La ricerca condotta da San Martino-università Genova permetterà di monitorare l’evoluzione del glioblastoma fin dai primissimi stadi.
Un team di ricercatori dell’Irccs ospedale Policlinico San Martino di Genova e del Dipartimento di Medicina sperimentale dell’università del capoluogo ligure, guidato da Paolo Malatesta, con il principale contributo di Davide Ceresa ha condotto un’importante ricerca. Attraverso un ‘codice a barre’ genetico sarebbe possibile tracciare ogni cellula del glioblastoma, il cancro al cervello più diffuso e aggressivo che colpisce ogni anno circa 1.500 italiani, seguendone l’evoluzione fin dai primissimi stadi e di conseguenza agevolarne la cura.
Grazie a tecniche di biologia molecolare avanzate, come l’analisi del trascrittoma ossia l’insieme dei geni trascritti in una cellula, e a modelli computazionali che hanno consentito di simulare al computer l’evoluzione del glioblastoma – spiega una nota – è stato possibile studiare i fattori che ne influenzano la crescita, come le dinamiche di diversificazione e selezione che si instaurano fra i diversi cloni di cellule neoplastiche. Questa costituisce una preziosa speranza per poter contrastare una forma di tumore che, nelle sue fasi iniziali, attualmente è difficile da monitorare.
“La terapia è estremamente complessa e, sfortunatamente, non offre ancora una soluzione definitiva – afferma Malatesta, co-autore dello studio, responsabile del Programma di Neuro-oncologia sperimentale del San Martino e docente di Biologia molecolare dell’ateneo genovese – Attualmente l’aspettativa di vita per i pazienti affetti da glioblastoma rimane inferiore a 3 anni. Il miglioramento delle cure potrebbe passare tuttavia da una maggiore comprensione dello sviluppo del tumore, che è molto eterogeneo dal punto di vista cellulare ed è poco conosciuto nelle sue fasi iniziali”.
Gli scienziati del Policlinico San Martino sono riusciti a costituire un modello di glioblastoma, attraverso il quale è possibile tracciare ogni singola cellula neoplastica. Questo modello risulta fondamentale, in quanto si può monitorare e conoscere l’evoluzione della malattia fin dai primi stadi.