Continua il Festival Percorsi Teatrali organizzato dal Teatro del Segno a Santu Lussurgiu
Lettura ad alta voce: Una Favola al Giorno giovedì 3 agosto – ore 10.30 – Parco della Biblioteca. Teatro: Why Clitemnestra Why? da “Fuochi” di Marguerite Yourcenar con Miana Merisiregia di Maria Assunta Calvisi giovedì 3 agosto – ore 21.30 – Contrafforti di via dei Frati Minori Fiabe e miti nel Montiferru per il XV Festival “Percorsi Teatrali” organizzato dal Teatro del Segno a Santu Lussurgiu.
Giovedì 3 agosto alle 10.30 nel Parco della Biblioteca il terzo appuntamento con “Una Favola al Giorno”, la rassegna dedicata a giovanissimi e famiglie, per riscoprire i racconti di Italo Calvino (nel centenario della nascita) poi il ritratto di un’eroina in nero.
Sempre giovedì 3 ma alle 21.30 presso i Contrafforti di via dei Frati Minori con “Why Clitemnestra Why?” ,a teatro, de L’Effimero Meraviglioso, da “Fuochi” di Marguerite Yourcenar, con Miana Merisi, diretta da Maria Assunta Calvisi, per la moderna riscrittura della cronaca di un delitto compiuto “per amore”.
Il XV Festival “Percorsi Teatrali” prosegue a Santu Lussurgiu fino a domenica 6 agosto, tra spettacoli, letture e incontri con i protagonisti della scena isolana e nazionale. Venerdì 4 agosto alle 21.30 appuntamento con “Centodiciotto” di e con Alessandro Congeddu, e infine domenica 6 agosto alle 21.30 riflettori puntati su Gianfranco Berardi (Premio Ubu 2019) protagonista di “Io provo a volare / Omaggio a Domenico Modugno” e sei nuove pièces di Teatro da Balcone.
Sotto i riflettori un’intensa Miana Merisi nel ruolo dell’eroina del mito
Nell’intrigante rilettura contemporanea della scrittrice e poetessa francese, che affida a una sorta di confessione davanti a un’ipotetica corte la ricostruzione di un delitto efferato, dove la vendetta per il sacrificio della figlia Ifigenia si intreccia alla ferita dell’abbandono.
La pièce multimediale con drammaturgia e regia di Maria Assunta Calvisi è impreziosita dalle performances (in video) dei danzatori e coreografi Alessandra Corona e Guido Tuveri e dalla voce fuori campo di Luigi Tontoranelli, che interpreta dei frammenti da “Agamennone”, uno dei poemetti di “Quarta Dimensione” di Ghiannis Ritsos.
“Why Clitemnestra Why?” nasce dall’interrogativo inevitabile di fronte a un gesto estremo come l’omicidio, compiuto, secondo la versione resa celebre dall’“Orestea” di Eschilo e ripresa da Marguerite Yourcenar, da Clitemnestra con la complicità del suo amante, Egisto: attraverso le parole dell’artista francese, sulla scena prendono forma alcune delle motivazioni per cui una donna potrebbe giungere a desiderare la morte dello sposo.
In “Fuochi” la figura della figlia di Tindaro e di Leda (nonché sorella di Elena, causa della guerra di Troia e dei Dioscuri) appare come quella di una fanciulla presumibilmente aristocratica o comunque nata in seno all’alta borghesia, allevata e educata in funzione del matrimonio, così tra trasformarsi nella moglie ideale, perfetta padrona di casa e madre affettuosa.
I ricordi di Clitemnestra:
Nel ripercorrere il suo passato, come in un lungo flashback che si sdoppia in chiave simbolica sullo schermo, Clitemnestra racconta la prima giovinezza, trascorsa nell’attesa dell’incontro con colui che sarebbe divenuto suo marito, la tenerezza e l’intimità dei primi giorni dopo le nozze, la scoperta della passione, la felicità di sentir lievitare nel grembo le sue creature, fino a quell’ultimo bacio del suo irrequieto compagno, in procinto di partire per una lunga spedizione militare contro una remota città dell’Asia Minore, come condottiero degli eserciti degli Achei.
La guerra di Troia trattiene Agamennone lontano da casa per un periodo interminabile e le notizie dal fronte sono tutt’altro che piacevoli, non tanto per le sorti del conflitto, quanto per le usanze dei soldati e la promiscuità con le prostitute, così che Egisto, il nipote ormai adolescente, diventa per la protagonista quasi «più che un amante, un figlio nato dall’assenza», con i suoi vizi e l’irruenza giovanile, capace semmai di accentuare il senso di vuoto, la mancanza dell’amato, tanto che perfino «l’adulterio rappresenta la forma estrema della fedeltà».
Il ritorno del guerriero, tanto atteso e preannunciato dai fuochi dell’alba…
Non segna un giorno di festa ma di lutto: durante i preparativi per celebrare il trionfo e l’arrivo del re vittorioso, Clitemnestra scopre su di sé le tracce dei mesi trascorsi, lo splendore della giovinezza è ormai offuscato, il corpo appesantito, i capelli ingrigiti. Invece della sua antica sposa, il sovrano si vedrà davanti una sconosciuta; e allora la regina si ritrova a sperare in un ultimo abbraccio, arriva al punto di rivelare il tradimento con una missiva che dovrebbe risvegliare la gelosia, così che per ira o in nome dell’onore il marito la stringa per ucciderla con le sue stesse mani, tanto amate.
Finalmente una carrozza giunge in città e accanto ad Agamennone appare la schiava che egli ha preteso come preda di guerra, Cassandra, la sacerdotessa di Apollo con il dono di vedere il futuro, e infatti trema davanti a Clitemnestra, già conscia di quel che deve accadere.Il finale è già scritto, nella spirale insanguinata che segna la stirpe degli Atridi, tra odio e maledizioni, ma le ragioni della moderna eroina in nero di “Why Clitemnestra Why?” sono da ricercare nella potenza invincibile dell’amore per un uomo che è divenuto la sua ossessione, e che che continua a perseguitarla in prigione mentre attende l’inevitabile condanna, e come ella sembra temere, la amerà, la abbandonerà e ritornerà da lei anche nel regno degli Inferi.
Un amore tormentato
Nella pièce ricorre il tema tragicamente presente nelle cronache del delitto “per amore”, anche se in una prospettiva capovolta rispetto ai più frequenti femminicidi: Clitemnestra non vendica Ifigenia, , né cerca di sottrarsi alla punizione per il suo adulterio (peraltro a fronte della vita dissoluta condotta dal marito, tornato a casa con una nuova concubina) ma invece uccide perché ferita dall’indifferenza di colui che a dispetto della lunga assenza, dell’abbrutimento e della vecchiaia – ormai anche lui si mostra «bello come un toro, non più come un dio» – non riesce a smettere di amare, così come non sa rinunciare a lui.
Una sorta di delirio, conduce la donna verso la follia e un duplice delitto: la morte di Agamennone, seguita dall’assassinio di Cassandra, le pare necessaria per ritrovare una pace ormai irraggiungibile, perché quell’ombra non smetterà di tormentarla per tutto il tempo che le resta, e nell’ipotesi che esista, per tutta l’eternità.