Martedì 25 luglio la Feltrinelli di via Roma 11 a Cagliari ha ospitato il reading di Giovanni Anzaldo, autore del romanzo “Raudo e i cuori nel caffè“, edito da Solferino. Secondo libro per l’autore torinese che si cimenta con un nuovo romanzo, dopo l’esordio del 2021 “Vite al macello“.
Stavolta il protagonista è Ennio, un wannabe musicista, che all’attivo ha soltanto una canzone” Il cane dell’appartamento“. I continui flashback permettono al lettore di ricostruire la storia come i pezzi di un puzzle. È il racconto di una storia d’amore appena finita. Ennio, suo malgrado, è il Dante 2.0 di una Divina Commedia che trova la sublimazione in ogni singolo ricordo: ogni angolo della città di Torino, amata e odiata, è testimone oculare di una sfacciata felicità che si trasforma in perdita e desolazione. Si parte dalla descrizione dell’ incontro romantico e fatale con la sua amata V., così unico da stabilire una frattura tra. un passato idilliaco e un futuro impossibile da giustificare con qualsiasi altra donna. Le mura della città sono l’incarnazione del dolore di Ennio.
Qui entra in scena Raudo, bulldog cieco da un occhio e zoppo per giunta. Il cane assiste all’incontro dei due innamorati e sarà egli stesso vittima dell’abbandono della donna. Elogio dell’imperfezione? O un tentativo dell’autore di sfuggire alle pose plastiche che ci somministra costantemente la società in cui viviamo?
Ma l’amore è cieco, e anche Ennio lo è perché rifiuta l’evidenza e preferisce affogare tra lacrime e ricordi. Qui si compie il suo personalissimo viaggio dell’eroe in un vortice di pensieri che sembrano sabbie mobili. L’incapacità di gestire le forti emozioni, le mura di una città diventata improvvisamente una bolla di soffocante solitudine. La vita è anche perdita e avere accanto qualcuno come Sandrino, ex scassinatore e armeggione è un privilegio di cui Ennio non è del tutto consapevole; il grillo parlante che per definizione non è richiesto ma necessario per disinnescare la bomba nel cuore del protagonista. Per accogliere nuove verità ci vuole un cuore aperto e allenato. Quando la fatica è troppa un amico vero ci riporta in carreggiata. Questo è il vero compito di Sandrino.
La storia di Ennio è buffa, tenera, ironica, vera. Il male di vivere di un amore che non funziona più e il conto in rosso di una vita precaria. Anzaldo racconta con un linguaggio giovane e brillante una storia come tante, che conserva la magia dell’innamoramento, pone l’accento sul pericoloso crinale della malinconia e dell’idealizzazione. Quando si rompe qualcosa, bisogna partire dai cocci, come fosse un kintsugi del cuore. In che modo si mettono insieme i pezzi rotti? Con l’oro della pazienza. E se davanti a un sorriso normale ci scopriamo a sognare è perché siamo pronti ad aprire le ali verso terre nuove e sconosciute.
Note sull’autore
Giovanni Anzaldo si diploma alla scuola di Teatro stabile di Torino. Ha vinto diversi premi, tra cui il Premio Ubu (2010). Ha recitato tra gli altri in film Il capitale umano di Paolo Virzì (2013), Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi (2017). Ricordi di Valerio Mieli (2018), Il grande giorno di Massimo Venier (2022). Ha scritto e diretto lo spettacolo teatrale Sullo stress del piccione (2014).
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