Intervista a Andrea Selis e Irene Filippino, rappresentanti del Comitato per i Diritti degli Educatori/Educatrici Professionali della Sardegna
Il Comitato per i Diritti degli Educatori/Educatrici Professionli della Sardegna nasce dalla volontà di educatori e pedagogisti di promuovere la tutela della loro figura professionale. A rappresentarlo in questa intervista Andrea Selis e Irene Filippino.
“Il Comitato di cui facciamo parte nasce dalla volontà e necessità di professionisti del settore per promuovere la tutela della nostra figura professionale – commenta Andrea Selis, uno dei rappresentanti del Comitato-, per questo motivo chiediamo il riconoscimento del lavoro usurante e una maggiore assunzione di responsabilità delle istituzioni e dei sindacati”.
“Come educatori riteniamo che il nostro ruolo debba essere maggiormente riconosciuto e valorizzato socialmente, economicamente e contrattualmente – continua Andrea-, inoltre nella veste di Comitato abbiamo deciso di non restare fermi e di riunirci per “combattere” queste ingiustizie e creare spazi di riflessione, informazione e sensibilizzazione”.
Risulta fondamentale la sensibilizzazione degli addetti ai lavori per una presa di coscienza e una eventuale mobilitazione. Allo stesso tempo quella verso la gente comune, affinchè ci sia un maggiore riconoscimento sociale.
Sensibilizzazione della popolazione e degli addetti ai lavori
“Il lavoro educativo è silente, perchè per quanto importante a livello sociale non è considerato nel giusto modo – afferma Irene Filippino, l’altra rappresentante del Comitato-, questo più che altro, fa si che molte persone non sappiano esattamente cosa facciamo infatti una delle domande ricorrenti è: ” di cosa ti occupi?” Fenomeno che ci ha fatto riflettere molto in qualità di Comitato sul fatto che sia rilevante, incidendo socialmente, sensibilizzare la popolazione. Ad esempio attraverso delle assemblee cittadine dove andremo a spiegare quello che è la professione degli educatori quotidianamente”.
“Per quello che riguarda i nostri colleghi, con grande rammarico, ci siamo resi conto che non c’è una grande adesione -conclude Irene-, a tal proposito abbiamo pensato di fare rete tra gli educatori per avere un maggiore riscontro e per sostenerci a vicenda nell’affrontare le varie problematiche che si presenteranno di volta in volta”.