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Sono i turisti stranieri a popolare la Sardegna: gli italiani riducono del 20% il tempo medio di soggiorno
I connazionali, visti gli esorbitanti aumenti di aerei, navi e traghetti, abbandonano l’idea di una vacanza in Sardegna. La scelta ricade così in città estere, nettamente più economiche. La stagione 2023 è una stagione che Federalberghi Sardegna definisce come esplosiva e poi ridimensionata in corsa: a diminuire non è infatti soltanto il numero di turisti italiani nell’Isola, ma anche il tempo medio di permanenza.
Contro l’usuale settimana di vacanza in hotel o in un resort degli anni precedenti, quest’anno sono generalmente 4 i giorni di un soggiorno medio. Nonostante il bilancio si faccia a fine stagione, si prevedono dei dati e dei numeri simili a quelli della stagione 2019, l’anno spartiacque pre-pandemia e di vero e proprio boom. Nemmeno agosto promette bene stavolta: “Anche le principali agenzie italiane stanno comunicando che sul segmento ‘mare Italia’ nel mese di agosto c’è ancora molto invenduto”, spiega Paolo Manca, presidente regionale dell’associazione che riunisce gli albergatori sardi.
L’annata del last minute
“Stiamo registrando un last minute estremo, quasi un ‘last second’ sulle prenotazioni – afferma il presidente regionale – dovuto all’incertezza e all’instabilità legate all’inflazione e all’aumento dei prezzi, che pesano sulle famiglie italiane”. “Questo porta gli operatori a uscire con offerte eccessivamente ribassate e si rischia la schizofrenia tariffaria, con situazioni in cui per lo stesso prodotto e nello stesso periodo vengano pagate tariffe diverse, questo non è un bene né per i clienti né per gli operatori che anche a parità di flussi in arrivo non raggiungono gli stessi risultati economici”.
“È per questo – conclude Manca -, essendo il turismo una materia economica, che è ora di prendere in considerazione i valori economici, le ricadute sul Pil dei territori e i fatturati degli operatori, e non numeri di arrivi e partenze, come indicatori dello stato di salute del turismo sardo”.
