Al via domani la trentaseiesima edizione di Time in Jazz all’insegna di “Futura”, in programma fino al 16 agosto a Berchidda (Ss) e altri centri del nord Sardegna
Aprono la serie di concerti Tullio De Piscopo alle 18 a Puntaldia e in serata Serena Brancale a Porto Rotondo (ore 21.30). Tra i protagonisti del festival diretto da Paolo Fresu Malika Ayane, Eivind Aarset, Guano Padano, Farafina, Dhafer Youssef, Roberto Ottaviano, Gianni Cazzola, Savana Funk con Willie Peyote, Colle der Fomento con Dj Craim e La Batteria. Tanta musica ma anche mostre, presentazioni di libri e incontri con gli autori, attività per i bambini e altro ancora nel ricco cartellone di Time in Jazz.
Tutto pronto per la trentaseiesima edizione del festival Time in Jazz, che da domani – martedì 8 agosto – fino a mercoledì 16, si snoderà per nove intense giornate con il suo fitto programma di eventi tra Berchidda (Ss), paese natale del suo ideatore, fondatore e direttore artistico Paolo Fresu, e gli altri centri e località del nord Sardegna in cui fa tappa quest’anno: Arzachena, Banari, Bortigiadas, Buddusò, Budoni, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Mores, Oschiri, Porto Rotondo, Puntaldia, San Teodoro, Tempio Pausania, Tula e Viddalba.
Oltre alla nutrita serie di appuntamenti musicali che si succederanno dalla mattina alla notte in spazi e scenari differenti – l’arena allestita a Berchidda nella piazza Piazza del Popolo, teatro dei concerti serali in programma da venerdì 11 a Ferragosto, e i siti più rappresentativi degli altri centri coinvolti -, il festival propone, come sempre, un ampio assortimento di iniziative e attività diverse: presentazioni di libri e incontri con gli autori, azioni di promozione e sensibilizzazione ambientale, mostre, laboratori di educazione musicale e varie attività dedicate ai bambini, e altro ancora.
“Futura”: Time in Jazz unisce più generazioni
L’edizione numero trentasei di Time in Jazz si presenta sotto il titolo “Futura”, ispirato all’omonima canzone di Lucio Dalla, con l’intento di abbracciare idealmente diverse generazioni. Spiega Paolo Fresu nelle sue note di presentazione: «Futura è un progetto d’amore sognato con la complicità di un muro innalzato da due superpotenze che, nonostante tutto, non cancellano quel bisogno di emozione e di pathos nonché di condivisione che alimenta le nostre vite.
Un bisogno che permea e attraversa le differenti generazioni alle quali vogliamo dedicare il tema di questa edizione, la numero trentasei, di Time in Jazz. Lo facciamo utilizzando lo strumento che meglio conosciamo: la musica che, da sempre, è la portavoce delle istanze e dei bisogni giovanili nonché la voce narrante delle loro speranze. Futura è visione e coraggio. Quello del poter affrontare un presente complesso che mai avremmo immaginato di dover vivere e che va condiviso nel crossover generazionale e con quell’apertura che è del jazz in quanto musica meticcia e attuale».
Non solo jazz: un festival di crossover
Generazioni e generi musicali diversi, non solo jazz, si incroceranno nel festival: esemplare di questa idea di crossover è il duo GuerzonCellos, ovvero i bolognesi Enrico e Tiziano Guerzoni, padre e figlio, che suonano il violoncello in modo eclettico e originale; un altro esempio è “popOFF!”, il progetto con cui Paolo Fresu e la cantante Cristina Zavalloni rendono omaggio in chiave jazz alle canzoni dello Zecchino d’Oro; ancora, il duo del sassofonista Roberto Ottaviano (classe 1957) con il giovane chitarrista inglese Rob Luft, come anche il quintetto che riunisce quattro giovani musicisti intorno alla batteria di un “senatore” del jazz italiano come Gianni Cazzola (classe 1938), dimostrando come questa musica non conosca limiti di tempo ed età, praticando sempre quello scambio tra generazioni che ne costituisce la linfa vitale.
L’idea di crossover si addice anche a un altro esperto di piatti e tamburi, Tullio De Piscopo (classe 1946), che nel corso della sua lunga e variegata carriera ha collaborato con artisti del calibro di Pino Daniele, Astor Piazzolla, Chet Baker, Max Roach, Gerry Mulligan, tra gli altri: “Dal blues al jazz con… andamento lento”, come recita il titolo del suo concerto che domani – martedì 8 – a Puntaldia farà da ouverture alla nove giorni di Time in Jazz.
Incroci tra stili e generi musicali saranno anche quelli proposti da altri protagonisti del festival: il pianista Francesco Cavestri con il suo progetto che unisce jazz e hip-hop; i Colle der Fomento, uno dei gruppi rap italiani più influenti, insieme a Dj Craim e al quartetto romano La Batteria; il quartetto d’archi Alborada con Dj Cris; il tunisino Dhafer Youssef con il suo oud all’incrocio tra Oriente e Occidente; i Savana Funk con il rapper e cantautore Willie Peyote.
Gli artisti
Anche questa edizione del festival presenta diverse protagoniste femminili: la cantante Serena Brancale, la pianista Sade Mangiaracina con un tributo a Lucio Dalla, la cantautrice e pianista Carolina Bubbico, e Malika Ayane, che sarà al centro di uno degli eventi imperdibili (e da subito sold out) di ogni edizione: l’omaggio a Fabrizio De André in quella che fu la residenza del cantautore a L’Agnata.
Ma sono tanti i nomi e le proposte nel denso cartellone del trentaseiesimo Time in Jazz: il flautista Nicola Stilo, il batterista Giovanni Iacovella, il chitarrista norvegese Eivind Aarset, il gruppo Guano Padano, il trio Melodrum, il fisarmonicista francese Vincent Peirani, il gruppo del Burkina Faso Farafina, la Rusty Brass Band, l’organettista Pierpaolo Vacca e il bandoneonista Daniele di Bonaventura (questi ultimi due, insieme a Paolo Fresu, saranno protagonisti dell’ultimo atto del festival, il 16 agosto alla Peschiera di San Teodoro, con le musiche dello spettacolo “Tango Macondo”).
E poi gli ospiti del musicista berchiddese Nanni Gaias nello spazio Time After Time, progetto ospitato dal centro di produzione Insulae Lab di Time in Jazz, in programma tutte le notti dopo i concerti sul palco di Piazza del Popolo: il beatboxer Alien Dee, il rapper sassarese Don Malo, il cantante e chitarrista emiliano Stefano Barigazzi. E, ancor a, i protagonisti del FestivalBar, la vetrina di formazioni e solisti che ritorna anche quest’anno trovando ospitalità nei bar di Berchidda: TribalNeed, Federico Fenu, Gabriele Pollina, il duo Sprigu di Andrea Sanna e Marco Coa.
Mostre e sostenibilità
Oltre alla musica, il festival propone come sempre anche mostre (quella stabile con le opere della della Collezione di Arte contemporanea CasArt, nata nel 1997 grazie al generoso contributo degli artisti presenti in passato al festival, e quella fotografica della scorsa edizione con gli scatti di Fabio Lovino e Andrea Rotili) presentazioni di libri e incontri con gli autori, con la partecipazione, tra gli altri, della scrittrice Barbara Baraldi col suo romanzo su Janis Joplin “Il fuoco dentro”, di Paolo Crepet con il suo nuovo libro “Prendetevi la luna”, e di Malika Ayane con il suo esordio narrativo, i racconti di “Ansia da felicità”.
Immancabili, nel ricco ventaglio di proposte del festival, anche le iniziative di promozione e sensibilizzazione ambientale: tra queste, la rinnovata collaborazione, dopo l’esordio dell’anno scorso, con Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.
Le attività per bambini
Non mancheranno poi le attività per i bambini nel consueto e ampio progetto di Time to Children curato dalla violinista e didatta Sonia Peana, patrocinato dall’associazione Il Jazz va a Scuola e sviluppato da Time in Jazz con il sostegno del Banco di Sardegna. Da giovedì 10 a martedì 15, a Berchidda, negli spazi di “Sa colte ‘e s’ Oltijiu”, il giardino adiacente a Sa Casara (l’ex caseificio ora sede dell’associazione Time in Jazz), si terranno laboratori, mostre e altre attività per bambini, ragazzi e adulti che avranno l’opportunità di scoprire il mondo della musica jazz e popolare, di scoprire strumenti, esplorare la multisensorialità e sperimentare la condivisione musicale.
Saranno presenti Eliana Danzì, specializzata nella body percussion, Luca Gambertoglio, musicoterapeuta e rumorista, il suonatore di ocarina Fabio Galliani, il chitarrista Reno Brandoni, gli attori Paolo Li Volsi e Irene Villa, e alcuni tra i protagonisti del festival: i Farafina, il duo Guer zonCellos, il pianista Francesco Cavestri. E, ancora, la mostra/studio “L’Arte dei Bambini” coordinata da Maria Abis e l’esposizione (stabile) delle immagini del libro “Crescendo” (pubblicato da Gallucci in una nuova edizione in uscita proprio durante il festival, venerdì 11), illustrato da Alessandro Sanna e musicato da Paolo Fresu, Claudia Pupillo con “Le favole di Gunter Pauli”, e l’immancabile appuntamento di Ferragosto con l’attore Giancarlo Biffi e i suoi racconti del Gufo Rosmarino.
Le novità della 36° edizione
Tra le novità di questa edizione, “Un’ora in più” è l’iniziativa con cui Time in Jazz invita il pubblico, dopo i concerti in decentramento, a trattenersi per scoprire e conoscere meglio i luoghi di volta in volta raggiunti dal festival. Gli amministratori, le pro-loco e le associazioni locali sono invitati a offrire ciò che meglio permette di conoscere e valorizzare le particolarità del sito e del paese ospite: Un’ora in più per trattenere sul posto, a fine concerto, chi vorrà aggiungere uno sguardo turistico alla sola fruizione musicale, un invito a pregustare un soggiorno più lungo.
Il programma di martedì 8 agosto
Martedì 8 agosto alle 18 al Golf Club Puntaldia, sarà Tullio De Piscopo a tagliare il nastro del trentaseiesimo festival Time in Jazz. Nel corso della sua lunga e variegata carriera il batterista napoletano, classe 1946, ha incrociato artisti del calibro di Pino Daniele, Astor Piazzolla, Chet Baker, Max Roach, Gerry Mulligan, tra i tanti; un cammino artistico sancito l’anno scorso dal Leone d’Oro alla Carriera assegnato dall’associazione Gran Premio Internazionale di Venezia.
Il pubblico potrà ascoltare pezzi per sola batteria, i suoi storici assoli come “Drum Conversation”, standard jazzistici, brani tratti dai Pionieri del blues, qualche perla di successo dal suo repertorio pop e l’atmosfera dei caldi suoni del Mediterraneo e dei vicoli di Napoli come “Stop Bajon”, “Pummarola Blues” e “Andamento lento”. Ad affiancare Tullio De Piscopo ci saranno Bruno Manente alle tastiere, Domenico Basile alle chitarre, Paolo “Paul” Pelella al basso e Paolo Scairato alle percussioni.
Per il secondo appuntamento della giornata inaugurale ci spostiamo nel Teatro all’aperto Mario Ceroli, che accoglierà sul palco alle 21.30 Serena Brancale. La cantante, polistrumentista e compositrice pugliese è riuscita a conquistare il grande pubblico con la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 2015, dove ha presentato una versione raffinatissima del brano “Galleggiare”, contenuta nel suo album omonimo d’esordio.
Serena Brancale proporrà al pubblico di Time in Jazz il suo progetto “Soula”, una versione “one girl band” del suo terzo e più recente album, “Je so accussì”, pubblicato giusto un anno fa a marzo. Un concerto in cui, accompagnandosi con pianoforte, loop station e batteria elettronica, mescola ironia e musica, parole e immagini, emozioni e vita da artista legando il pop al jazz e il R’n’b’ al soul.
Il programma di mercoledì 9 agosto
Mercoledì 9 ritorna un appuntamento immancabile di Time in Jazz: la traversata marittima in musica a bordo della motonave della Corsica Ferries – Sardinia Ferries in viaggio dal porto di Livorno (partenza alle 10.15) a quello sardo di Golfo Aranci.
Un appuntamento che si rinnova per il diciottesimo anno consecutivo grazie alla collaborazione della compagnia delle navi gialle. Imbarcati stavolta i nove componenti della Rusty Brass Band, formazione a base di ottoni che predilige ritmi funk e rock, ma senza disdegnare sonorità balcaniche ed esotiche, e accenni alla tradizione classica. Il pubblico del festival potrà averne un saggio nelle parate musicali che la Rusty Brass proporrà le sere successive per le vie e le piazze di Berchidda.
Ma a tenere banco mercoledì 9 sarà un altro evento imperdibile del festival: il concerto in omaggio a Fabrizio De André proprio in quella che fu la sua residenza in Sardegna, a L’Agnata, nelle campagne intorno a Tempio Pausania. Un posto di grande bellezza, immerso nella natura, dove a rendere tributo al grande cantautore, è ancora una voce femminile: dopo Tosca, protagonista l’anno scorso, è la volta di Malika Ayane.
Cantante eclettica che vanta allori a Sanremo, dischi d’oro e di platino in bacheca, collaborazioni con illustri artisti, autori e produttori nazionali e internazionali, capace di riempire club e teatri con concerti sempre coinvolgenti e mai scontati. Ad accompagnare Malika Ayane, mercoledì a L’Agnata, ci saranno Andrea Andreoli al trombone, Stefano Brandoni alla chitarra, Raffaele Trapasso al basso e Phil Mer alla batteria. Il concerto, con inizio alle 18, è realizzato in collaborazione con la Fondazione Fabrizio De André e Bibanca.
Il programma di giovedì 10 agosto
La terza giornata del festival, giovedì 10, si apre alle 11 a Viddalba (nei pressi della chiesetta campestre di San Leonardo) con Giovanni Iacovella, batterista (classe 1996) legato ai mondi dell’improvvisazione e della musica elettronica nel loro senso più ampio. Batteria, oggetti sonori e live electronics, gesti, fisici e musicali si intrecciano nella sua performance creando un insieme di tessiture sonore che abbracciano noise iper-cinetico e intricate poliritmie.
I resti del Palazzo di Baldu, nel territorio di Luogosanto, faranno da cornice, alle 18, al concerto di Francesco Cavestri. Classe 2003, il pianista propone un progetto che affianca al repertorio jazz quello dell’hip-hop, muovendosi su diverse atmosfere musicali. Con Francesco Cavestri (pianoforte, Nord Stage 3, Vocoder, sequenze) due musicisti tra i più promettenti della scena musicale hip-hop ed elettronica: il bassista Riccardo Oliva e il batterista Joe Allotta.
In serata, alle 21.30, la carovana del festival fa tappa ad Arzachena: di scena, nel complesso roccioso di Li Conchi, gli Unkle Kook, una band per lo più strumentale che spazia tra surf music, rock psichedelico, rock & roll, punk e calypso. Il gruppo nasce a Bologna nel 2019 da cinque musicisti provenienti da generi diversi ma con l’interesse comune per la surf music: Andrea Faidutti (chitarra/voce), Giuseppe Calcagno (chitarra/voce), Tommaso Quinci (sax tenore), Fabio Arcifa (basso/voce) e Manuel Franco (batteria/percussioni).
Il programma di Venerdì 11 agosto
Da Bologna arrivano anche i GuerzonCellos, il duo composto da Enrico e Tiziano Guerzoni, rispettivamente padre e figlio, che aprirà la quarta giornata del festival, venerdì 11, all’ombra della Pineta di Sant’Anna, a Budoni. I due suonano il violoncello in modo eclettico e originale, con grande energia e virtuosismo. L’apice delle loro capacità tecniche e creative si trova nelle loro stesse composizioni, quando Guerzoni padre e figlio mescolano influenze musicali dal diciottesimo secolo, elementi psichedelici, jazz, improvvisazioni e folk tradizionali.
La costa fa da scenario anche al concerto del pomeriggio: protagonista alle 18, a Porto Taverna, Carolina Bubbico. Classe 1990, la cantante, pianista, arrangiatrice e direttrice d’orchestra salentina, presenta dal vivo il suo terzo album di inediti, “Il dono dell’ubiquità”, con una formazione speciale, tutta al femminile: sul palco con l’artista salentina, voce leader e tastiera, due giovani e interessanti musiciste, anche loro pugliesi, Chiara Corallo e Aurora De Gregorio, entrambe alle prese con voce, drum pad e percussioni.
“popOFF!”: Ritorno al passato
In serata, alle 21.30, si accendono per la prima volta i riflettori di piazza del Popolo a Berchidda. Ad aprire la serie di concerti in programma sul palco centrale del festival sarà “popOFF!”, un omaggio alle musiche dedicate ai bambini e all’infanzia, canzoni scelte dallo sconfinato repertorio dello Zecchino d’Oro e rielaborate in chiave jazz. “popOFF!” è il progetto (consegnato anche alle tracce dell’omonimo album) che Paolo Fresu ha voluto dedicare alla sua città d’adozione, Bologna, culla dello storico festival della musica per bambini, trovando nella cantante Cristina Zavalloni la complice perfetta, lei che, confessa, da piccola voleva proprio cantare allo Zecchino d’Oro.
Ben coadiuvati da jazzisti come il sassofonista Cristiano Arcelli, il pianista Dino Rubino, il contrabbassista Salvatore Maltana e gli archi del quartetto Alborada, i due hanno dato forma a un progetto accattivante da ogni punto di vista, capace di richiamare momenti importanti della storia del jazz come, ad esempio, i tanti omaggi al mondo disneyano dove grandi protagonisti della musica afroamericana hanno interpretato brani poi divenuti storici nella filmografia per l’infanzia.
Il programma di sabato 12 agosto
Il pubblico del festival ritroverà in azione il quartetto Alborada l’indomani mattina alle 11, protagonista del concerto che apre la giornata di sabato 12 nella Chiesa della Santa Trinità a Bortigiadas. Nato nel 1996, l’ensemble d’archi ha un repertorio che privilegia la musica contemporanea, con particolare attenzione per gli autori minimalisti e le composizioni originali scritte e arrangiate appositamente per il quartetto o dai suoi stessi musicisti: Anton Berovski e Sonia Peana ai violini, Nicola Ciricugno alla viola e Piero Salvatori al violoncello.
Tappa a Buddusò alle 18, nella Chiesa di San Quirico, per una produzione originale di Time in Jazz: protagonista Nicola Stilo, flautista dalla carriera quasi cinquantennale, cominciata nel 1974 con il gruppo di Musica folklorica di Dodi Moscati. Da allora, il cammino di Stilo si è snodato attraverso tante esperienze alla guida di formazioni e progetti propri. Nicola Stilo si presenta per la prima volta a Time in Jazz, e lo farà assieme a due ottimi musicisti con i quali ha già collaborato: Dino Rubino al piano e Marco Bardoscia al contrabbasso.
Omaggi a Lucio Dalla e musica scandinava
Vuole essere un omaggio a Lucio Dalla, al quale il festival deve titolo e ispirazione di questa edizione, il concerto in solo che apre alle 21.30 la serata in piazza del Popolo a Berchidda: sul palco Sade Mangiaracina, talento in ascesa negli ultimi anni sulla scena jazzistica nazionale. Forte di una preparazione classica, coronata da allori in concorsi nazionali e internazionali, e poi di studi jazz con Massimo Moriconi e Danilo Rea, la pianista siciliana ha preso parte a molti progetti musicali, incidendo diversi dischi anche a suo nome.
Riflettori puntati nel secondo set della serata sul quartetto intestato a uno tra i maggiori protagonisti della feconda scena musicale scandinava: Eivind Aarset, un chitarrista capace di assorbire e rispecchiare nel suo universo sonoro generi e stili differenti ma conservando sempre una sua cifra distintiva, e di spaziare da atmosfere di tranquilla intimità ad altre di bruciante intensità. Con lui alla chitarra e all’elettronica, i membri del suo quartetto, ovvero Audun Erlien al basso e i batteristi/percussionisti Wetle Holte e Erland Dahlen: gli stessi musicisti coi quali Eivind Aarset salirà sul palco di piazza del Popolo sabato 12.
Il programma di domenica 13
Una miscela vibrante di stili e sonorità in cui si fondono rock, country, blues, tex-mex, surf, improvvisazioni jazz e atmosfere da western alla Morricone. È la formula che fa dei Guano Padano – in concerto domenica mattina alle 11, davanti alla Chiesa di Nostra Signora di Coros a Tula – una delle proposte più originali della scena musicale italiana degli ultimi tre lustri. Il trio di Alessandro “Asso” Stefana (chitarra), Danilo Gallo (basso) e Zeno De Rossi (batteria) si forma nel 2007 e due anni dopo battezza il suo primo album che vede le collaborazioni di Gary Lucas, Chris Speed, Bobby Solo e Alessandro Alessandroni.
L’idea di base è quella di costituire un repertorio di jazz contemporaneo che prenda spunto dal patrimonio culturale della musica europea, identificando nella tradizione del melodramma la sua summa identitaria artistica ed espressiva. A partire dal 2015 entra in pianta stabile il contrabbassista Salvatore Maltana e, grazie anche alla partecipazione di alcuni tra i più significativi musicisti del panorama musicale europeo, il progetto si sviluppa nella sua forma attuale, collocandosi in vari ambiti artistici – jazz, classica, teatro e arti performative in genere – e coniugando sempre tradizione e sperimentazione.
Concludono la serata Vincent Peirani e Dhafer Youssef
Il fisarmonicista francese Vincent Peirani, al centro del set di apertura della serata in piazza del Popolo a Berchidda (ore 21.30), rappresenta una nuova generazione di musicisti jazz che rifiuta confini e limiti e, piuttosto che seguire i sentieri battuti, sceglie di esplorare nuovi campi, nuove strade nella musica. Il fisarmonicista francese si presenta a Time in Jazz in trio con il chitarrista Federico Casagrande e Ziv Ravitz alla batteria e alle tastiere, gli stessi musicisti che lo affiancano nel suo ultimo disco, “Jokers”.
Il secondo tempo della serata di domenica vede il ritorno a Time in Jazz di Dhafer Youssef, cantante e suonatore di oud (il liuto tipico della musica araba) che è riuscito a liberare lo strumento dal suo ruolo tradizionale e portarlo nel jazz. Nato nel 1967 a Teboulba, e cresciuto a contatto con la musica e i canti tradizionali islamici, ha cominciato a scoprire le potenzialità della sua voce fin da piccolo. Si apprezza la sua straordinaria capacità di sganciare l’oud dal suo ruolo più tradizionale per connetterlo ad altri generi musicali contemporanei e di coniugare in modo originale musica araba e jazz. Con lui sul palco di piazza del Popolo, Mario Rom (tromba), Daniel Garcia (piano e tastiere), Souaeli Mbappe (basso elettrico), Shayan Fathi (batteria) e Adriano Do Santos (percussioni).
Il programma di lunedì 14 agosto
Tra i protagonisti dei concerti spicca la presenza di Roberto Ottaviano, nome storico del jazz nazionale. Sulla scena musicale da oltre quarant’anni, il sassofonista barese ha suonato e inciso con molti tra i più importanti musicisti europei e americani a cavallo tra diverse generazioni. Tra le formazioni che Roberto Ottaviano dirige attualmente ci sono il quartetto di fiati Astrolabio (con Gianluigi Trovesi, Glenn Ferris e Michel Godard), il quartetto Sideralis (con Alexander Hawkins, Michael Formanek e Gerry Hemingway) e il quintetto Eternal Love, col quale ha vinto il premio Pino Candini di Musica Jazz come miglior disco del 2020.
Il pubblico del festival potrà applaudirlo – il 14 agosto alle 11 nei pressi della chiesa di San Giovanni, a Mores – in duo con Rob Luft, giovane e pluripremiato chitarrista inglese che per il suo virtuosismo è stato paragonato a grandi nomi della sei corde come John McLaughlin, Al Di Meola e Paco De Lucia.
Nel pomeriggio (ore 18) il festival fa scalo al borgo di Banari per il concerto di Gianni Cazzola, nome storico del jazz italiano con i suoi sessantacinque anni di carriera musicale. Definito “l’Art Blakey italiano” dal critico musicale Arrigo Polillo, nella formazione in scena a Time in Jazz Gianni Cazzola riunisce intorno ai suoi piatti e tamburi quattro giovani musicisti in un gruppo pieno di swing. Il quintetto, composto da Tommaso Profeta al sassofono, Attilio Costantino alla chitarra, Andrea Candeloro al pianoforte e Carlo Bavetta al contrabbasso, si cimenta nell’interpretazione di vari standard americani, per poi muoversi verso sonorità più pertinenti al periodo hard bop e proporre alcuni brani originali firmati da tutti i componenti, creando un percorso musicale all’insegna dello swing nella sua forma più genuina.
Sul palco Farafina e Savana Funk
Il primo set della serata in piazza del Popolo (come sempre alle 21.30) vede il gradito ritorno a Berchidda dei Farafina, dopo le precedenti apparizioni nel 1996 e nel 2002. Da allora a oggi diverse cose sono intanto cambiate nel gruppo originario del Burkina-Faso, a cominciare dai suoi componenti, ma la filosofia musicale di base rimane invariata: djembe, tama, chékere, sonagli e uno o due balafon danno vita a un gioco pirotecnico di ritmi e percussioni capace di coinvolgere il pubblico, mentre i canti intrecciano storie e melodie che traggono ispirazione dal ricco repertorio Mandinka.
Riflettori puntati, nella seconda parte della serata, sui Savana Funk, formazione che incarna l’essenza della live band con jam incendiarie, groove irresistibili e un’invidiabile presenza scenica. I suoi membri, Aldo Betto (chitarra), Blake Franchetto (basso) e Youssef Ait Bouazza (batteria), si sono incontrati a Bologna nella primavera del 2015, e spinti da un’immediata sintonia umana e musicale hanno dato forma al progetto, iniziando subito a scrivere musica, sperimentare idee e metterle in pratica attraverso molti live.
Crescono e si moltiplicano gli impegni live per questa band, fondata su una commistione di musica africana, funk, blues, rock psichedelico, influenze jazzistiche e melodie forti. A Berchidda i Savana Funk si presenteranno in compagnia di Willie Peyote, considerato una delle figure più interessanti della scena indie nazionale: un incontro, quello della band bolognese con il rapper e cantautore torinese, fra due mondi apparentemente lontani, che proporrà il meglio dei rispettivi repertori ma anche pezzi inediti scritti per questo progetto che approda sul palco di Time in Jazz dopo una recentissima serie di date in club.
Il programma di martedì 15 agosto
Come da tradizione, anche quest’anno Time in Jazz per Ferragosto pianta le tende nella campagna poco fuori Berchidda. La mattina trascorrerà con una serie di appuntamenti sotto gli alberi intorno alla chiesetta di Santa Caterina. Il primo, alle 10, è ormai un classico del festival e di Time to Children, la sua sezione dedicata ai bambini: “Gufo Rosmarino nel mondo di Amarilla”, una nuova storia della serie di racconti scritti e interpretati dall’attore e regista Giancarlo Biffi, con i contributi musicali di Paolo Fresu, della violinista Sonia Peana e della cantante Catia Gori.
A seguire, una tavola rotonda dal titolo esplicito, “L’organetto in Sardegna: generazioni a confronto”, che vedrà dialogare con il musicologo Fabio Calzia tre interpreti dello strumento a mantice così presente nella musica tradizionale isolana: Totore Chessa, Pierpaolo Vacca e il più giovane della compagnia, Giacomo Vardeu.
Pierpaolo Vacca sarà anche protagonista del momento musicale in programma intorno alle 11.30. Nato a Ovodda, in provincia di Nuoro, ha debuttato giovanissimo nelle piazze dell’isola, in rassegne, sagre e processioni, per poi fondare i Folkaos, un gruppo combat folk, e porta avanti, insieme al chitarrista e cantante Giuseppe Muggianu, uno spettacolo dedicato ai cantautori italiani.
Musica e tanto altro
Un breve trasferimento porta il festival nella vicina chiesetta di San Michele per il tradizionale pranzo a base dei piatti tipici di Berchidda seguito nel pomeriggio da un’altra serie di appuntamenti. Il primo, alle 17, è la presentazione di “377 Project” di Sebastiano Dessanay, il libro scaturito dal progetto artistico realizzato tra 2018 e il 2019 dal musicista sardo, che l’ha visto visitare tutti i comuni dell’isola, uno al giorno, viaggiando con il suo fido ukulele esclusivamente in bicicletta. Altro momento immancabile del Ferragosto di Time in Jazz, la gara poetica in limba sul tema del festival: condotta da Pier Sandro Pillonca, avrà per protagonisti Bruno Agus e Dionigi Bitti con l’accompagnamento musicale dei Tenores di Ula Tirso.
I concerti finali del festival a Berchidda
Di ritorno in paese, l’ultima serata del festival a Berchidda avrà un prologo – alle 19 in Piazzetta Riu Zocculu – affidato a un’autentica istituzione storica del posto: la Banda Musicale Bernardo De Muro, nata nel 1913 per volontà del parroco don Pietro Casu, e “palestra” di formazione musicale per tanti giovani talenti, compreso Paolo Fresu che ha mosso tra le sue file i primi passi del suo percorso artistico.
Poi, alle 21.30, si accenderanno per l’ultima volta in questa edizione i riflettori sul palco allestito in piazza del Popolo.
Il concerto che terrà banco in quella che per tradizione è la serata più festosa del festival, è una produzione originale per Time in Jazz: il progetto vede le rime dei due rapper del Colle der Fomento, ovvero Danno (Simone Eleuteri) e Masito (Massimiliano Piluzzi), e Dj Baro (Alessandro Tamburrini), incontrarsi su un terreno inedito, architettato dai quattro musicisti de La Batteria (Emanuele Bultrini alle chitarre, Stefano Vicarelli al piano e ai sintetizzatori, Paolo Pecorelli al basso e David Nerattini alla batteria), insieme al fiorentino Dj Craim (Lorenzo Fortino), specializzato nella fusione di mondi musicali apparentemente distanti, come reggae e scratch music, rap e punk/hardcore.
A precedere il concerto, alle 21.15, la consegna del premio Biorepack in Jazz, organizzato insieme all’omonimo consorzio per il riciclo degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile che viene assegnato all’artista più visionaria o visionario presente al festival. Per questa seconda edizione, la scelta è ricaduta sul giovanissimo organettista Giacomo Vardeu, che riceverà l’onorificenza dalle mani di Paolo Fresu e del presidente di Biorepack Marco Versari.
Il programma di mercoledì 16 agosto
Gli ultimi impegni a Berchidda, la mattina di mercoledì 16, sono anche quest’anno al Museo del Vino, dove è in programma alle 11.30 la presentazione e degustazione della nuova linea Luce delle Cantine Giogantinu. A seguire, la presentazione di “Time in Jazz Diary 2022”, il progetto editoriale che ripercorre la passata edizione del festival attraverso l’obiettivo del fotografo Fabio Lovino.
Poi, nel tardo pomeriggio, trasferimento sulla costa, in quello che è ormai da diverse edizioni il “teatro” dell’ultimo atto del festival: la Peschiera di San Teodoro. Protagonisti Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura al bandoneon e Pierpaolo Vacca all’organetto con le musiche di “Tango Macondo”, lo spettacolo prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano per la regia di Giorgio Gallione.
Fresu e di Bonaventura (già protagonisti insieme alle voci corse del coro A Filetta del riuscito progetto “Mistico Mediterraneo” e dell’omonimo disco pubblicato dall’etichetta ECM), allargano dunque la dimensione più ristretta del loro riuscito connubio artistico all’organetto creativo di Vacca, che in “Tango Macondo” comunica il profondo ed estraniante senso onirico che contraddistingue appunto il lavoro teatrale. Un concerto-sogno di grande effetto che vive di poesia, intimismo e di quelle piccole cose capaci di raccontare i colori dell’universo musicale contemporaneo.
FestivalBar
Dopo i positivi riscontri degli anni scorsi, ritorna il FestivalBar curato da Luca Devito, la vetrina di formazioni e solisti ospitata dai bar berchiddesi, trasformati per l’occasione in piccoli club di musica all’aperto. Ad aprire la serie, questo martedì al bar K2 (21.30), sarà Riccardo Moretti con la sua performance sperimentale TribalNeed: una fusione di sintetizzatori analogici, didgeridoo, percussioni, hang drum, giocattoli per bambini, beat-boxing e loop station. Lo stesso progetto sarà di scena anche le due sere successive, al Muretto Cafè (mercoledì) e al Jolly Cafè (giovedì).
Sonorità oniriche, minimaliste, ma dagli echi e richiami mediterranei, caratterizzano le esplorazioni del trombone solo di Federico Fenu, musicista isolano con profonde radici nella sua terra, di scena venerdì al Cafè Rosè e sabato al Jazz Pub (alle 20).
Sperimentazione e improvvisazione sono la cifra anche del polistrumentista e percussionista Gabriele Pollina, che fonde le melodie ipnotiche dell’Handpan, particolare strumento a percussione a doppia campana di acciaio, con beat elettronici suonati dal vivo: domenica 13 al Museo del Vino e lunedì 14 al Bar Centrale (con inizio alle 20 in entrambe le occasioni).
Chiude la serie di ospiti del FestivalBar, e ultimissimo atto del trentaseiesimo Time in Jazz, il duo Sprigu composto da Andrea Sanna e Marco Coa: due Fender Rhodes a confronto, speculari, in un viaggio che oscilla tra la psichedelia e l’elettronica d’avanguardia; il 16 agosto al Bar della Piazza (ore 22).