poi, via via, brani da “Storia del nuovo cognome”, “Storia di chi fugge e chi resta”, “Storia della bambina perduta”.
“Nel 1994 lessi il primo libro di Elena Ferrante e insieme con Mario Martone decidemmo subito di farne un film. Era L’Amore molesto”, racconta Anna Bonaiuto. “Fu un successo insperato e aumentò la curiosità per questa scrittrice che voleva restare sconosciuta. Cosa che in una società dove tutti vogliono esistere e parlare di sé mi sembrava un miracolo. Da allora la Ferrante ha incrociato spesso la mia vita con letture in presenza e con la registrazione di tutti i suoi libri. E rileggere l’Amica geniale con l’audiolibro e’ stata una nuova esperienza. Era il piacere di scoprire cose nascoste, approfondire e riprovare piacere con una storia che racconta una grande e lacerante amicizia. E i cambiamenti, nel bene e nel male, dell’Italia e degli italiani”.
L’ISOLA CHE SONO IO
Ma non finisce qui, domani si conclude la prima edizione di Isole, la sezione del NAF dedicata a cinema, teatro, musica e arte, con la direzione artistica della regista e autrice Ysé Brisson (FDFC-Festival Droits des Femmes & Cinéma) e del giornalista e critico Mario Serenellini (Le Plateau de la Méduse, Paris-Milano).
Nell’Ex Blocchiera Falchi di Tortolì la prima mondiale de L’ISOLA CHE SONO IO di Mary Apple, con Ginevra Gilli all’arpa celtica e Mary Apple. Insieme ripercorrono la storia fantastica e struggente raccontata in una pièce del 1921 da James Matthew Barry, l’autore di Peter Pan.
27 luglio
MUSICA PER CAMALEONTI
La sera dopo, giovedì 27, sempre al Santuario nuragico di Villagrande alle 20, ecco la prima nazionale di MUSICA PER CAMALEONTI con Iaia Forte e Tommaso Ragno, altro interprete poliedrico, volto noto di teatro, cinema, tv, di grande talento. Uno spettacolo dedicato al genio dello scrittore americano Truman Capote, al suo stile letterario, allo sguardo sul mondo, l’ironia, la cattiveria e la pietà che ha verso gli esseri umani.
Due racconti tratti dal suo libro Musica per camaleonti. Nel primo, Una giornata di lavoro, Capote segue la sua donna delle pulizie durante un’intera giornata nelle case dove lei lavora. Nel secondo, Una bellissima bambina, lo scrittore dialoga con Marilyn Monroe mentre si celebra il funerale di una famosa insegnante di recitazione.
“Truman Capote è uno scrittore che ci ha sempre appassionati “, spiegano Iaia Forte e Tommaso Ragno. “Leggendo questi racconti, ci sentiamo non più unicamente lettori, ma testimoni diretti. Ci sembra di essere tra loro. In entrambi c’è non solo uno sguardo personale sull’America, ma c’è Capote in prima persona, con tutta la sua arguzia e sottigliezza, che dialoga con due bellissime figure femminili. Lo scrittore le ritrae con una tale vividezza che non possiamo fare a meno di amarle. Ed è proprio questa capacità di Capote di rendere così vivi i personaggi che ci ha fatto desiderare di incarnarli e di portarli in scena”.
STORIE SELVATICHE
A seguire, alle 21.15, va in scena Lorenza Zambon con STORIE SELVATICHE (produzione La Casa degli Alfieri), tre storie d’amore, tre insolite passioni nate fra certe donne, certi uomini, certi “luoghi potenti”: Il giardino nascosto di Nonna Pupa, in cui si narra di un’anziana signora, maestra di giardinaggio “estremo”, che ha trovato una specie di discarica incastrata in una frattura del paesaggio e ne ha fatto un luogo magico, una porta verso un’altra dimensione.
Il Lago che combatte, l’incredibile storia di un lago naturale nato da solo dentro la città di Roma, della sua lussureggiante rinaturazione selvaggia e degli umani che lo hanno difeso “immaginato, amato e conosciuto”, e Rito, dove si scopre che i riti non si inventano, ma nascono, a volte nascono anche durante la pandemia, quando gli abitanti della Casa degli Alfieri si ritrovano chiusi fuori.
WHY, CLIMTENNESTRA, WHY?
Poi, ancora, il 27 l’area archeologica S’Ortali ‘e Su Monti di Tortolì ospita alle 21.30 WHY, CLIMTENNESTRA, WHY?, tratto da Clitennestra o del crimine di Margherite Yourcenar, regia di Maria Assunta Calvisi (produzione Effimero Meraviglioso), con Miana Merisi, i danzatori Alessandra Corona e Guido Tuveri, la voce fuori campo di Luigi Tontoranelli, le musiche di Thomas Lentakis, i costumi di Marco Nateri (produzione Effimero meraviglioso, Asmed, ACPW).
Il testo è inserito in Fuochi, dove la Yourcenar ha raccolto una serie di prose liriche collegate dal tema dell’amore, che nel caso di Clitennestra si confonde disperatamente con quello della vendetta.
28 luglio
LA VOCE DEL SENTERIO
E il ciclo di spettacoli ospitati fra Tortolì e Arbatax si chiude venerdì 28 a S’Ortali ‘e Su Monti, alle 20, con LA VOCE DEL SENTIERO, regia di Romano Foddai, con Maria Paola Dessì, Francesco Petretto, Stefano Petretto, una produzione Teatro S’Arza.
Lo spettacolo nasce dallo sforzo narrativo di utilizzare la millenaria cultura popolare, sedimentata nei secoli, come ultimo strumento possibile per potersi orientare nel presente individuando la giusta direzione da percorrere nel tortuoso e accidentato cammino dell’esistenza moderna.